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Il canto degli innocenti. Canti del male, 1
Di Piergiorgio Pulixi

Con Il canto degli innocenti, primo capitolo della serie dei “Canti del male”, Piergiorgio Pulixi ci trascina in un’indagine che sconvolge coscienze e affetti, lasciandoci sull’orlo dell’abisso tra colpa e innocenza: un viaggio nel buio, dove l’unica speranza è la volontà di resistere al Male.

«Il male si insinuava in ogni fibra del suo corpo, mischiandosi al suo sangue. Sentiva il dolore e la disperazione delle vittime, e il loro canto, nella sua mente, adesso era un coro assordante»

In una città senza nome, l’omicidio efferato di una giovane studentessa getta la polizia nel caos: a colpirla è stata un’adolescente di appena tredici anni. E non è l’unico caso. Una scia di delitti, compiuti da ragazzini dal volto angelico e lo sguardo imperscrutabile, mette in ginocchio chi dovrebbe garantire giustizia. L’unico capace di risolvere l’enigma è Vito Strega, commissario geniale e tormentato, sospeso dal servizio per aver sparato a un collega in circostanze misteriose. Con la perizia di chi ha studiato psicologia, filosofia e legge, e l’istinto di chi non accetta verità di comodo, Strega indaga sottotraccia, sorretto solo dall’amica Teresa Brusca. Ma ogni pista svela un intreccio più oscuro: chi ha armato la mano di questi ragazzi? Quale “burattinaio” si nasconde dietro la loro furia? Tra debolezze personali, rimpianti amorosi e un’ostinazione che lo porta a varcare più volte il confine tra giustizia e male, Strega insegue la verità come un’ossessione.

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L'ultima cosa bella sulla faccia della terra
Di Michael Bible

Michael Bible è un giovane scrittore ma ha già un mondo e una voce, che modula con sapienza per prestarla alle sue creature dolenti, dando vita a una ballata visionaria, calibratissima, carica di poesia concreta e di accenti biblici, con la quale sembra essersi già guadagnato un posto fra i grandi narratori del Sud americano.

Mentre tutti sono raccolti in preghiera, dall’ultima fila Iggy avanza verso il centro della chiesa. Trema, e la benzina che ha portato con sé per darsi fuoco – come quei bonzi che ha visto in rete – si rovescia. Il fiammifero acceso gli cade di mano. Nel rogo muoiono venticinque fedeli. Diciotto anni più tardi gli abitanti di Harmony, una cittadina del Sud degli Stati Uniti, ancora si portano dentro quel lutto, ancora – come un antico coro – si interrogano e commentano l’accaduto. La loro versione si alterna a quella di altre figure direttamente coinvolte o appena sfiorate dalla tragedia, mentre su tutto si impone, ipnotico e straziante, il racconto del colpevole, rinchiuso nel braccio della morte. Ora che l’esecuzione si avvicina, a Iggy resta solo il rifugio nel sogno – o nel ricordo – di un’altra vita, di mille altre vite. Da dove è scaturita quella decisione estrema e inconsulta? Che cosa gli ha sconvolto la mente? Gli antidolorifici che sniffava, l’alcol e l’eroina? L’amore «selvaggio, cosmico e strano» per Cleo, o quello per Paul, l’amico scomparso «come un temporale che passa sopra la campagna e si dilegua in un batter d’occhio»? O piuttosto quel dolore segreto, quel tedio insopportabile, quello sgomento di fronte a un universo infettato da un oscuro morbo di cui solo loro tre sembravano avere consapevolezza?

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La fila alla poste
Di Chiara Valerio

Dopo Chi dice e chi tace, Chiara Valerio ritorna a Scauri per raccontare i desideri nascosti e la provincia attraente e oscura.

«Che era poi ciò che pensavo io, illazioni, deduzioni e mezze verità si somigliano.»

«Si scopre tanto dell’essere figlie e dell’essere madri, dell’essere compagni e dell’essere amici, rivali oppure complici, in questo romanzo di Chiara Valerio che ha la struttura di un giallo, ma è in realtà un caleidoscopio di esistenze e di emozioni». – Annalisa Cuzzocrea, Repubblica

«La fila alle poste è un romanzo di commozione pura, sulla nostalgia e sul ritorno, sulle persone che abbiamo perso ma non ci lasciano.» – Marco Missiroli

«Chiara Valerio ci racconta con veloce eleganza una città che, fingendosi morta, vive: Scauri. Una città carica di misteri e di quotidiane amare dolcezze. La narrazione ci incanta con le fantasmagorie e le piccole realtà della vita di provincia.» – Dacia Maraini

«Le frasi di Chiara Valerio sono finestre piene di pezzetti di specchio, e chi legge si trova lì, a cercare di distinguere tra il resto del mondo e se stesso.» – Marco Malvaldi

«Sembra un giallo, è una storia d’amore.» – Ermanno Paccagnini, La Lettura

Fine novembre a Scauri, tra Roma e Napoli. La spiaggia è quasi deserta, vuoti gli stabilimenti. Da qualche settimana le vongole lasciate nei secchi a spurgare sul bagnasciuga spariscono nel nulla. E non è colpa del mare. Tre anni prima è morta Vittoria, una donna che è entrata nella memoria del paese e delle persone, e ha cambiato per sempre la vita dell’avvocato Lea Russo, due figlie e un marito, molti impegni e molte inquietudini. Vittoria è forse arrivata troppo tardi nei pensieri di Lea, ma è riuscita a mettere in moto un’energia improvvisa, uno squarcio di vita nuova, un’ossessione. L’ultimo lunedì del mese, quando Lea compie quarantatré anni, arriva una brutta notizia. È morta una bambina, è morta ammazzata, e nessuno sembra avere dubbi su chi l’abbia uccisa. Eppure si stagliano ombre profonde, a Scauri tutti sanno tutto, ci si conosce da sempre, non si è mai davvero sorpresi da quanto accade. Ma poi c’è una bambina assassinata, mentre la madre prepara la zuppa di pesce. Lea Russo ama il marito, le figlie, il suo lavoro, ha tutto per essere felice, eppure è piena di dubbi. L’assenza di Vittoria, la sua luce che agita i sogni, ha svelato in lei un’altra felicità, un’eccitazione che va cercata altrove. Lea sente il bisogno di mettersi in discussione, di dover difendere la madre assassina, e di tornare a scavare nelle proprie fantasie, negli enigmi degli altri, nella scura e attraente materia che Vittoria le ha lasciato dentro. La storia di Lea è come un romanzo d’amore poliziesco, in cui il crimine da risolvere è quello di un desiderio nascosto, che sempre più travolge e conquista la mente della protagonista. A partire dal precedente “Chi dice e chi tace”, Chiara Valerio ha inventato un mondo letterario che sembra racchiuso, circoscritto, e che invece non smette di estendersi e diventare ricco e complesso sotto i nostri occhi. La scrittrice conosce così bene i suoi personaggi che alla fine risultano familiari anche per noi. Ma come tutto ciò che è familiare, quel mondo e quei caratteri rimangono, in fondo, insondabili.

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L'avvelenatrice di uomini
Di Cathryn Kemp

Una storia di veleno, emancipazione e ribellione

Pervaso di atmosfere e ambientazioni suggestive, questo romanzo dà voce a una figura storica controversa la cui fama ha attraversato i secoli, un’eroina enigmatica e sfaccettata, legata alla sua epoca eppure modernissima, che ha lottato per riscattare sé stessa e tutte le donne dal giogo di ua società ingiusta.

Assassina o vendicatrice?

Palermo, 1632. Escono di notte, Giulia e sua madre Teofania. Percorrono i vicoli bui perché nessuno le veda intrufolarsi nel retro di un convento, dove preparano con diabolica maestria l’Acqua, un veleno tanto micidiale quanto irrintracciabile, che le donne possono somministrare di nascosto a mariti o padri, fratelli o amanti, per sottrarsi così alle loro violenze e sopraffazioni. Giulia ha appena tredici anni, eppure aiuta la madre a consegnare la pozione alle donne che la richiedono, durante la messa o nel chiuso delle case o dei bordelli. Fino a quando non è lei stessa a doversene servire… Roma, 1656. In città imperversa la peste. Le vittime sono così numerose che, a lungo, sono passate inosservate le morti di decine, forse centinaia, di uomini, spirati senza contrarre febbri ed esibendo un aspetto addirittura più florido di quando erano in vita. Ma Giulia sa di essere in pericolo. E con lei anche la figlia Girolama e la cerchia di donne che fino a adesso l’hanno aiutata e protetta. La sua Acqua tofana – come ormai è conosciuto in città quel veleno potentissimo – è fin troppo richiesta. E infatti la morte sospetta di un cardinale, fraterno amico del papa Alessandro VII, scatena i segugi dell’Inquisizione: l’ignobile commercio dev’essere fermato, la tela d’intrighi e inganni sgominata. Per Giulia è arrivato il momento di affrontare con coraggio il proprio destino…

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Io che ti ho voluto così bene
Di Roberta Recchia

Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.

«Guardava il pavimento della banchina, l’aria di uno che non si decideva a venire giù, come se da quello scalino lo aspettasse un salto nel vuoto per cui non si sentiva pronto.»

«Al pari del romanzo precedente, Recchia scava negli anfratti del dolore, della vergogna, della solitudine e del senso di colpa, ma apre uno spiraglio sul valore dell’accettazione e del perdono, il solo capace di lenire la sofferenza e schiudere un’ipotesi di futuro.» – Marzia Fontana, La Lettura

Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un’estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d’amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l’esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all’ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all’ultima pagina.

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Le certezze del dubbio
Di Goliarda Sapienza

Un romanzo irrequieto e radioso, sul senso della libertà e dell’amicizia.

Una provocazione, un furto in casa di conoscenti, ecco l’evento che apre a Goliarda Sapienza le porte del carcere romano di Rebibbia. Accolta con sospetto dalle compagne di cella per i mocassini alla moda e la camicetta di seta che indossa, la scrittrice comprende presto, però, che in prigione, dove ipocrisie e illusioni vengono meno, può finalmente essere se stessa. Ben più amara è la scoperta di quanto sia difficile tornare alla vita quotidiana, quando poche settimane dopo viene rilasciata, a un mondo che non capisce il diverso e non perdona gli errori. Romanzo di febbre e d’intelligenza, “Le certezze del dubbio” racconta, attraverso una scrittura corporea, il passaggio a quel nuovo mondo che è la città, e insieme la rivelazione che la solidarietà, l’amicizia e il calore sono possibili anche al di fuori delle mura circondariali.

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La guerra contro Gesù
Di Antonio Socci

I cristiani sono oggi la comunità più perseguitata del pianeta e contro la Chiesa è socialmente permesso un odio che sarebbe ritenuto intollerabile verso qualunque altro gruppo religioso, etnico o sociale. Questo è un fenomeno ormai noto e denunciato in Occidente anche da parte laica. Ma proprio in Occidente dilaga da duecento anni un’ideologia che attacca il cuore della fede: la figura di Gesù, l’attendibilità storica delle cronache evangeliche, la credibilità dei testimoni oculari, quindi le fondamenta stesse della Chiesa. Esistono seri motivi scientifici per negare i resoconti dei Vangeli e le ragioni della fede in Gesù di Nazaret? Antonio Socci ha passato in rassegna tutte le argomentazioni critiche smontandone la fondatezza storica e la metodologia, ma soprattutto trovandole confutate dalle scoperte archeologiche, storiche e documentarie degli ultimi decenni. Ne è nato un saggio appassionante che porta alla luce i motivi che sono alla base dell’ideologia anticristiana, e ci mostra che le moderne acquisizioni scientifiche confermano la credibilità dei testimoni oculari e la veridicità dei fatti evangelici, compresi i miracoli di Gesù e la sua resurrezione.

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L'isola delle anime. Canti del male, 3
Di Piergiorgio Pulixi

Quando vengono confinate nel limbo della sezione Delitti insoluti della questura di Cagliari, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce non sanno ancora quanto può essere feroce l’ossessione per i cold case, i casi senza soluzione. Entrambe, però, hanno imparato quanto può essere dura la vita: Mara non dimentica l’ingiustizia subita del trasferimento punitivo; Eva, invece, vuole solo dimenticare la tragedia che l’ha spinta a lasciare Milano e sbarcare in Sardegna con un biglietto di sola andata. L’irruenza e l’istinto della prima e l’acume e il dolore della seconda formano una miscela esplosiva che le porterà a indagare su una serie di omicidi di giovani donne accaduti parecchi anni prima, il giorno dei morti, in alcuni siti nuragici dell’isola. Ma quando il killer torna a colpire, da fredda, la pista diventa all’improvviso rovente. Così Eva e Mara dovranno misurarsi con i rituali di un culto antico e selvaggio, e ingaggiare un duello mortale con i propri demoni. Interrogando il silenzio inscalfibile che avvolge la sua Sardegna, Piergiorgio Pulixi spinge il noir oltre se stesso, guidando il lettore nel mistero cupo di un’isola mai così sconosciuta.

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Delitto di benvenuto. Un'indagine di Scipione Macchiavelli
Di Cristina Cassar Scalia

Dalla Roma della «dolce vita» alla quieta provincia siciliana degli anni Sessanta, un salto che il commissario Scipione Macchiavelli avrebbe evitato volentieri. Ma il trasferimento è stato imposto dall’alto, e lui sa bene il perché. Peccato non abbia nemmeno il tempo di ambientarsi: subito si trova per le mani una vicenda intricata, che lo mette alla prova come mai era successo.

Con Delitto di benvenuto Cristina Cassar Scalia ci regala un nuovo, irresistibile personaggio.

Dicembre 1964. Scipione Macchiavelli, giovane funzionario di Pubblica sicurezza, viene trasferito dal commissariato romano «Via Veneto» a Noto, in Sicilia. Ad accoglierlo, oltre a un ambiente per lui quantomeno inusuale, c’è un’indagine assai più complessa di quelle a cui era abituato. Nella capitale ha avuto a che fare con casi non troppo impegnativi; appena arrivato nell’estremo Sud della penisola gli tocca occuparsi della misteriosa scomparsa di un notabile del luogo. Per fortuna può contare su una squadra di ottimi elementi, come il maresciallo Calogero Catalano e il brigadiere Francesco Mantuso. E sull’intuito di un’affascinante farmacista, Giulia Marineo, che raccoglie le confidenze dell’intera città e dalla quale Scipione è attratto sin dal primo momento.

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L'ora di greco
Di Han Kang

Dall’autrice Premio Nobel per la Letteratura 2024

Libro finalista del Premio Gregor Von Rezzori 2024 – Narrativa straniera.

Scritto dopo La vegetariana e definito dalla stessa autrice «quasi un suo lieto fine», L’ora di greco si insinua − avvolto in un bozzolo di apparente semplicità − nella mente del lettore, come un «assurdo indimostrabile», una voce limpida e familiare che arriva da un altro pianeta.

«Un romanzo eccelso che diventa più profondo a ogni lettura.» – The Guardian

«Onirica, e con una capacità da sensitiva di scorgere e raccontare gli indizi minimi delle emozioni è la scrittura di Han Kang, già apprezzata nei romanzi La vegetariana, Convalescenza e Atti umani». – Sabina Minardi, L’Espresso

«Il collasso del linguaggio incarna il senso di smarrimento dei personaggi messi a confronto con il dolore di una perdita. Un cedimento che porta entrambi ad abbracciare il silenzio, meritevole se non altro di potenziare il rigoglio dello scorrere del tempo. Ed è proprio il quel momento, spogli e privi di qualsiasi sovrastruttura, che riescono nell’impresa più difficile. Accettarsi.» – Alice Ledronio

«L’impressioniamo viscerale di Han Kang nell’Ora di greco ci mette di fronte alla dimensione tattile del linguaggio». – Pablo Maurette, Robinson

In una Seoul rovente e febbrile, una donna vestita di nero cerca di recuperare la parola che ha perso in seguito a una serie di traumi. Le era già successo una prima volta, da adolescente, e allora era stato l’insolito suono di una parola francese a scardinare il silenzio. Ora, di fronte al riaffiorare di quel mutismo, si aggrappa alla radicale estraneità del greco di Platone nella speranza di riappropriarsi della sua voce. Nell’aula semideserta di un’accademia privata, il suo silenzio incontra lo sguardo velato dell’insegnante di greco, che sta perdendo la vista e che, emigrato in Germania da ragazzo e tornato a Seoul da qualche anno, sembra occupare uno spazio liminale fra le due lingue. Tra di loro nasce un’intimità intessuta di penombra e di perdita, grazie alla quale la donna riuscirà forse a ritornare in contatto con il mondo.

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Never flinch. La lotteria degli innocenti
Di Stephen King

Un romanzo che esplora le ombre della giustizia, la rabbia che si fa ideologia e la capacità umana di resistere e trasformare il dolore in consapevolezza. Un’opera che fonde suspense, profondità psicologica e grande intrattenimento, confermando, ancora una volta, la maestria di uno scrittore che non ha mai smesso di esplorare ciò che ci rende umani e ciò che ci rende mostri.

«Stephen King propone uno dei suoi vertiginosi intrecci: si parte con una lettera che annuncia una serie di delitti, due donne indagano. Non conta chi può essere il colpevole (il lettore lo sa dall’inizio) ma tutto il resto. Il maestro è tornato.» – Orazio Labbate, La Lettura

Quando il dipartimento di polizia di Buckeye riceve una lettera che minaccia una diabolica missione di vendetta, per l’ispettrice Izzy Jaynes inizia un’indagine oscura e pericolosa. Per fermare chi promette di «uccidere tredici innocenti e un colpevole» come riscatto per «l ‘ inutile morte di un innocente», c’è bisogno della detective Holly Gibney. Nel frattempo, Kate McKay, attivista carismatica, simbolo di una nuova ondata di femminismo, inizia un tour di conferenze che attraverserà diversi Stati. Mentre le sale si riempiono di sostenitori e detrattori, qualcuno trama nell’ombra per metterla a tacere. All’inizio si tratta solo di piccoli sabotaggi, ma presto il pericolo si fa reale. Holly accetta di fare da guardia del corpo a Kate, tra la difficoltà di difendere chi non accetta protezione e l’accanimento di uno stalker rabbioso che agisce nel nome di una verità distorta. Le due storie si rincorrono e si intrecciano, tra personaggi nuovi e volti noti, come la leggendaria cantante gospel Sista Bessie e un assassino che ha fatto della violenza il suo culto, in un finale stupefacente che solo un maestro come Stephen King poteva concepire. Never flinch – La lotteria degli innocenti è una delle prove narrative più intense di Stephen King.

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Il mio nome è Emila del Valle
Di Isabel Allende

A quarant’anni da La casa degli spiriti un nuovo tassello si aggiunge alla saga famigliare dei del Valle

Una storia di amore e guerra, di scoperta e redenzione, raccontata da una giovane donna coraggiosa che affronta sfide monumentali, sopravvive e si reinventa.

«Emilia Del Valle non può sapere cosa succederà in futuro, quindi la sua è una memoria che non include l’oggi, eppure si riflette con forza sul domani. Volevo raccontare la sua storia e lasciare che il lettore tragga le sue conclusioni.» – Isabel Allende, Tuttolibri

«Dopo i morti, il carcere, il dolore, perfino l’eccentrica Paulina del Valle […] corre in suo aiuto. Ma solo dopo un ultimo viaggio, nel luogo magico dove affondano le sue radici, Emilia potrà ricominciare.» – Il Venerdì

Emilia del Valle Walsh nasce a San Francisco nel 1866. Sua madre, Molly Walsh, è una suora irlandese sedotta da un aristocratico cileno. Emilia cresce nel cuore di un umile quartiere messicano, diventando una giovane donna brillante e indipendente che sfida le norme sociali per perseguire la sua passione per la scrittura. Da giovanissima, inizia a scrivere romanzi d’avventura sotto lo pseudonimo di Brandon J. Price, ma la sua carriera decolla quando diventa editorialista al San Francisco Examiner. Emilia convince il suo editore a mandarla in Cile per coprire una guerra civile con interessi economici e politici statunitensi. Così, nel 1891, si ritrova a Santiago, una città sull’orlo del baratro. Ospite della (già nota ai lettori) mitica Paulina del Valle, vive gli scontri in prima linea, s’innamora e riprende contatto con il padre biologico in punto di morte. Emilia dovrebbe tornare a San Francisco, anche per coronare il suo amore, ma decide prima di voler vedere una piccola proprietà terriera, l’unica eredità lasciatale dal padre, nei pressi del lago Pirihueico, in una zona disabitata di inviolata bellezza naturalistica.

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Il pappagallo muto. Una storia di Sara
Di Maurizio De Giovanni

Una nuova, attesissima indagine di Sara Morozzi, l’ex agente dei Servizi segreti più amata dai lettori.

Al parco, seduti su una panchina vicino ai bambini che giocano, potrebbero sembrare due innocui vecchietti, Sara Morozzi e Andrea Catapano. Nessuno indovinerebbe che sono stati per anni i migliori agenti sulla piazza. A sorpresa, ora, i Servizi hanno di nuovo bisogno della donna invisibile e del cieco dalle straordinarie doti investigative. Si tratta di un’operazione in cui non possono usare mezzi tecnologici, solo l’intercettazione personale alla vecchia maniera, che i due maneggiano come nessun altro. Decidono di accettare: se hai fatto quel lavoro, ti resta nel sangue, non riesci a tirarti indietro nemmeno dopo anni. Ma Sara e Andrea capiscono presto di aver sbagliato a rimettersi in attività. L’incarico potrebbe portarli a rischiare grosso, stretti in un ingranaggio troppo più grande di loro. Per fortuna non è sola, Mora: Teresa è sul piede di guerra, e ci sono i fidatissimi Pardo e Viola, oltre al Bovaro del Bernese Boris, a vegliare sul suo destino incerto e su quello di Andrea, in un’indagine che rivelerà, una svolta dopo l’altra, un intricato groviglio di interessi segret

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Indagine su Gesù
Di Antonio Socci

Chi è Gesù? Perché nessuno, dopo duemila anni, si sottrae al suo fascino? Anche i “lontani” non sanno nascondere lo stupore, l’ammirazione e l’incanto per quest’uomo misterioso, potente e buono, unico al mondo, “il più bello fra i figli degli uomini”: da Marx a Renan, da Rousseau a Nietzsche, da Borges a Kafka, da Camus a Salvemini, da Kerouac a Pasolini, da un “persecutore” come Napoleone a una personalità come Gandhi, fino al libro dell’Islam, il Corano. Come e perché in soli tre anni di vita pubblica egli ha potuto capovolgere la storia umana? Lo affermano anche pensatori laici come Benedetto Croce: “il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto”. Ha portato nel mondo la libertà, la dignità di ogni persona (a partire dai più derelitti), le nozioni di diritti dell’uomo e di progresso, un oceano di carità. Ha spazzato via la schiavitù, ha salvato la cultura antica, ha dato nobiltà al lavoro ricostruendo un’Europa devastata, inventando la tecnologia, le università, la scienza, gli ospedali, l’economia, l’arte, la musica. Il libro di Antonio Socci ricostruisce questa straordinaria rivoluzione e indaga sul mistero di Gesù, preceduto da duemila anni di attesa e seguito da altrettanti di amore. Circa trecento profezie messianiche, nelle Sacre Scritture, con secoli di anticipo hanno tracciato il suo perfetto identikit: data e luogo di nascita e di morte, le sue opere, addirittura il supplizio della crocifissione.

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Le camelie invernali
Di Ermal Meta

Le camelie invernali è la storia di un conflitto viscerale tra due famiglie legate da segreti inconfessabili e da una tradizione oscura e ancestrale. E segna il ritorno di un narratore che ha stupito il mondo con il suo romanzo d’esordio, “Domani e per sempre”, con una storia potente e un affresco storico di grande fascino.

«Chi rimane racconta sempre di quelli che se ne sono andati, che hanno cambiato vita, come se una parte di loro fosse rimasta ancora lì, in una vecchia strada, nell’angolo in cui ci si dava appuntamento, su una panchina che non usa più nessuno, da qualche parte. Chi se ne va, invece, vuole dimenticare, fino a quando quella parte di vita diventa solo un racconto dettagliato che appartiene a qualcun altro e nulla di più.»

Albania. 2025. Lara, una giornalista italiana, di genitori albanesi, fa ritorno in Albania per intervistare un uomo di cui non sa il nome, che vive rinchiuso nella sua abitazione da trent’anni, dal 1995. Non sa cosa la aspetta, non sa che questo incontro cambierà la sua vita. Albania. 1995. Due famiglie. Halil e Rozafa hanno perso la figlia, Nina, scomparsa nel nulla e mai più ritrovata. Sono rimasti con il figlio maggiore, Uksan. Zek è un uomo violento, picchia sua moglie Odeta e il loro figlio Samir. Samir e Uksan sono coetanei, amici per la pelle, con la vita davanti, anche in una terra senza futuro. Un equivoco, una banale lite e Halil, padre di Uksan, picchia a morte Zek, padre di Samir. Scatta il Kanun, la riparazione del delitto. Samir, ora, è obbligato dalla sua famiglia a preservarne l’onore, vendicare il sangue versato, uccidere il suo amico fraterno Uksan. L’amicizia tra i due ragazzi, il desiderio di libertà sarà più forte della vendetta. E Lara chi sta andando a incontrare?

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L'amore mio non muore
Di Roberto Saviano

Questo è un romanzo. Racconta una storia impossibile. Una storia vera.

«Ho deciso di scrivere questo libro per raccontare la storia d’amore più drammatica e potente in cui mi sia imbattuto. Quella di Rossella Casini, giovane piena di vita, vittima di ’ndrangheta. È una storia che raccoglie tutti i colori dell’umano sentire: l’ingenuità e lo slancio, la devozione e l’ossessione, l’amicizia, il desiderio, il coraggio, la delusione, il tradimento, lo schifo, la tragedia. Eppure, per Rossella, la certezza che proprio nell’amare risieda l’unica possibilità di verità e di senso non viene mai meno. L’amore non muore».
Roberto Saviano

Rossella Casini ha poco più di vent’anni, è di Firenze, ha un padre e una madre affettuosi che non le fanno mancare nulla. La sua è un’esistenza tranquilla, anche se siamo nell’Italia del ’77, le piazze sono animate dalle contestazioni politiche, nelle strade si riversano rabbia, violenza, molta eroina. Ad agitare la vita di Rossella, da un giorno all’altro, ci pensa Francesco: lui è uno studente calabrese fuori sede. Il sentimento che nasce fra loro è qualcosa che nessuno dei due aveva mai provato. Trascorsi i primi mesi spensierati, Rossella scopre che la famiglia di Francesco è legata a una potente ’ndrina della Piana di Gioia Tauro. Durante una vacanza a Palmi, dove ha portato anche i genitori, assiste allo scoppio di una faida: un vortice di violenza che travolge tutto e tutti, dal quale Rossella sceglie di non scappare, almeno non senza Francesco. È convinta che il loro amore sia così potente da fermare la mattanza. Che sia il lievito necessario per cambiare il corso delle cose. Il 22 febbraio 1981 Rossella Casini sparisce misteriosamente dopo aver annunciato il proprio rientro a casa. Nessuno la rivedrà più. Sebbene il corpo non sia stato ritrovato, è riconosciuta dallo Stato come vittima di ’ndrangheta. Roberto Saviano ha scritto il romanzo della sua storia, un’avventura umana che strazia, ricolma d’amore, di violenza e di coraggio.

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Il gioco del potere
Di Federico e Jacopo Rampini

Un thriller dal ritmo serrato, in cui l’innovazione tecnologica può determinare le sorti del pianeta, ma anche la storia di un padre e di un figlio, divisi da incomprensioni e silenzi, che nel caos degli eventi troveranno un modo per riavvicinarsi. Al centro, lo spietato gioco del potere, in cui le alleanze si spezzano, i principi si piegano e la lealtà si vende al miglior offerente. L’unica regola è vincere.

Nel 2027 il mondo è sull’orlo di una guerra: la Cina stringe d’assedio Taiwan e gli Stati Uniti preparano una risposta. Nel cuore di questo scontro planetario, un’azienda italiana diventa una preda ambitissima: NaviTech, leader nella produzione di microchip avanzati, possiede segreti industriali che potrebbero cambiare i destini del mondo. E tutti li vogliono. Ma quella tra Cina e Stati Uniti non è l’unica guerra che l’azienda dovrà affrontare. Ottavio De Luca, il visionario fondatore, non ha mai designato un erede. Si prepara quindi una violenta lotta per la successione. La favorita sembra essere la figlia maggiore, Caterina, che ha affiancato Ottavio per tutta la vita, con ottimi risultati. Ma il nipote, Stefano, l’attuale CEO, è disposto a tutto pur di mantenere il potere. Di certo nessuno darebbe credito al figlio minore, Gregorio, considerato da sempre la pecora nera, che per uscire dall’ombra del padre si è trasferito a New York e ha inseguito il sogno di diventare fotografo. La sua carriera, però, non è mai decollata e, con l’avvicinarsi dei quarant’anni, il peso del fallimento accende in lui un desiderio di riscatto. Federico e Jacopo Rampini scrivono un romanzo in cui le grandi questioni geopolitiche si intrecciano con le relazioni familiari.

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Tra lei e me
Di Giampaolo Simi

Due uomini, l’omicidio di una donna, la notte interminabile prima di un interrogatorio e un narratore di razza che inchioda il lettore in una rete ambigua, una storia di ribaltamenti e colpi di scena nella quale è assai arduo decidere da che parte stare.

«Simi analizza i rapporti tra esseri umani in maniera implacabile in un’epoca come la nostra in cui l’egoismo sembra essere dominante ovunque. Nei tradimenti, negli omicidi, nei colpi bassi e anche nell’amore.» – Simone Innocenti, La Lettura

Pietro Valvassori fa l’avvocato e gira su una bici nera con i freni a bacchetta e le borse di pelle. I capelli gli si sono ingrigiti a trent’anni, l’orecchino se l’è messo quando ha detto addio a una onesta ma anonima carriera da rugbista. Ora ha superato i cinquanta e porta cravatte bizzarre. Non è un principe del foro ma ha fama da difensore dei deboli. È diventato anche l’avvocato di riferimento per donne vittime di violenza. Qualche volta, anzi troppe, lavora pro bono. Poi, un giorno, l’avvocato delle giuste cause fa una specie di inversione a U, per la prima volta accetta di difendere un indagato per omicidio, per un femminicidio: Lorena, agente immobiliare di un certo successo, è stata strangolata in un immobile che trattava in esclusiva. Solo poche ore dopo aver salutato il compagno Leandro. Le indagini della polizia virano proprio su Leandro che invece, con determinazione, si dichiara innocente e affida a Valvassori la difesa. La notte prima dell’interrogatorio l’avvocato incontra il suo assistito. Chi è veramente Leandro, chi era Lorena? Qual era il loro rapporto, quali crepe nascondeva, cosa ha in mano la polizia per sospettare del compagno della vittima? L’avvocato fa di tutto per minare la sicurezza dell’indagato, trascinandolo su un ring in cui non si risparmiano colpi proibiti e la realtà dei fatti si rivela un gioco di specchi infranti. Da cui emergerà non solo la verità sulla morte di Lorena ma soprattutto l’enigma delle relazioni sentimentali, della dinamica dell’amore, dal fervore appassionato al disagio dell’assuefazione. In cui una sottile, incorporea crudeltà accomuna chi si insegue e si desira e chi ha smesso di desiderarsi. Giampaolo Simi ci consegna forse il suo romanzo più teso. Una lunga notte, un palcoscenico in cui serpeggia una doppia tensione: credere a un uomo accusato di aver ucciso la compagna o al suo avvocato che pretende dall’assistito una sincerità che sembra coincidere solo con una piena confessione? Alla fine, dopo il buio, sarà l’alba a portare finalmente la luce.

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Quel posto che chiami casa
Di Enrico Galiano

Vera non è mai stata sola. Da quando è bambina, una voce l’accompagna ovunque: la sveglia di notte, la incalza, la consola. È la voce di suo fratello Cè, morto quando lei aveva quattro anni. È una voce ironica e tagliente, capace di regalarle pensieri stravaganti come: «Non esiste un sinonimo di sinonimo» o «La neve è la prova che non hai bisogno di urlare per farti vedere». Ma è anche un giudice severo, che la mette alle strette con una semplice domanda: «Sei davvero Vera?». Ma chi era Cè? Per i genitori è stato il figlio perfetto, e Vera ha vissuto ogni giorno nella sua ombra. Ogni scelta è un confronto impossibile, persino quella di studiare giurisprudenza: Vera lo fa per sé stessa o per inseguire un fantasma? Per fortuna con lei c’è Gin, la sua migliore amica, che trova sempre il modo per farla ridere e sentire meno strana. Poi accade qualcosa di inspiegabile. Vera sa che non dovrebbe dare ascolto alla voce di Cè. Eppure, un giorno, decide di mandare tutto all’aria e di inseguire una coccinella dietro i cancelli di una clinica. Qui incontra Francesco: un ragazzo che sembra conoscerla più di chiunque altro. Forse è lui l’unico che può aiutarla a scoprire il segreto che la sua famiglia tiene nascosto da anni. Perché Francesco le insegna una cosa semplice, ma difficilissima da accettare: Vera non è pazza. È soltanto viva. Ed essere vivi, a volte, non è poi così diverso dall’essere pazzi.

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Il giorno dell'ape
Di Paul Murray

Libro vincitore del Premio Strega Europeo 2025
Libro vincitore dell’Irish Book Award 2023

Incluso nella shortlist del Booker Prize
Incluso nella longlist del Premio Gregor Von Rezzori 2025

Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso.

«Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti».

«Il giorno dell’ape di Paul Murray conferma la vitalità del genere romanzesco e la sua capacità di pietas per le debolezze e le sventure umane.» – Sandro Veronesi, La Lettura

«Una grande promessa che con questo romanzo diventa una grande certezza». – Stefania Vitulli, Il Giornale

«Il giorno dell’ape di Paul Murray è un’apocalisse quotidiana: non ci sono fiamme ma tormenti, apparentemente leggeri. Una puntura che arriva all’improvviso.» – Roberto Saviano

«Le pagine de Il giorno dell’ape brulicano di vita, rabbia, amore. Se poggi le mani sulle parole, si staccano dalla carta e diventano vere. Che magia.» – Antonella Lattanzi

La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, “Il giorno dell’ape” è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.

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Vita di Gesù. Con il commento di Papa Francesco
Di Andrea Tornielli

Chi era davvero Gesù di Nàzaret? In questo volume, Andrea Tornielli accoglie la sfida di raccontare la sua storia, la sua vita terrena, dalla nascita a Betlemme, con una mangiatoia come prima culla, fino alla morte sulla croce, nell’estremo sacrificio, e alla resurrezione.

Un racconto della vita di Gesù di Nàzaret basato su studi storici e capace di mantenere l’immediatezza e la semplicità della testimonianza offerta dai discepoli. «L’incontro con Gesù, oggi come duemila anni fa, è una questione di cuore, di sguardi, di commozione che prende fin nelle viscere: è più nella sua persona che nella sua dottrina.» Chi era davvero Gesù di Nàzaret? In questo volume, Andrea Tornielli accoglie la sfida di raccontare la sua storia, la sua vita terrena, dalla nascita a Betlemme, con una mangiatoia come prima culla, fino alla morte sulla croce, nell’estremo sacrificio, e alla resurrezione. Lo fa unendo in un’unica narrazione i testi dei quattro Vangeli – le testimonianze degli amici di Gesù, degli apostoli, dei testimoni oculari che lo hanno seguito per tre anni lungo le strade della Galilea e della Giudea – e li alterna a un personale tentativo di ricostruire con l’immaginazione, e con l’aiuto dei più autorevoli studi storici, tutto ciò che gli evangelisti non hanno scritto. L’autore permette in questo modo ai lettori di “entrare” nel Vangelo per incontrarne il Protagonista, “vederlo” parlare, commuoversi, soffrire, diffondere la sua Parola e compiere miracoli. Intessuti nella narrazione, i commenti e le riflessioni di Papa Francesco ci accompagnano di episodio in episodio, riportandoci spesso al momento attuale, per ricordare che Gesù continua a vivere tra la gente ed è sempre possibile incontrarlo, oggi come un tempo sulle rive del lago di Tiberiade, scorgendolo sul volto degli altri, dei poveri, di chi soffre, di quegli uomini e donne a cui il Nazareno non ha mai negato il proprio sguardo d’amore.

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Triste tigre
Di Neige Sinno

Libro vincitore del Premio Strega Europeo 2024

Vincitore del Prix Goncourt des lycéens 2023 e del Prix Femina 2023

Un libro, che usa la scrittura come un martello, attraversato da una domanda: colui che ha creato l’agnello ha creato anche la tigre?

Io ho voluto crederci, ho voluto sognare che il regno della letteratura mi avrebbe accolta come una delle tante orfane che vi trovano rifugio, ma neppure attraverso l’arte si può uscire vincitori dall’abiezione. La letteratura non mi ha salvata. Io non sono salva.

«Leggere Triste tigre è come calarsi in un abisso con gli occhi aperti. Ti costringe a vedere, a vedere davvero, cosa significa essere un bambino abusato da un adulto, per anni. Tutti dovrebbero leggerlo. Soprattutto gli adolescenti». – Annie Ernaux

«Ricordate questo nome: Neige Sinno. Ha scritto un libro che è un evento». – Les Inrockuptibles

«Sinno moltiplica i punti di vista per non rimanere sola di fronte alla catastrofe». – Libération

«Triste tigre è un’opera potente, meditativa, impressionante, che alterna dolcezza, tormento, pacificazione, rabbia». – Télérama

Doveva avere sette anni, forse nove, non lo ricorda con esattezza Neige quando il suo patrigno ha cominciato ad abusare di lei. A parte il momento esatto in cui tutto ha avuto inizio (il trauma ha alterato per sempre la cronologia dei fatti), i ricordi sono perfettamente incisi nella mente e nel corpo della donna che Neige è diventata. La decisione a diciannove anni di rompere il silenzio, la denuncia, il processo pubblico, il carcere per lo stupratore, la vita nuova molto lontano dalla Francia. E quella donna si è interrogata a lungo se scrivere il libro che stringete tra le mani, perché trovava solo motivi per non farlo. Fino al giorno in cui il passato l’ha raggiunta e l’impossibilità di scrivere è diventata impossibilità di non scrivere. Questa che leggerete non è «soltanto» la storia di una bambina che è stata violentata per anni da un adulto; è la ricerca pervicace degli strumenti per dire di quell’altro luogo, il paese delle tenebre dove vivono tutti quelli come Neige; è il rifiuto netto della retorica delle vittime (nessuna resilienza, nessun oblio, nessun perdono); è la necessità di trovare semplici parole precise che dichiarino l’irreparabilità del danno; è l’urgenza di rendere testimonianza, sì, ma collettiva. Perché l’abuso si consuma in una dimensione separata di omertà e solitudine, una dimensione che è fisicamente la stessa in cui si svolge il resto della vita, ma che si sovrappone come un doppio di intollerabile nitore. Triste tigre è il viaggio in questa dimensione, è il dialogo necessario con i grandi della letteratura che questa dimensione l’hanno interrogata, e che hanno fornito all’autrice gli strumenti per tutto questo.

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Il ballo
Di Irène Némirovky

Antoinette ha quattordici anni e vive con i genitori a Parigi. La sua è una famiglia dalla ricchezza improvvisata, gretta e ipocrita: il padre, senza scrupoli, è riuscito ad accumulare una fortuna; la madre, frivola e arcigna, sogna un giovane amante che la faccia sentire ancora viva. Desiderosi di essere accettati a pieno titolo dall’alta società parigina, i signori Kampf decidono di organizzare un gran ballo nella loro lussuosa dimora. Ma ad Antoinette viene vietato di partecipare, anzi, la madre trasforma la sua stanza nel bar, obbligandola a dormire per quella notte in uno sgabuzzino: non può accettare che la figlia, nel fiore dell’età, oscuri il suo debutto in società. E per questo la giovane decide di vendicarsi con uno smisurato e istintivo gesto di ribellione che avrà conseguenze crudeli, drammatiche e irresistibilmente grottesche. Un classico breve e perfetto, scritto in uno stile essenziale, ricco dell’ironia fulminante e mordace che ha fatto di Irène Némirovsky una dei più grandi e amati narratori del Novecento.

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M. La fine e il principio
Di Antonio Scurati

Nell’ultimo pannello della saga di M, Antonio Scurati ci mostra il fascismo repubblichino e lo scempio di piazzale Loreto come mai era stato fatto prima e, mettendo in campo tutta la potenza e la pietas della letteratura, ci racconta la tragica fine del dittatore.

Il cadavere tornerà, io tornerò perché i morti non pesano soltanto, i morti sopravvivono.

«È la pagina più nera, delle pagine nere, la più terribile tra tutte le pagine nere del fascismo… ed è la pagina forse più dimenticata.» – Antonio Scurati a Che tempo che fa

All’indomani della seduta del Gran Consiglio che lo depone, il 28 luglio 1943 Benito Mussolini viene deportato a Ponza. Ma su quell’isola dove il regime ha confinato decine di dissidenti il Duce rimane giusto il tempo per celebrare, solo, il suo sessantesimo compleanno; poi viene spostato a Campo Imperatore, in cima al Gran Sasso. Ha perso tutto, non spera più niente. Liberato con un blitz dei paracadutisti del Führer, ricongiunto a una famiglia di cui fa parte uno dei suoi traditori, Galeazzo Ciano, Mussolini viene posto da Hitler a capo di uno Stato fantoccio immobile e plumbeo come le acque del lago di Garda da cui dovrebbe governarlo: la Repubblica sociale italiana. Ma la bestia ferita tenta il suo ultimo colpo di coda. Sono i seicento giorni, dal settembre del 1943 all’aprile del 1945, in cui il nostro Paese conosce la sua ora più buia: è l’ora della violenza più bassa e vile, della Legione Muti e della banda Koch che portano il terrore nelle città, della caccia agli ebrei, dei bombardamenti, della guerra civile. Siamo all’ultimo atto della tragedia del fascismo e della guerra. È la fine dell’impero, della monarchia, la fine dell’uomo che più di ogni altro ha marchiato a sangue il corpo della nostra storia, Benito Mussolini. È la fine di tutti i coprotagonisti, i cortigiani, i conniventi, quelli che fuggono e quelli che rimangono accanto al Duce fino all’ultimo, quelli che cercano “la bella morte” e quelli che hanno continuato a vivere nel dopoguerra cambiando pelle. Ancora una volta non c’è niente di inventato nel dramma di cui si compie l’atto finale.

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La strada giovane
Di Antonio Albanese

Ispirato a una storia familiare, La strada giovane è il primo romanzo di Antonio Albanese, che rivela un talento per la narrazione tesa, a tratti drammatica, venata di tenerezza. Nino è un protagonista struggente e vero, di cui è impossibile non innamorarsi.

«Addentandolo, Nino non riuscì più a trattenere il pianto, perché quello, per quanto secco, era pane vero, il primo che mangiava da settimane, da mesi, da prima di finire internato. Non sapeva ancora di casa, quel pane, ma almeno non sapeva di cenere.»

«È un omaggio ai ragazzi, alla loro forza, al loro potenziale ignorato. Non spaventatevi davanti alle porte chiuse. Apritele.» – Antonio Albanese, La Lettura

«E si capisce, leggendo questo libro, anche qualcosa di più del teatro di Antonio, il suo teatro comico dalla fisicità straripante, nel quale nessuna parola ha il diritto di rimanere in scena se non diventa corpo.» – Michele Serra, Robinson

«Tensione, drammaticità e tenerezza convivono nel primo romanzo di Antonio Albanese.» – Ansa

Nino, giovane panettiere siciliano, viene catturato dopo l’8 settembre. Dell’armistizio non ha capito granché, credeva che i tedeschi lo rispedissero a casa dalla sua famiglia, nelle Madonie, invece quel treno lo ha portato in un campo di prigionia in Austria, a patire fame, freddo e paura. Nino è un IMI, un internato militare, senza nemmeno i diritti di un prigioniero. Qualche conforto gli viene dall’amicizia con Lorenzo, un giovane toscano colto e spigliato, che con lui lavora nelle cucine governate dal Piemontese, un gigantesco macellaio. Insieme, i tre colgono l’occasione dello scompiglio per i festeggiamenti di capodanno del ’44 per fuggire. Ma fuori il freddo, la fame e la paura non mordono meno: orientarsi non è semplice, trovare cibo e riparo è un’impresa, e la gente è terrorizzata e feroce. La Sicilia sembra irraggiungibile e Nino lascia sul terreno, chilometro dopo chilometro, innocenza e giovinezza. Eppure, a sorreggerlo nel suo interminabile viaggio attraverso i territori occupati dai nazisti, dove combattono le bande partigiane e continuano i bombardamenti, e poi nella devastazione di un Sud martoriato dall’avanzata degli Alleati, c’è il ricordo della bellezza, il calore degli affetti. Mentre si nutre con le lumache rosse che emergono dal terreno dopo la pioggia, emergono anche le sue memorie: la festa del Santo a Ferragosto, il profumo di burro e vaniglia dei biscotti preparati dal padre, il sapore dei babaluci in umido, l’emozione della Targa Florio, la celebre corsa automobilistica. E il calore dei baci di Maria Assunta che, forse, lo sta ancora aspettando e che lui desidera riabbracciare a ogni costo.

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Per fortuna ci siamo persi. L'arte del viaggio imprevedibile
Di Maurizio Serafini

Venti avventure pirotecniche attraverso il globo, per regalare un sorriso e una lacrima a tutti i giramondo.

Che si tratti di partire al seguito di una carovana di saltimbanchi e artisti per attraversare il Sahara, affrontare pirati malesi e isole proibite in preda a reminiscenze salgariane, oppure realizzare un fotoromanzo satirico durante una spedizione in Himalaya, Maurizio è pronto a godersi gli imprevisti. Le storie surreali e verissime di un globetrotter che esce spesso dalla strada segnata, e con un pizzico di azzardo e di poesia ci offre un inno allo spirito libero, e un po’ folle, del viaggiatore.

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Spera. L'autobiografia
Di Papa Francesco

Libro vincitore del Premio Bancarella Unicum 2025

Ricco di rivelazioni, di aneddoti, di illuminanti riflessioni, un memoir emozionante e umanissimo, commovente e capace di umorismo, che rappresenta il “romanzo di una vita” e al tempo stesso un testamento morale e spirituale destinato ad affascinare i lettori di tutto il mondo e a incarnare il suo lascito di speranza per le generazioni future. Il volume è arricchito da alcune straordinarie fotografie, anche private e inedite, provenienti dalla disponibilità personale di papa Francesco.

«Non c’è niente che mi rallegri oggi quanto incontrare i bambini: se da fanciullo ho avuto i miei maestri del sorriso, ora che sono vecchio spesso sono i bambini i miei mentori. Sono gli incontri che mi emozionano di più, che più mi fanno stare bene. E poi quelli con i vecchi: gli anziani che benedicono la vita, deponendo ogni risentimento, che hanno la gioia del vino che si è fatto buono negli anni, sono irresistibili. Hanno la grazia del pianto e del riso, come i bambini. Quando li prendo in braccio, nelle udienze in piazza San Pietro, il più delle volte i bambini sorridono; altri invece, vedendomi tutto vestito di bianco, credono che io sia il dottore che viene a fargli l’iniezione, e allora piangono. Sono campioni di spontaneità, di umanità, e ci ricordano che chi rinuncia alla propria umanità rinuncia a tutto, e che quando ci diventa difficile piangere seriamente o ridere appassionatamente è allora che è davvero iniziato il nostro declino. Diventiamo anestetizzati, e gli adulti anestetizzati non fanno bene né a se stessi, né alla società, né alla Chiesa.»

Per volontà di papa Francesco questo eccezionale documento avrebbe dovuto in un primo momento vedere la luce solo dopo la sua morte. Ma il nuovo Giubileo della Speranza e le esigenze del tempo lo hanno risolto a diffondere ora questa preziosa eredità. “Spera” è la prima autobiografia mai pubblicata da un papa nella storia. Un’autobiografia completa, la cui stesura ha impegnato gli ultimi sei anni, che procede dai primi del Novecento, con le radici italiane e l’avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l’infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l’intero pontificato e il tempo presente. Nel raccontare con intima forza narrativa le sue memorie (non tralasciando affatto le proprie passioni), Francesco affronta senza alcuna dissolvenza anche i nodi cruciali del pontificato e sviluppa con coraggio, schiettezza e profezia i più importanti e dibattuti temi della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni.
A cura di Carlo Musso

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Le vite parallele. Un nuovo inizio per il Commissario Casabona
Di Antonio Fusco

Un letto vuoto. Una bambina scomparsa nella notte. Un commissario con un pensiero fisso: riportarla a casa

Mentre sulla cittadina toscana di Valdenza si addensa una coltre di nubi cariche di neve, il commissario Casabona, di passaggio in questura per sistemare le ultime cose, ha un unico pensiero: tornare quanto prima in ospedale a fianco della moglie Francesca, le cui condizioni di salute lo hanno spinto a chiedere un incarico meno impegnativo. Ma la sua determinazione sta per essere spazzata via da un caso che ha sconvolto i suoi uomini e l’intera provincia: una bambina di tre anni letteralmente svanita nel nulla; una madre in lacrime che, entrando nella cameretta dove l’ha lasciata la sera prima, trova il letto vuoto. Quando l’ispettore Proietti gli mostra la foto di Martina, con il suo caschetto biondo e lo sguardo limpido e fiducioso, Casabona riesce a stento a conservare la sua fermezza. Può davvero sottrarsi al grido di aiuto di quegli occhi e lasciare la sua squadra senza una guida? Ben presto i sospetti si concentrano su un balordo cocainomane da cui la madre ha ricevuto esplicite minacce, e con il quale intratteneva rapporti piuttosto torbidi. Una soluzione servita su un piatto d’argento, eppure qualcosa non quadra, e Casabona sente per istinto che la madre non è l’unica fra le persone vicine a Martina ad avere dei segreti. È il momento di prendere in pugno l’indagine e scavare molto più a fondo. Una ricerca che trascinerà Casabona in un mondo popolato di maschere e vite parallele, abilmente nascoste dalla facciata della pubblica virtù… Che cosa è successo alla piccola Martina? Qualcuno l’ha portata via, oppure è uscita da sola per poi smarrirsi nei boschi? E soprattutto: ha ancora senso, dopo tanti giorni, aggrapparsi alla speranza di ritrovarla viva?

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I sette corvi
Di Matteo Strukul

Una leggenda riecheggia tra le montagne e le tinge di sangue.
Un autore da oltre un milione di copie.
Una leggenda che si scaglia come una maledizione e delle strane morti che potrebbero celare una mano diversa da quella umana.

«Una verve narrativa straordinaria. Strukul è nato sapendo scrivere.» – Giuseppe Scaraffia

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l’ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell’omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent’anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un’antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch…

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Il tallone da killer
Di Alessandro Robecchi

Due killer in azione in una Milano malavitosa. Un noir esilarante intriso di acida ironia e sferzante denuncia sociale.

«Arguto e pungente, graffiante e ironico, capace di far ridere amaro. Il tono dominante è uno humour ora agrodolce, ora di denuncia sociale, ora cinico, ora esilarante, ora tutte queste cose assieme.» – Severino Colombo, La Lettura

Il Biondo e Quello con la cravatta sono due soci ben affiatati, artigiani meticolosi e molto richiesti: sono killer che eliminano la gente a pagamento. Si comportano secondo un’etica del lavoro calvinista, guidati dalla razionalità dell’imprenditore previdente, alle prese con la concorrenza, le insidie del mercato, le spese di gestione, attenti alla sicurezza sul lavoro. Un giorno al Biondo e a Quello con la cravatta capita un incarico che richiede un salto di qualità. Non si tratta stavolta di servire la solita clientela media: l’obiettivo è un arcimilionario, un esponente dell’altissima finanza che vive in una favolosa non-zona sospesa tra Londra e Milano. Una preziosa occasione – riflettono i due soci –di passare dalla gestione ordinaria agli omicidi di alta gamma, perché «il comparto che non conosce crisi è quello del lusso, quindi conviene di più ammazzare i ricchi». Serena Bertamé, un sogno di signora che vuole morto l’amante Andrea De Carli, padre naturale di suo figlio, pare la cliente ideale per un riposizionamento sul mercato e un sostanzioso adeguamento delle tariffe. Incassato l’anticipo, però, piovono le complicazioni, i contrattempi, le difficoltà impreviste, in un ottovolante di equivoci, colpi di scena, incidenti, avventure e sconvolgimenti vertiginosamente intrecciati, in ambienti esclusivi ed extra lusso dove si mischiano fondi di investimento e realtà inconfessabili. Con i suoi killer dalla battuta pronta, già comparsi in un romanzo e in alcuni racconti, Alessandro Robecchi crea una commedia esilarante e nerissima, intrisa di acida ironia e di una sferzante denuncia della disperazione sociale dei nostri tempi.

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La profezia del povero Erasmo
Di Andrea Vitali

In una strepitosa tragicommedia dal ritmo serrato, Andrea Vitali dà vita a una coppia di sfaccendati Bonnie e Clyde di provincia, irresistibili nella loro scelleratezza. Li racconta con l’arguzia e il gusto per l’assurdo che lo hanno reso uno degli autori più amati in Italia: trascinandoci insieme verso il baratro, con il sorriso.

Anni Trenta. Un corpo senza identità ritrovato sulla riva di un lago non è mai un buon segno, ma quello che Ariella Achermann ritrova in una nebbiosa mattina di novembre porta con sé più di un mistero. Tre anni prima, a Bellano, dopo il funerale dell’onesto fruttivendolo Erasmo Siromalli, l’annoiato e gaudente figlio Cletto non ha alcuna intenzione di prendere in mano il negozio del padre: non si sente fatto per la monotona esistenza di un bottegaio, in quel paesino di poche case affacciato sul lago. Sembra destino quando, durante un viaggio a Lecco per stringere un accordo con un losco rivenditore, incontra per caso Gioietta Vendoli, operaia col sogno di Cinecittà che farebbe di tutto per sfuggire alla madre Castica. Cletto, quasi per gioco, si finge un prospero grossista, mentre anche lei millanta una posizione sociale più elevata. È solo l’inizio di una serie di bugie, fraintendimenti e imbrogli che porteranno i due giovani, in un’escalation comica e terribile, a una fuga rocambolesca con conseguenze funeste per i malcapitati che incroceranno il loro cammino…

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Atti umani
Di Han Kang

Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.

Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l’aria di un “orribile tanfo putrido”. Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. Quando i militari hanno aperto il fuoco su un corteo di protesta è iniziata l’insurrezione, seguita da brutali rappresaglie; “Atti umani” è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente. Conosciamo il quindicenne Dong-ho, alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, la redattrice che ha assaggiato il “rullo inchiostratore” della censura e i “sette schiaffi” di un interrogatorio; l’anonimo prigioniero che ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane operaia calpestata a sangue da un poliziotto in borghese. Dopo il massacro, ancora anni di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere del millennio stentate aperture, parziali ammissioni, tardive commemorazioni. Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.

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Follie di Brooklyn
Di Paul Auster

Con un matrimonio fallito e una brutta malattia alle spalle, Nathan Glass torna a Brooklyn con l’intenzione precisa di cercare un buon posto per morire. Ma il caso ha in serbo per lui ancora molti avvenimenti, incontri ed emozioni.

Quando hai vissuto a lungo come me tendi a pensare di aver ascoltato di tutto, di non poterti piú stupire di nulla. Ti viene pure voglia di vantarti della tua esperienza del mondo e poi, ogni tanto, ti ritrovi di fronte a qualcosa che ti catapulta fuori dal bozzolo di goduta superiorità, ricordandoti da capo che della vita non capisci un bel niente.

Raggiunta ormai l’età della pensione, Nathan Glass ritorna a Brooklyn, la città dov’è nato e che ha lasciato quasi sessant’anni prima. Ha un solo e preciso desiderio, quello di cercare un buon posto per morire. Ma il caso ha deciso per lui diversamente. Gli amori infelici del nipote Tom, le avventure del libraio-falsario Harry Brightman, l’apparizione improvvisa della piccola Lucy, che rifiuta di svelare dove si trova sua madre, sorella di Tom. Nathan pensava di dedicarsi a un progetto, la scrittura di un Libro della follia umana, ma le follie sono lí, appena fuori dalla porta, nel piú vivo e colorato angolo di New York. Una commedia dalla trama apparentemente spensierata. Una commedia che termina però la mattina dell’11 settembre 2001, data oltre la quale i lieto fine diventeranno di colpo piú amari e difficili.

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La fabbricante di stelle
Di Mélissa Da Costa

Mélissa Da Costa torna con una storia dolce e commovente e, con la sua solida leggerezza, dimostra ancora una volta che per curare le ferite più profonde non esiste rimedio più potente dell’amore e che la capacità di inventare storie è lo strumento più straordinario che abbiamo.

«La mamma aveva sempre sostenuto che l’immaginazione fosse la qualità più bella del mondo. Piantava semi che un giorno sarebbero germogliati.»

Arthur ha cinque anni quando sua madre Clarisse gli rivela un gran segreto: tra non molto dovrà partire per un lungo viaggio con destinazione Urano. E lì, racconta Clarisse, sul pianeta ghiacciato dalle ventisette lune, popolato da lumache con il guscio azzurro che mangiano niveo prezzemolo polare, da alberi-cervo con sonore campanelle appese ai rami e da tante altre creature straordinarie, proprio lei avrà il compito di disegnare le stelle che notte dopo notte illuminano l’universo. Molti anni dopo Arthur, ormai adulto, aspetta che la sua compagna dia alla luce la loro prima figlia, e si trova a ripensare alla madre e a quella favola. Lui ovviamente sa che l’universo magico così ben descritto da Clarisse è stato l’espediente che la donna ha voluto usare per spiegare al figlio un imminente distacco, definitivo e tragico. Una bugia meravigliosa che ha permesso a un bambino di sognare e di immaginare, invece di dover soltanto guardare negli occhi la realtà, almeno per un po’ di tempo. E solo in quel momento Arthur comprenderà davvero il gesto di sua madre.

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Il Grande Bob
Di Georges Simenon

Una immersione retrospettiva nei lati oscuri di un uomo che a tutti sembrava l’immagine stessa della gioia di vivere.

«Negli ultimi tempi aveva un modo particolare di guardarsi allo specchio dietro le bottiglie. Quando un uomo come lui comincia a scrutarsi negli specchi, mi creda, non è un buon segno».

Una riflessione, questa del padrone del bistrot dove il suo amico Bob, morto da pochi giorni, andava a giocare a carte, che colpisce profondamente il dottor Charles Coindreau. Non appena ha saputo che quella di Bob non è stata una morte accidentale, come sulle prime si credeva, bensì un suicidio, ha deciso di condurre una sorta di indagine, e di interrogare chiunque l’abbia conosciuto, a cominciare dalla moglie e dall’ultima delle numerose amanti. Perché lui, come tutti, ma più di tutti gli altri, si arrovella sul motivo che ha indotto a togliersi la vita uno come Bob: sempre allegro, e allegramente sfaccendato, sempre pronto alla battuta, gran giocatore di belote e gran consumatore di «bianchini» a qualunque ora del giorno – non per caso lo avevano soprannominato il Grande Bob. Nella casa di Montmartre dove abitava insieme alla sua polposa, esuberante, forse un po’ volgare ma radiosa moglie Lulu, la porta era sempre aperta, e vi si potevano incontrare persone di ogni estrazione sociale, e «ognuno era libero di comportarsi o di parlare a suo piacimento, con la certezza di non scandalizzare nessuno». Così come nessuno si scandalizzava del fatto che Lulu accettasse i tradimenti di Bob: le bastava che lui fosse felice. Scavando nel passato dell’amico, immergendosi nei lati oscuri di un uomo che a tutti sembrava l’immagine stessa della gioia di vivere, e persino, a volte, sovrapponendosi a lui, Coindreau finirà per scoprire la verità sulla morte di Bob – ma soprattutto qualcosa su sé stesso.

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Una morte perfetta
Di Angela Marsons

Il laboratorio di Westerley non è un posto per i deboli di cuore. Si tratta di una struttura che studia i cadaveri in decomposizione. Ma quando la detective Kim Stone e la sua squadra scoprono proprio lì il corpo ancora caldo di una giovane donna, diventa chiaro che un assassino ha trovato il posto perfetto per coprire i suoi delitti. Quanti dei corpi arrivati al laboratorio sono sue vittime? Mentre i sospetti di Kim si fanno inquietanti, una seconda ragazza viene aggredita e rinvenuta in fin di vita con la bocca riempita di terra. Non c’è più alcun dubbio: c’è un serial killer che va fermato il prima possibile, o altre persone saranno uccise. Ma chi sarà la prossima vittima? Appena Tracy Frost, giornalista della zona, scompare improvvisamente, le ricerche si fanno frenetiche. Kim sa bene che la vita della donna è in grave pericolo e intende setacciarne il passato per trovare la chiave che la condurrà all’assassino. Riuscirà a decifrare i segreti di una mente contorta e spietata, pronta a uccidere ancora?

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Insoliti sospetti. Le indagini dei fratelli Corsaro
Di Salvo Toscano

Onofrio Palillo, salumiere di mezz’età, viene scarcerato dopo un periodo di ingiusta detenzione con l’accusa di omicidio. Fabrizio Corsaro, cronista di nera ed ex donnaiolo impenitente, lo contatta per fargli raccontare la sua odissea giudiziaria in un’intervista. Ma quando il giornalista si presenta all’appuntamento con Palillo, lo trova morto in casa sua, ucciso da tredici coltellate.  Per una catena di sfortunate coincidenze, però, gli inquirenti cominciano a sospettare lo stesso Fabrizio di essere il killer. E toccherà al fratello Roberto, avvocato penalista in piena crisi esistenziale alla soglia dei quarant’anni, cercare di tirarlo fuori dall’incubo nel quale la sua vita è sprofondata all’improvviso. Con la complicità del vicequestore Domenico Fisichella, l’ex capo della Omicidi parcheggiato all’ufficio passaporti perché schiavo dell’alcolismo, scaverà infatti nel misterioso passato di Palillo, scoprendo più di un segreto.

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Concerto per cornamusa e giramondo. In viaggio con musicisti ribelli
Di Maurizio Serafini

Gli anni Settanta, la provincia, un ragazzo fuori dagli schemi e un giradischi. Ma mentre i suoi amici si dividono tra i Pink Floyd e i Bee Gees, Maurizio scova, tra i solchi dei vinili, una melodia differente. Inizia così l’avventura che lo porterà a girare il mondo inseguendo le note della musica folk e celtica. Parte diciottenne, a cavallo di una Vespa 125, verso un punto imprecisato della Bretagna; incontra artisti, liutai e ribelli. Si innamora delle cornamuse e si ritrova a suonare ovunque, dai pub d’Irlanda alle oasi del Sahara: non smette più di viaggiare, per la musica e con la musica. Finché un giorno decide di chiamare a sé i compagni di mille concerti e, sugli altipiani dell’entroterra marchigiano, fonda assieme a loro un’intera città nomade: il Montelago Celtic Festival. Tra le pagine poetiche e rocambolesche della propria vita, Maurizio canta la libertà dei sognatori. Con la possibilità di scaricare gli 8 brani originali inediti che compongono la raccolta Suonar lontano. “Furono in molti a partecipare e ad aspettare l’alba, fino a che la banda di cornamuse scozzesi non chiuse il programma sfumando all’orizzonte. Tutti restarono in silenzio, sospesi tra realtà e sogno”.

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Arrampicare. Una storia di rocce, di sfide e d'amore
Di Mauro Corona

Un diario di avventure tra le cui righe scorre la testimonianza di una ricerca continua: della cima, della pace con se stessi, del senso più profondo delle cose.

Mauro ha solo tredici anni e un’attrezzatura a dir poco inadeguata quando per la prima volta arrampica sul monte Duranno, ne ha diciotto quando apre la sua prima via sul monte Palazza, in Val Zemola. Il suo allenamento? La vita di montagna – in cui tutto è salita, dalla raccolta della frutta alle spedizioni per far legna – e i racconti degli alpinisti, in osteria. Spronato dall’audacia della giovinezza e dal talento, Mauro per decenni è in cordata con i più grandi. È tra i più assidui frequentatori del gruppo del Nuovo Mattino, che negli anni Settanta cambia il modo di vivere l’arrampicata in Italia. Partecipa a due spedizioni storiche: una in Groenlandia, dove perde la strada e rischia la vita, e una in California, insieme a Manolo, eccezionale scalatore e amico, in un clima di goliardia e scoperta (e qualche scontro con i ranger). Oggi, chiunque si cimenti con le cime tra cui Mauro ha passato tutta la vita può farlo anche grazie alle centinaia di vie che lui ha aperto, ai chiodi che ha piantato. Grazie alla sua passione, alle sue mani e alla sua storia. Questa storia. In pagine piene di sincerità, ironia, poesia, lo scrittore e alpinista racconta gli aneddoti di una vita di scalate, ma soprattutto ne restituisce con vividezza le emozioni: il tocco della roccia, la ruvida amicizia della cordata, ma anche il dono del legno e la filosofia semplice che accompagna le imprese e i giorni. Un diario di avventure tra le cui righe scorre la testimonianza di una ricerca continua: della cima, della pace con se stessi, del senso più profondo delle cose.

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Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia
Di Gino Cecchettin e Marco Franzoso

Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere.

Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società.
«Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».

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Miss Bee e il fantasma dell'ambasciata
Di Alessia Gazzola

Torna Miss Bee, l’irresistibile detective improvvisata nella Londra degli anni Venti con imperdibili atmosfere alla Agatha Christie

«Perché anche Miss Bee ha quel quid in più tipico delle protagoniste di Gazzola, che ingannano con la loro apparente adesione alle regole, ma poi si affidano a quella forza interiore che le porta a evolvere, prima di tutto, verso la realizzazione di loro stesse.» – Jessica Chia, Corriere della Sera

Londra, 1925. Per impedirle di combinare ulteriori guai, Leonida Bernabò individua finalmente la sistemazione ideale per la vivace e scapestrata secondogenita Beatrice: un solido impiego presso l’ambasciata italiana. Miss Bee si trova dunque a barcamenarsi fra impegni segretariali ed eventi prestigiosi, come il ricevimento in onore di una delegazione proveniente proprio da Firenze, la città natia dei Bernabò. Il direttore degli Uffizi e la sua collega archeologa vengono accolti insieme a Edoardo, il figlio dell’ambasciatore italiano, con la fidanzata, Elisa. Non mancano neppure il visconte Julian Lennox – verso il quale Beatrice prova ancora sentimenti più travolgenti di quanto vorrebbe – e la sua promessa sposa Lady Octavia. Ma nei giorni e soprattutto nelle notti successive, in ambasciata accadono fenomeni strani e spaventosi: rumori improvvisi, sussurri nel buio e presenze inquietanti. L’unica spiegazione parrebbe quella più implausibile: un fantasma. Le cose tuttavia si aggravano, tanto da rendere necessario l’intervento della polizia nella persona dell’ispettore capo Archer Blackburn, vecchia e intrigante conoscenza di Beatrice. Ma esiste davvero il fantasma dell’ambasciata? O è all’opera qualche forza di natura ben più concreta e minacciosa? Contrariamente a quanto avrebbe auspicato papà Bernabò, tra amori e tremori sta proprio a Miss Bee scoprirlo.

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La catastrofica visita allo zoo
Di Joel Dicker

La catastrofica visita allo zoo tiene con il fiato sospeso fino alla fine, è un romanzo divertente e a tratti commovente. Un romanzo dalla tensione narrativa a cui ci hanno abituato i romanzi di Joël Dicker, ma che affronta temi di grande importanza, come la democrazia, l’inclusione, i rapporti tra genitori e insegnanti.

«Riconciliare le persone, permettere loro di incontrarsi, di ritrovarsi. È questo il vero potere della letteratura. Con La catastrofica visita allo zoo ho cercato di scrivere un libro che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino.» – Joël Dicker

«Nel suo ottavo romanzo, Joël Dicker fa propria la lezione di Antoine de Saint Exupéry affidando la narrazione a un bambino, riflesso di ciò che lui è stato e di quello che “continua a vivere dentro di noi”.» – Ursula Beretta, La Lettura

 

«Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale.
E per tutti questi anni, nessuno ha saputo che cosa fosse realmente accaduto. Fino a questo libro.»

Alla vigilia di Natale, una visita scolastica allo zoo si trasforma in una catastrofe. Cosa è successo esattamente? I genitori di Josephine, la bambina che aveva preso parte alla gita, e che sembra saperne molte cose, sono decisi a scoprirlo.
Ma una catastrofe non arriva mai da sola, le apparenze ingannano e la storia prenderà una piega che nessuno avrebbe potuto immaginare…

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Non farmi male
Di Fabrizio Roncine

Un’indagine in una Roma invisibile in cui il male è trasversale e il bene solo apparente, popolata da broker spregiudicati e ministri corrotti, rapinatori spietati e transessuali romantici, feroci usurai, ex sfortunati attori porno e agenti segreti che bevono champagne.

«E quindi?» chiede Paraldi.
«Noemi. Ho paura per lei. Devi trovarla» risponde Giorgia, con un piglio un po’ arrogante, ma complice.
«Guardati intorno: siamo in una vineria, non in un commissariato.»
«Però tua sorella ha detto che facevi il giornalista, che investigavi» insiste lei.
«Ho cambiato vita. E poi adesso ho sete, ho solo voglia di un gin tonic.»

Marco Paraldi è un ex giornalista che ha aperto una vineria dietro Campo de’ Fiori, a Roma. Cinquantenne dai modi spicci e con qualche fissazione – fuma il sigaro, non riesce a iniziare il romanzo giallo che ha in mente di scrivere, tifa per la Roma e adora cucinare per i suoi amici –, vive tra l’entusiasmo per la nuova attività e la nostalgia del vecchio mestiere. Un sabato notte, a Capalbio, di ritorno da una festa in compagnia della sorella Caterina, una strana coppia gli chiede un passaggio: Giorgia, una incantevole minorenne, spericolata e sicura di sé, e Nick, un ricco romano con il suv in panne. Pochi giorni dopo, la giovane va a trovarlo in vineria e gli racconta una storia inquietante su una sua amica, Noemi, sparita nel nulla: per Paraldi è l’occasione di tornare a fare il cronista. Ad accompagnarlo c’è Chicca, una principessa che lo corteggia, non troppo ricambiata: insieme attraversano una Roma invisibile in cui il male è trasversale e il bene solo apparente, popolata da broker spregiudicati e ministri corrotti, rapinatori spietati e transessuali romantici, feroci usurai, ex sfortunati attori porno e agenti segreti che bevono champagne. L’indagine si snoda tra i party esclusivi sulle terrazze del centro storico e le struggenti solitudini dei palazzoni multietnici della periferia, tra squallidi locali di lap dance e il lusso decadente dei Parioli. Quando Paraldi scopre la verità, il lettore si accorge che è forse inutile nutrire speranze di redenzione. E che la giustizia è affidata a uomini di cattiva volontà.

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Il killer di ghiaccio
Di Ross Greenwood

Non c’è pace per il detective John Barton. Appena uscito dal periodo di convalescenza seguito alla sua ultima indagine, si ritrova infatti a dover rimpiazzare il proprio superiore – appena andata in maternità – come ispettore capo. Questo non significa soltanto pile di scartoffie da compilare, ma anche dover controllare i detective più giovani e inesperti. Proprio quando Barton sta cominciando ad abituarsi al nuovo ruolo, la sua squadra viene chiamata sulla scena di un brutale triplice omicidio. Le vittime non sono esattamente le persone più oneste di Peterborough e la tentazione di affidare il caso a qualcun altro è forte; tuttavia, il senso del dovere spinge Barton a prendere in carico l’indagine. Questa decisione lo porterà ad affrontare il caso più difficile della sua carriera, perché quello che sembrava un “semplice” omicidio plurimo nasconde qualcosa di molto più oscuro e intricato. C’è qualcuno, là fuori, che non si fermerà davanti a nulla prima di aver ottenuto la sua truce vendetta…

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Casa Trelawney
Di Hannah Rothschild

Con sferzante humour britannico, e grazie a una prosa vivace, Hannah Rothschild dà vita, attraverso le vicende di un’antica casata sull’orlo del lastrico, a una trascinante commedia sociale. Un romanzo irresistibile che racconta le eccentricità dell’aristocrazia britannica con l’arguzia di Jane Austen e la comicità di Evelyn Waugh.

«Irresistibile… Una storia vivace e divertente». – The Guardian

«Questa arguta commedia di buone maniere è a cavallo tra il mondo dell’alta finanza e quello dell’aristocrazia in declino, intrecciando amori, vendette e crolli del mercato… Un romanzo che delizia dall’inizio alla fine». – The Daily Mail

Per ottocento anni Trelawney Castle – una stanza per ogni giorno dell’anno, undici scaloni e oltre sei chilometri di corridoi – è stato il più maestoso e il più sontuoso castello della contea di Cornovaglia, rappresentando degnamente la famiglia omonima. Ma con l’incespicante trascorrere dei secoli, la mollezza delle abitudini ha smorzato l’ambizione dei signori di Trelawney: gli ultimi otto dei ventiquattro conti si sono distinti per dissolutezza e inettitudine finanziaria, mentre due guerre mondiali, il crollo di Wall Street e le tasse ereditarie hanno finito col dissipare il patrimonio della famiglia. Nel 2008 le finestre sono ormai oscurate dall’avanzata dell’edera e dei rovi, alcuni soffitti parzialmente crollati rivelano gli ambienti soprastanti e gli attuali abitanti del castello tengono a bada il degrado chiudendo le porte a chiave. Jane Tremayne, nuora del ventiquattresimo conte di Trelawney e moglie dell’erede, Kitto, svolge la maggior parte delle mansioni domestiche e accudisce il giardino, gli anziani suoceri e l’ultimo cavallo rimasto nella stalla. Kitto investe in progetti improbabili, con l’inettitudine di chi è consapevole di essere l’ultimo, biasimato superstite di una nobile dinastia. Dei loro tre figli solo il maggiore, Ambrose, frequenta l’ultimo anno a Harrow, mentre le tasse esorbitanti della scuola privata costringono il secondogenito, Toby, e la sorella, Arabella, a frequentare il liceo pubblico locale. E poi ci sono Enyon e Clarissa, conte e contessa di Trelawney, intenzionati a fingere che ogni cosa si sia conservata nello splendore di un tempo, mentre l’eccentrica prozia Tuffy si è barricata in un villino fatiscente in fondo al parco, dedicando la sua esistenza allo studio delle pulci. L’unica che sembra essersi salvata dalla rovina è Blaze, la sorella di Kitto: allontanata da Trelawney Castle per questioni ereditarie, ha rinnegato il passato e fatto fortuna nella finanza a Londra. Ma quando una vecchia amicizia in comune, Anastasia, chiede ospitalità per la figlia diciannovenne, Ayesha, Blaze e Jane, da tempo estranee, dovranno necessariamente riunirsi per salvare quel che resta di Trelawney Castle dal dissesto finanziario, ora che i mercati e le banche sono sull’orlo del tracollo. Un’occasione, forse, per scoprire anche cosa tiene davvero unita una famiglia.

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Tutti i racconti
Di Roald Dahl

Per la prima volta in Italia, vengono raccolti in un unico volume tutti i racconti di Roald Dahl, uno dei grandi maestri della short story, autore di opere di narrativa e di libri per ragazzi di grande successo internazionale.

Enigmatiche e illuminanti, le storie di Dahl sono spesso attraversate da una vena di humour macabro tanto più efficace quanto più ispirata da situazioni del tutto normali, che il gusto raffinato e implacabile dell’autore conduce a esiti imprevedibili e non di rado addirittura cinici (ma di un cinismo sobrio, impeccabile). “I suoi racconti” ha osservato Corrado Augias “sono perfette macchine narrative: la situazione di partenza sembra comune, addirittura banale, ma nel corso della vicenda subentra un piccolo incidente che rovescia in modo sinistro o grottesco i fatti… Dahl ha l’abilità di far diventare la cattiveria una qualità rivelatrice della natura umana.”

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Le due mogli di Manzoni
Di Marina Marazza

Un colpo di fulmine letterario. Una famiglia che pare felice. Ma in amore c’è chi ama sempre di più.

Teresa non si sarebbe mai aspettata di innamorarsi di Alessandro Manzoni ancora prima di incontrarlo di persona. Eppure, non è tipo da perdere la testa facilmente: è una giovane vedova benestante con un figlio, una posizione sociale, una cultura che le permette di brillare nei salotti della Milano ottocentesca. Così quando anche lui rimane vedovo della prima moglie Enrichetta, stroncata dall’ennesima gravidanza, un amico devoto combina un incontro galeotto durante una prima della Scala. Le nozze si celebrano nel gennaio del 1837 ed è un matrimonio fin da subito pieno di passione, ma Teresa si ritrova matrigna di sette difficili figli di primo letto, nuora di una suocera impossibile e moglie di un uomo assai diverso da quello che si aspettava: pieno di nevrosi, problematico e incapace di amare. Un anno dopo l’altro, una delusione dopo l’altra, mentre intorno si compiono gli avventurosi destini dell’Italia da unificare, persino il sentimento forte che la lega ad Alessandro rischia di vacillare. La voce di Teresa che racconta la sua storia è la voce di ogni donna che ama troppo e queste pagine, impeccabili nella ricostruzione storica, trasportano la sua vicenda nella dimensione universale dell’amore che esalta ma che può anche distruggere. Manzoni, svelato in una luce intima e nuova, scende dal piedistallo e ci appare umano, con le sue tenerezze e le sue miserie. Così che in questo romanzo si incontrano e si riconoscono, come in una vertigine, il tempo dei protagonisti e il nostro, la vita e la letteratura.

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Se i gatti potessero parlare
Di Piergiorgio Pulixi

Dall’autore del bestseller La libreria dei gatti neri

Torna Marzio Montecristo, pronto a mettere a frutto anni di letture poliziesche per affrontare un assassino dalla mente brillante, convinto di aver commesso il delitto perfetto.

 

La libreria Les Chats Noirs di Marzio Montecristo è stata scelta come “libreria galleggiante” per un evento esclusivo: il celebre giallista Aristide Galeazzo, uno degli autori più amati e discussi del panorama italiano, scriverà i capitoli finali del suo nuovo romanzo Maestrale di sangue proprio a bordo di una nave da crociera. La casa editrice Polpicella ha organizzato un tour che circumnavigherà la Sardegna, facendo tappa nei principali porti. A ogni sosta, i lettori saliranno a bordo per assistere a presentazioni sotto le stelle e tornare a terra con una copia autografata. Il richiamo ad Assassinio sul Nilo è evidente e il marketing dell’editore ci ricama sopra. Marzio, però, non è per nulla entusiasta – detesta Aristide Galeazzo –, tuttavia la libreria naviga in cattive acque, e questa è un’opportunità da non perdere. Così, il libraio si imbarca nell’impresa, portando con sé l’ispettore Caruso, prossimo membro del club di lettura degli “investigatori del martedì”, e le due mascotte feline, Miss Marple e Poirot. Marzio immagina una vacanza tutto sommato piacevole, ma il viaggio prenderà una piega inaspettata: un omicidio scuote l’atmosfera idilliaca della crociera. Nessuno può lasciare la nave, i sospetti crescono e la tensione si taglia col coltello.

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Il primo cadavere
Di Angela Marsons

All’alba di un buio e freddo giorno d’inverno, la detective Kim Stone scende dalla moto e fa il suo ingresso nella stazione di polizia di Halesowen, pronta a incontrare per la prima volta la squadra che le hanno assegnato. Poco dopo viene ritrovato il cadavere di un giovane mutilato e decapitato, e Kim e i suoi si precipitano sul posto. È l’inizio della loro prima indagine. Stacey Wood, entrata a far parte del gruppo come esperta informatica, scopre un’inquietante somiglianza con un omicidio recente e si convince che tra le due morti ci sia un legame. La chiave di tutto potrebbe essere una residenza per donne abusate. Mentre l’assassino minaccia di mietere altre vittime, i quattro colleghi dovranno imparare al più presto a collaborare. Se la giovane Stacey già si distingue per l’efficienza e il sergente Bryant per la sua affidabilità, l’ambizione di Dawson rischia di mandare all’aria il delicato equilibrio del nuovo team investigativo. Non sarà facile per Kim, nel suo nuovo ruolo di capo, tenere unita la squadra che è chiamata a risolvere il suo primo difficile caso.

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Il canto di Medusa. Il romanzo di un tragico delitto
Di Claire Heywood

Dall’autrice del bestseller Le figlie di Sparta, finalmente la verità nascosta dietro il mito greco.

«Heywood è una maestra nel dar vita a personaggi femminili forti e intelligenti che vivono accanto a uomini vendicativi e distruttivi.» – Publishers Weekly

«Un fantastico retelling. Attraverso la figura di Perseo, Heywood decostruisce abilmente il modello dell’eroismo ellenico, mostrando il lato oscuro di un’icona. Raccontato attraverso le prospettive di tre donne molto diverse tra loro ma ugualmente affascinanti, il secondo romanzo di Heywood è decisamente avvincente.» – Booklist

«Un romanzo che vi travolge nella straziante tragedia delle donne maltrattate da Perseo… Altamente raccomandato.» – Historical Novel Society

Danae è fuggita a causa di una profezia: il figlio che porta in grembo provocherà un giorno la morte del padre, il re di Argo. Sola, incinta e lontana da casa, la principessa dovrà imparare a vivere in un modesto villaggio di pescatori, costruendo una nuova vita per il figlio che porta in grembo, Perseo. Medusa, reclusa nelle profondità dei boschi insieme a un gruppo di donne note come Gorgoni, da sempre evita ogni contatto con il mondo esterno. Ma la sua solitudine è destinata a terminare il giorno in cui incontra nella foresta un uomo ferito: Perseo. Quando una tempesta di sabbia minaccia di distruggere il suo popolo, una tribù nomade del deserto, Andromeda sa che gli dèi esigono un sacrificio per placare la loro ira. È pronta a tutto, ma a scombinare i suoi piani arriva il giovane Perseo. La leggenda del grande eroe è una stella in ascesa nel firmamento, ma ci sono ombre che si nascondono dietro la sua abbagliante fama. Ossessionato dalla conquista della gloria, il viaggio di Perseo porterà violenza e distruzione nella vita di tre donne.

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La foresta del Nord
Di Daniel Mason

In questo audace romanzo, il finalista al Premio Pulitzer racconta la trasformazione della natura per mano dell’uomo: da foresta selvaggia, a orto di alberi da frutto, a prato pettinato, passando da catastrofi ambientali, parassiti e deforestazioni che hanno distrutto il patrimonio forestale americano.

«La foresta del Nord è un’opera di pura genialità. Daniel Mason ha portato alla luce, nella storia secolare di una singola casa del New England, una storia universale di perdita e riscatto: il miglior libro che abbia letto negli ultimi anni». – Anthony Marra

New England, XVII secolo. In principio ci sono un uomo e una donna, in fuga dalla Colonia puritana cui appartengono, braccati da uomini con archibugi e sciabole che vorrebbero trascinarli davanti al giudizio della comunità. Si nascondono, si amano cullati nel verde abbraccio della grande foresta del Nord, nuotano nudi nei torrenti, finché il giovane fuggiasco sceglie una pietra bianca e liscia per posarla in una radura in cui sorgerà una casupola in pietra e legno, il nuovo inizio. Non possono sapere, quei giovani amanti, che la casa nata dalla passione illecita e da un selvaggio ottimismo sarà abitata nei quattrocento anni a venire. Da un soldato inglese destinato alla gloria che abbandona i campi di battaglia del Nuovo Mondo per dedicarsi alla coltivazione delle mele. Da due gemelle nubili che insieme affrontano guerra e carestia, invidia e desiderio. Da un cronista di nera che porta alla luce una fossa comune, solo per scoprire che la terra si rifiuta di svelare i propri segreti. Da un pittore innamorato, un sinistro truffatore e, ancora, un puma famelico e uno scarabeo lussurioso. In quattro secoli, i protagonisti di questa grande storia dell’America si confrontano con la meraviglia e il mistero che li circonda, piccole esistenze lineari rispetto al perenne ciclo della Natura che si rigenera, eppure dirompenti al loro passaggio. La foresta del Nord ne porta i segni indelebili, con i boschi maestosi che si tramutano in radure, coltivi, prati pettinati. Tuttavia, all’ombra di quegli alberi antichi, si sente il passo cadenzato del tempo che avanza, al cui paragone ambizioni, trasgressioni, amori, tradimenti, rimpianti umani appaiono di una vanità struggente, insignificanti contro l’immensità.

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Stai con me in ogni respiro
Di Jay McLean

Chloe e Blake si incontrano, anzi, si scontrano, per caso, una notte. Lui sta fuggendo dalla solitudine e dai propri pensieri. Lei da un tipo che non sembra avere buone intenzioni. Blake la salva e da subito si sente attratto da questa ragazza strana, affamata di vita ma abituata a tenere chiunque a distanza. Eppure, quando sei giovane dovresti afferrare tutto quello che il destino ti offre. Correre incontro al domani, bruciare tappe e traguardi, ubriacarti di emozioni e sogni a occhi aperti. Scoprire e sperimentare ogni cosa che ti circonda, o che hai anche solo sentito nominare. Senza mai fermarti, senza mai smettere di sperare, di desiderare, di crederci… Ma c’è un motivo per cui Chloe non permette a nessuno di avvicinarsi: sulla sua vita c’è un’ombra, una malattia che non lascia scampo. E lei, quando se ne andrà, vuole farlo in punta di piedi, per non ferire nessuno… Il giorno in cui incontra Blake non ha la minima idea che quella sarà la loro svolta, l’attimo capace di sconvolgere le loro esistenze e ribaltare le loro prospettive, per sempre. A mano a mano che lo conosce, però, non riesce più a fare a meno di lui. Per Chloe è il momento di trovare la risposta a una domanda pesantissima: esiste un amore capace di dare senso al dolore più grande?

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Il segreto della monaca di Monza
Di Marina Marazza

Marianna avrebbe voluto sposarsi, avere una famiglia, indossare bei vestiti e andare alle feste. Invece si ritrova, col nome di suor Virginia, a essere la Signora del convento di clausura delle benedettine di Monza, spedita lì a tredici anni e senza vocazione, per servire gli interessi del padre. Nel chiuso della cella, dentro la grigia routine delle preghiere e dei lavori quotidiani, sogna il mondo «di fuori». Che un giorno si materializza nelle vesti del biondo nobiluomo la cui proprietà confina proprio con il convento, il bel Giovan Paolo Osio. Quando suor Virginia lo incontra, tutti i fuochi sopiti nella sua mente e nel suo corpo divampano all’improvviso. La sventurata risponde. È amore, è scoperta, è sesso: solo che in un convento non è solo Dio a vederti, ci sono mille occhi – e mille bocche. E se un segreto così mortale rischia di venir svelato, si è disposti a fare di tutto pur di proteggerlo: anche a macchiarsi di un peccato ben più grave della lussuria, l’omicidio. Ma l’Inquisizione, nella Milano del Seicento, vigila già pronta a colpire, infliggendo castighi peggiori della morte. Marina Marazza raccoglie la celebre eppure misconosciuta vicenda della monaca di Monza e ne fa un sorprendente, modernissimo thriller storico, ricco di atmosfera e di colpi di scena. Nelle stanze e nei giardini del monastero, come su un set cinematografico, si alternano personaggi affascinanti, dalle amiche e complici di Virginia – la lussuriosa suor Ottavia, la piccola musicista suor Candida Colomba – alla severa priora Imbersaga, dalla giovane e astuta serva Caterina al licenzioso e corrotto prete don Arrigone. Un racconto di passione e di morte tra i più potenti e amati della letteratura rivive con una voce nuova, svelando l’umanissimo segreto di una grande peccatrice.

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La grande sete
Di Erica Cassano

Erica Cassano esordisce con una voce potente e profonda, capace di stupire e commuovere, rincuorare e ispirare. La Grande Sete è l’indimenticabile racconto di un piccolo grande mondo, dei suoi silenzi e dei suoi rumori, di un anelito verso qualcosa di più grande che risiede in ognuno di noi.

«Non era quella la sete che dovevo soddisfare. A me non era mai mancata l’acqua. Da quanto non tenevo in mano un pennino, da quanto le mie dita non si sporcavano d’inchiostro? Quasi avevo dimenticato come si traduceva il latino. Rileggevo romanzi di cui già sapevo il finale perché non potevo acquistarne di nuovi o andare in biblioteca. Avevo consumato la grammatica inglese solo perché era l’unico libro che mi permetteva di imparare qualcosa di nuovo. Ecco quello che veramente mi mancava. Leggere, studiare. Vivere.»

«Cassano racconta una storia di resistenza al Sud trascurata dalla memoria nazionale.» – Sara Ricotta Voza, TTL-La Stampa

«Il romanzo d’esordio di una scrittrice di talento.» – Conchita Sannino, Il Venerdì di Repubblica

«Vite private e affresco collettivo convivono così in un romanzo storico e di formazione sull’emancipazione femminile.» – Marzia Fontana, La Lettura

Anna ha sete. Tutta la città ha sete, da settimane. C’è chi li chiamerà i giorni della Grande Sete, e chi le ricorderà come le Quattro Giornate di Napoli. È il 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile. Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni. Il padre è scomparso, la madre si è chiusa in sé stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. Il loro futuro dipende da lei. Così, quando ne ha l’opportunità, Anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di Bagnoli. Entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse. La cosa più semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. Ma Anna non vuole che qualcun altro la salvi. Come Napoli si è liberata da sola, anche Anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. La grande sete non è facile da soddisfare. Viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare.

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Un viaggio chiamato vita
Di Banana Yoshimoto

La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccoglie preziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento. E così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e che un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore della perdita. I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e di incontri, di stupore e di meraviglia, di malinconia e di sofferenza. Dalle pagine di questo libro, l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri esseri umani, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.

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Nessuno torna indietro
Di Alba De Céspedes

Accolto fin dal primo apparire, nel 1938, da grande successo, il romanzo d’esordio di Alba de Céspedes esplora la formazione dell’identità femminile nell’Italia fascista senza voler proporre storie esemplari, facendo conoscere da subito l’autrice come una delle grandi voci letterarie del Novecento.

 

Si chiamano Vinca, Valentina, Augusta, Silvia, Xenia, Anna, Milly, Emanuela. Otto ragazze attorno ai vent’anni che si ritrovano tutte al collegio Grimaldi di Roma, tra l’autunno del 1934 e l’estate del 1936. Diverse per origine geografica e familiare, si affacciano alla vita adulta con attese differenti – l’amore, l’emancipazione professionale e intellettuale, il ritorno alle origini, la partenza –, e chiuderanno il loro percorso con scelte altrettanto differenti. Sperimentale nello stile e nei contenuti, Nessuno torna indietro rivoluziona il canone della narrativa di formazione: originale è l’adozione di un punto di vista multiforme, che non si disperde in un coro ma mantiene vive le specificità delle singole voci; inedita è la totale mancanza di giudizio, implicito o esplicito, sui percorsi delle otto protagoniste; del tutto nuova, in particolare, la rottura dell’unità di quell’immagine femminile che aveva dominato la cultura e la società, fino alla “donna nuova” creata dal regime. Accolto fin dal primo apparire, nel 1938, da grande successo, il romanzo d’esordio di Alba de Céspedes esplora la formazione dell’identità femminile nell’Italia fascista senza voler proporre storie esemplari, facendo conoscere da subito l’autrice come una delle grandi voci letterarie del Novecento.

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La famiglia
Di Jo Nesbo

Una storia carica di suspense che vi porterà in una comunità in crisi e vi farà incontrare – o rincontrare – due fratelli tanto discutibili quanto indimenticabili.
Il ritorno dei diabolici Carl e Roy Opgard, già protagonisti de “Il fratello”, uno dei romanzi più straordinari di Jo Nesbø.

Due fratelli pronti a combattere in difesa di ciò che hanno conquistato. Pronti, se occorre, anche a uccidere. Di nuovo. Senza dubbio, i fratelli Opgard hanno avuto successo nella vita. O, perlomeno, ne hanno avuto quanto è possibile in un paesino come Os: un migliaio di anime aggrappate a una montagna, apparentemente dimenticate da Dio e dagli uomini. Carl dirige un lussuoso hotel con spa, mentre Roy ha in mente un progetto ambizioso: un parco dei divertimenti con un ottovolante tra i più alti e paurosi del mondo. E si potrebbe ottenere ancora di più, per esempio ingrandendo l’hotel. Se non fosse che l’Ente nazionale per le strade ha deciso di far scavare una galleria in quella montagna, spostando la statale e ostacolando così il turismo a Os. Nel frattempo un agente rurale vuole indagare sul baratro noto come curva delle Capre e sulle carcasse delle automobili che ci sono finite dentro, spesso grazie a una spinta dei fratelli… Ancora una volta, dunque, Carl e Roy devono cancellare le proprie tracce e sporcarsi le mani, probabilmente di sangue. Ancora una volta, devono essere disposti a tutto, pur di salvare i loro interessi. Un grandioso, esplosivo romanzo sulla lealtà, i legami familiari, la passione e la lotta contro i poteri forti.

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Ti ricordi di Sarah Leroy?
Di Marie Vareille

La storia di Sarah è quella di un gruppo di ragazze che decisero di chiamarsi le “Disincantate”, e che sonda la materia di cui è fatta l’amicizia a quell’età, immediata, potente, costellata di salite e ripide discese; una storia sul cui fondo suonano brani indimenticabili e palpita l’angoscia dei segreti più oscuri mentre davanti si spalanca l’orizzonte immenso del mare.

Anni Novanta. Sarah Leroy e Angélique Courtin si sono conosciute all’età di sette anni al cimitero di Bouville-sur-Mer, piccolo paese sulla Manica. Nel giorno del funerale della mamma di Sarah, Angélique le si era avvicinata, aveva il profumo del mare e della cioccolata calda e il suo abbraccio è stato l’inizio della loro indissolubile amicizia. La solidarietà è l’unica cosa che salva dalle ingiustizie della vita, le aveva detto Angélique. Nel 2001 Sarah è una ragazza discreta e benvoluta da tutti, nuotatrice talentuosa e studentessa modello, che a scuola gode di una certa notorietà proprio grazie all’amicizia con Angélique, semplice e indiscutibile: Angélique è bella, Sarah ricca. Ma un giorno di fine estate Sarah scompare. La notizia tiene la Francia incollata alla tv per settimane, e sebbene il suo corpo non venga mai trovato un uomo finisce in galera con l’accusa di omicidio. E il caso è chiuso. Dopo vent’anni Fanny Courtin, giornalista e sorella di Angélique, parte da Parigi e torna a Bouville insieme alla figliastra, un’adolescente riottosa e combattiva con cui ha un rapporto a dir poco tempestoso. Fanny deve scrivere un reportage sul dramma che ha segnato anche la sua giovinezza, ma l’ostinato, crescente interesse della ragazzina per la storia di Sarah la spinge ad avviare un’indagine personale su quel caso tuttora irto di lacune e non detti.

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Abitiamo tutti qui
Di Jojo Moyes

Abitiamo tutti qui racconta con empatia e humour una storia in cui è difficile non ritrovarsi. È la storia di una famiglia sgangherata, ma è soprattutto una storia d’amore e di nuovi inizi.

«Sì, forse questa è una famiglia. Con tutta la sua folle storia e il suo caos, i cuori spezzati, le battute stupide, i trionfi ridicoli e l’evidente mancanza di tavolini di design, forse questa è la mia famiglia.»

«Saggio, divertente e glorioso. Jojo Moyes non delude mai». – Lisa Jewell

«Il suo ultimo romanzo dimostra che non c’è momento migliore del presente per riscrivere la propria storia». – Jodi Picoult

«Divertente, commovente e pieno di saggezza: Jojo Moyes al suo meglio». – Sophie Kinsella

Benvenuti a casa Kennedy! Lila Kennedy ha scritto un bestseller su come mantenere vivo nel tempo il proprio matrimonio prima di rendersi conto che suo marito la tradiva con un’altra donna, che tra l’altro le tocca incontrare tutti i giorni all’uscita da scuola dei rispettivi figli… Ora è divorziata e single. Bill è il suo patrigno. Si è trasferito da lei dopo che la madre di Lila è morta. È un uomo adorabile e vecchio stile, fissato con l’alimentazione sana. A volte Lila fa un po’ fatica a sopportarlo. Celie, la figlia maggiore di Lila, è in piena crisi adolescenziale e detesta la scuola al punto che spesso non ci va neanche. Peccato che sua madre non lo sappia. Violet, la figlia numero due, ha nove anni e sa un po’ troppe parolacce per la sua età. Canta a squarciagola canzoni rap volgari di cui non capisce neanche il senso. Lila spera tanto che non cambi mai. Truant è il cane di casa. Non si può certo dire che stia al suo posto. Abbaia di continuo e quando è il caso morde pure. Così il giorno in cui compare uno sconosciuto alla porta non si fa pregare. Lo sconosciuto in questione è Gene, il vero padre di Lila, che lei non ha quasi mai più visto da quando trentacinque anni prima se n’è andato negli Stati Uniti a fare l’attore. Ed ecco che, senza farsi troppi problemi, si installa anche lui nella bella casa con giardino della figlia a North London. A questo punto in famiglia tira aria di burrasca. Lila si sente sopraffatta, i due padri si detestano, ma in breve tempo la presenza di Gene cambia le cose in modo inaspettato. Le ragazze sono conquistate dalla sua gioia di vivere, Bill si ammorbidisce e la vita sentimentale di Lila sembra incredibilmente rimettersi in moto.

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L'antico amore
Di Maurizio De Giovanni

Maurizio de Giovanni ci accompagna dentro tre storie parallele, dove i personaggi si rivelano figli di un solo destino, e sembrano cercarsi e riconoscersi, e infine conoscere noi.

«Con L’antico amore De Giovanni firma un libro riuscito e ambizioso, capace di spaccare in due il cuore del suo pubblico. Proprio come sanno fare i grandi scrittori.» – Francesco Musolino, Il Messaggero

Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all’amore di una donna che l’ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di una ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore.

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Miele
Di Ian McEwan

La prima voce narrante femminile di McEwan dall’epoca di “Espiazione”, Serena Frome, è una figlia degli anni Sessanta senza slogan né rivoluzioni, una figlia borghese cresciuta dal padre vescovo entro i confini protetti di una cattedrale, lontana dalle inquietudini politiche e sociali che sferzano la Gran Bretagna dei primi anni Settanta. La sua iniziazione al mondo si compie attraverso un amante maturo, docente di storia e amico personale del ministro dell’Interno, che a Serena insegna ad accostare il giusto vino al giusto cibo e a contemperare la baldanzosa lettura di Solzenicyn con quella approfondita di Churchill, e che, prima di sparire misteriosamente dalla sua vita, le spezza il cuore e le regala un mestiere: un incarico all’MI5. Che cosa possono volere ai piani alti della prestigiosa agenzia d’intelligence britannica da una bionda ragazza di buona famiglia con una mediocre preparazione matematica faticosamente rimediata a Cambridge e una prodigiosa, ancorché superficiale, rapidità di lettura? Farne una pedina nella cosiddetta “guerra fredda culturale”: Serena parteciperà all’operazione “Miele”, con la quale l’agenzia intende finanziare occultamente scrittori ritenuti affini alla causa dell’Occidente trasformandoli in inconsapevoli agenti della propaganda anticomunista. Il candidato ideale è individuato in Tom Haley, promettente autore di alcuni apprezzati racconti e di qualche articolo critico nei confronti del blocco sovietico.

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L'amore fatale
Di Ian McEwan

Un pallone aerostatico plana su un prato verdissimo tra Oxford e Londra. Un uomo anziano cerca di scenderne, ma rimane goffamente impigliato in una fune. Dai quattro angoli del prato corrono verso il pallone imbizzarrito alcuni soccorritori che tenteranno senza successo di trattenerlo. Uno di loro morirà e agli altri resterà il compito impossibile di farsi una ragione di quella tragedia inutile. In particolare, Joe Rose si troverà invischiato in una storia di ossessione amorosa assurda e grottesca, perseguitato da un altro dei soccorritori, Jed Parry, un giovane che, avendo vissuto insieme a lui quell’avventura terribile, si è convinto di doverlo amare e di doverne essere riamato.

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Meglio di niente. Un'avventura del commissario Bordelli
Di Marco Vichi

«Durante la propria carriera era uscito non poche volte dai binari della Legge, in nome della legge morale del tutto personale ma per lui necessaria. Adesso se ne stava direttamente fuori dai binari… Ma Bordelli non poteva smettere di fare lo sbirro, ne andava della sua salute mentale…»

Franco Bordelli è in pensione da poco più di un mese. Non ha appuntamenti, non ha impegni, non ci sono ladri o assassini da catturare. Il suo lavoro gli manca molto: risolvere un caso intricato, frugare tra le pieghe dell’animo umano, mettere insieme intuizioni e riflessioni per rendere giustizia a chi ha subito un’ingiustizia. Non riesce a rinunciare alla sua passione. Può fare affidamento solo sul giovane vice commissario Piras, suo braccio destro quando era in servizio, che lo coinvolge nelle indagini a rischio di essere scoperto… ma se lo trasferissero? Bordelli non ci si vede proprio a fare l’investigatore privato, a occuparsi di beghe inutili e noiose. Nella sua carriera ha visto stupri, torture e soprusi di ogni tipo su ogni tipo di persona. Naturalmente odia tutto questo, e ha sempre cercato di combatterlo. È il primo ad augurarsi un mondo senza malvagità. Ma dal momento che non è possibile, ogni giorno aspetta con impazienza che il telefono squilli e che Piras gli dica che serve il suo aiuto. In fondo, com’è possibile non fare più lo sbirro? I pittori, i musicisti, gli scrittori vanno forse in pensione? Non si può smettere di fare quello che dà un senso alla propria vita… Arriverà un caso importante al quale potrà dedicarsi?

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Ogni cosa è per Giulia
Di Lucia Tancredi

In queste pagine, Giulia intreccia il suo destino, vissuto o più spesso solo immaginato, a quello di un uomo che non può essere suo perché appartiene alla Storia, sperimentando sulla sua pelle il vento dell’utopia e i disastri dei totalitarismi, le sorprese di una relazione mai veramente vissuta, il desiderio impossibile di essere normale. E nella sua struggente freschezza, lascia affiorare una voce unica, sospesa e dimenticata come quella del suo violino.

Giulia Schucht affronta le trappole del Novecento vestita di bianco, circondata da uno spensierato disordine. Musicista di talento, cittadina di una terra, l’Unione Sovietica, governata da un uomo-acciaio, è una splendida lupa che vive sull’orlo di un baratro. Figlia di Apollon, un rivoluzionario aristocratico devoto a Rousseau, ha tante sorelle, tante speranze, tanti cammini possibili. Ma quando incontra Antonio Gramsci e gli si consegna perdutamente, incappa nel punto cieco dell’amore. Intorno a questo legame appassionato, fatto di assenze e di profonde felicità, fioriscono passeggiate notturne e panchine solitarie, lunghi viaggi in treno e spoglie camere d’albergo, funzionari di partito e lettere dal carcere. E due bambini, spettinati e scalzi, cotti dal sole. Da San Pietroburgo a Roma, da Cagliari a Vienna, da Mosca all’Alto Adige, Lucia Tancredi tesse magistralmente la sua rete dando vita a un personaggio tanto letterario quanto tragicamente reale. In queste pagine, Giulia intreccia il suo destino, vissuto o più spesso solo immaginato, a quello di un uomo che non può essere suo perché appartiene alla Storia, sperimentando sulla sua pelle il vento dell’utopia e i disastri dei totalitarismi, le sorprese di una relazione mai veramente vissuta, il desiderio impossibile di essere normale. E nella sua struggente freschezza, lascia affiorare una voce unica, sospesa e dimenticata come quella del suo violino.

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Per colpa mia
Di Piergiorgio Pulixi

Piergiorgio Pulixi, vincitore del premio Scerbanenco 2019, debutta nel Giallo Mondadori con un noir sulle maschere a cui ricorriamo per preservare le emozioni che ci fanno sentire vivi – anche quando potrebbero esserci fatali.

A volte l’unico modo per voltare pagina è andare via. È quello che si rassegna a fare la vicecommissaria Giulia Riva, decisa a chiudere una storia clandestina con un superiore che le procura soltanto dolore. Ha appena chiesto il trasferimento, che al commissariato di Cagliari si presenta Elisa, nove anni e una richiesta che raggela: ritrovare la mamma scomparsa. Giulia non può tirarsi indietro, anche se Virginia Piras era una moglie e una madre serena, e dunque per sparire così probabilmente è stata uccisa. Ma da chi? E perché? Tutti sembrano essersi dimenticati di lei, compreso l’ispettore Flavio Caruso, il partner e mentore di Giulia, a cui l’indagine è affidata. Caruso però non è più il poliziotto di un tempo, e Giulia capisce che potrebbe aver commesso errori fatali. Così si fa assegnare il caso, nella speranza di risolverlo ed evitare una possibile onta al suo partner. Non immagina che la ricerca la spingerà a interrogarsi anche sui propri errori passati: perché il cuore ha due lati, uno con cui si ama e uno con cui si odia.

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La tristezza degli angeli
Di Jòn Kalman Stefànsson

«L’uomo non può sempre permettersi di rimpiangere e di piangere, a volte deve accontentarsi di vivere, di concentrarsi su quello e nient’altro, di tenere lontana la morte, quell’essere nerastro in costante agguato, solo che qui, in questo posto alla fine del mondo, è sicuramente bianca come uno straccio e per questo si confonde con la neve.»

È la tristezza degli angeli la neve che cade dal cielo illuminando i lunghi inverni d’Islanda, e che le raffiche dei venti trasformano in accecanti bufere. Il postino Jens è scampato a stento alla loro furia quando arriva alla locanda del Villaggio, soccorso dal ragazzo orfano che vi è stato accolto dopo aver perso in mare il suo unico amico. Insieme dovranno affrontare un’ultima, estrema missione per portare la posta nei lontani fiordi del nord, dove il mondo cede il passo all’«inverno eterno». Un uomo e un ragazzo. Un ruvido «gigante muto» con un amore segreto e troppi pesi sul cuore che cerca espiazione tra i ghiacci della brughiera. Un giovane alle prese con la ricerca di sé e la scoperta dei sensi che crede nel potere salvifico delle parole, nella profondità del sentire «che rende l’umanità sublime e maledetta». Due solitudini inconciliabili si uniscono in una marcia epica attraverso l’inferno bianco, una battaglia fraterna per difendere la dignità dell’uomo contro il crudele mistero della natura. Con la voce incantata della poesia e la grazia di una visione che fonde cuore e pensiero, Jón Kalman Stefánsson racconta un viaggio verso l’origine stessa dell’esistenza, dove la più dura costrizione convive con la più vertiginosa libertà, e alla dolce tentazione della morte si oppone quella luce che portiamo dentro e che nonostante tutto rifiuta di cedere alle tenebre, perché «siamo a bordo di una barca che fa acqua», ma «con le nostre reti marce vogliamo pescare le stelle».

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Passi affrettati
Di Dacia Maraini

Lhakpa era la bambina più vivace del suo villaggio in Tibet ma a soli quattordici anni, per scampare alla miseria, si arruola nell’esercito popolare in Cina. L’hanno stuprata, cinque soldati cinesi ubriachi. Sarah, nata in Galles, violentata a sei anni dal nonno e più tardi uccisa da Richard che non voleva il figlio che aveva messo al mondo. Poi c’è Aisha acidificata; Juliette che denuncia il suo uomo ma che per paura ci ripensa; Rahina lapidata; e ancora Carmelina, Maria Teresa, Viollca. Dacia Maraini disegna una geografia tragica e dolorosa di donne vicine e lontane che hanno in comune la fragile condizione della loro femminilità, l’orrore della sopraffazione e della crudeltà del maschio.

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La vita delle ragazze e delle donne
Di Alice Munro

Pubblicato nel 1971, La vita delle ragazze e delle donne è l’unico romanzo di Alice Munro. Ed è anche l’autobiografia, meravigliosamente mascherata, dei suoi anni giovanili. Anni densi di incroci, passioni e delusioni che hanno segnato nel profondo la sua esistenza di donna e scrittrice. Traduzione di Susanna Basso.

«Perché quel che volevo era ogni singola cosa, ogni strato di conversazione e pensiero, pennellata di luce su una corteccia d’albero come su un muro, ogni odore, ogni buca, dolore, fessura, illusione, tenuti immobili, insieme: in un’inestinguibile radiosità»

Del Jordan vive nella campagna dell’Ontario, e l’idea che inizia a farsi delle donne è quella che si può fare una bambina il cui padre alleva e scuoia volpi. Crescendo però frequenta sempre di piú la città, e si avventura tra modelli femminili che sembrano aprire a un mondo di possibilità completamente nuove. Esplora le prime pulsioni adolescenziali e capisce che all’amore segue inesorabile la perdita. E infine scopre la scrittura, ancora di salvezza nel mare di cose e persone che passano e svaniscono.

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Dalla parte di lei
Di Alba De Céspedes

Un sofisticato gioco di specchi dal quale emerge la presa di coscienza di una donna che, in un mondo sempre più dominato dagli uomini, riesce a trasformare la rassegnazione in ribellione.

«La storia di un grande amore e di un delitto»: così l’autrice stessa definì Dalla parte di lei. Narratrice e protagonista è Alessandra Corteggiani che in questo lungo memoriale rievoca le proprie vicende familiari e personali per raccontare – rigorosamente “dalla parte di lei” – la storia italiana degli anni a cavallo tra fascismo, Resistenza e ricostruzione. Spicca in particolare il personaggio della madre, suicida per amore, di cui la figlia rifiuta di ripetere il destino. Mandata dal padre presso i parenti in un remoto paesino dell’Abruzzo con la speranza che faccia suo il dovere della sottomissione, Alessandra cresce invece sempre più consapevole della “questione femminile” e determinata a ottenere per le donne lo stesso rispetto tributato abitualmente agli uomini. L’evento cruciale nella sua vita è l’innamoramento per Francesco, professore antifascista, che sposerà; ma il loro amore è destinato a una fine tragica… Sullo sfondo della guerra e della lotta partigiana, Alba de Céspedes compone un romanzo stupefacente per la varietà delle situazioni, l’esattezza dei ritratti, la ricchezza dei toni.

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Il guardiano della collina dei ciliegi
Di Franco Faggiani

Finalista al Premio Bancarella 2020. Finalista al Premio Asti d’Appello 2020.
Dall’autore de La manutenzione dei sensi, un romanzo profondo e commovente su un uomo che, dopo aver perso tutto, ritrovò se stesso nel silenzio della natura.

«Alla fine la biografia romanzata di Faggiani rivela le sue ambizioni. È l’invito a un esercizio spirituale, alla corsa come forma di preghiera, a una mistica della natura» – Filippo La Porta, Robinson

Il guardiano della collina dei ciliegi, ispirato a una storia vera, ripercorre le vicende di Shizo Kanakuri, il maratoneta olimpico che, dopo una serie di vicissitudini e incredibili avventure, ottenne il tempo eccezionale di gara di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi.

Nato a Tamana, nel Sud del Giappone, Shizo venne notato giovanissimo per l’estrema abilità nella corsa. Grazie al sostegno dell’Università di Tokyo e agli allenamenti con Jigoro Kano, futuro fondatore del judo, Shizo ebbe modo di partecipare alle Olimpiadi svedesi del 1912 dove l’imperatore alla guida del paese, desideroso di rinforzare i rapporti diplomatici con l’Occidente, inviò per la prima volta una delegazione di atleti. Dopo un movimentato e quasi interminabile viaggio per raggiungere Stoccolma, Shizo, già dato come favorito e in buona posizione nella maratona, a meno di sette chilometri dal traguardo, mancò il suo obiettivo e, per ragioni misteriose anche a se stesso, sparì nel nulla dandosi alla fuga. Da qui ha inizio la storia travagliata di espiazione e conoscenza che porterà il protagonista di questo libro dapprima a nascondersi per la vergogna e il disonore dopo aver deluso le aspettative dell’imperatore, poi a trovare la pace come guardiano di una collina di ciliegi. Intrecciando realtà e fantasia, il romanzo di Franco Faggiani descrive la parabola esistenziale di un uomo che, forte di una rinnovata identità, sarà pronto a ricongiungersi con il proprio destino saldando i conti con il passato.

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Attraverso la vita
D Sigrid Nunez

Il romanzo su cui è basato il film di Pedro Almodovar, La stanza accanto, vincitore del Leone d’oro al miglior film.

Un ritratto commovente e provocatorio del modo in cui viviamo al giorno d’oggi.

«Ci vuole qualcosa in più dell’intelligenza per essere capaci di scrivere in modo intelligente. Qualsiasi cosa sia, Sigrid Nunez ce l’ha.» – The New York Times

«Impossible smettere di leggerlo… Denso di arguzia e tenerezza.» – People

«Sigrid Nunez è al tempo stesso diretta e incredibilmente sottile nel tracciare le scelte che facciamo.» – The Observer

«Una breve e convincente riflessione sulla vita, sui legami e molto altro. Un libro tanto luminoso quanto profondo.» – The Seattle Times

«Un inventario della quotidianità e dello scorrere del tempo che parla della vita.» – Corriere della Sera

“Una donna racconta diversi incontri che si snodano nella quotidianità della sua vita: un ex in cui si imbatte per caso durante un evento pubblico, un host di Airbnb incerto su come interagire con i propri ospiti, uno sconosciuto che cerca aiuto per confortare l’anziana madre, un’amica di gioventù ricoverata in ospedale con un cancro terminale. In ognuna di queste persone riconosce un bisogno comune: l’urgenza di parlare di sé e di trovare qualcuno cui raccontare la propria esistenza. La narratrice orchestra questo coro di voci come un interlocutore passivo, finché non riceve una richiesta inusuale, che la trascinerà in un’esperienza intensa e di profondo cambiamento. In Attraverso la vita, Nunez combina intelligenza, umorismo e intuito nel descrivere i rapporti umani e la natura mutevole delle relazioni nei nostri tempi. Una storia sorprendente sull’empatia e sui modi insoliti in cui due persone possono offrirsi conforto nell’affrontare le difficoltà.

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Il cuore dell'uomo
Di Jòn Kalman Stefànsson

Dopo Paradiso e inferno e La tristezza degli angeli, esce il romanzo che conclude la trilogia di Jón Kalman Stefánsson. Protagonista il “Ragazzo”, un giovane orfano che intraprende un epico viaggio di formazione attraverso l’Islanda di fine Ottocento e l’universo dell’animo umano, scoprendo la realtà, il valore dei sogni e il potere creativo delle parole.

«L’uomo è nato per amare, ecco quant’è semplice il fondamento dell’esistenza. Per questo il cuore batte, questa strana bussola, grazie a lui ci orientiamo tra le nebbie più fitte, a causa sua ci smarriamo e moriamo in pieno sole.»

Il ragazzo si risveglia in uno sperduto fiordo nel nord dell’Islanda. Il mare gli ha strappato l’unico amico, i ghiacci l’hanno inghiottito fino alle soglie della morte, ma a richiamarlo alla vita sono degli occhi verdi e dei capelli rossi. È la giovane Álfheiður che lo cura ogni giorno prima che il destino lo riporti al Villaggio, a una piccola comunità di pescatori impegnata in una quotidiana lotta per la sopravvivenza, alla locanda del capitano cieco che gli apre le porte della letteratura e della conoscenza. E mentre il cuore continua a inseguire quei capelli rossi «oltre le montagne del mondo», la sua perenne ricerca del senso più alto della vita diventa un viaggio iniziatico attraverso l’amore, da quello libero della ribelle Geirþrúður a quello dominatore della capricciosa Ragnheiður, a quello che guarisce il dolore di Rakel, nato dalla poesia di una lettera. Perché le parole possono dare corpo ai sogni, cambiare un destino, elevarci sopra il tempo. Ed è il potere delle parole e dell’animo umano contro gli abissi bui dell’esistenza a illuminare ogni pagina di questo romanzo. «Bisogna vivere come le stelle», dice il ragazzo, «bisogna vivere per vincere la morte, è l’unica cosa che sappiamo». Allora non ci spegneremo, «forse semplicemente ci trasformeremo in musica».

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Invisibile
Di Danielle Steel

Quanto si è disposte a sacrificare per inseguire le proprie passioni? E nel farlo, è possibile rimanere fedeli a se stesse?

Antonia Adams è nata dal matrimonio tra una bellissima aspirante attrice e un ricco imprenditore. Cresciuta tra litigi e assenze dei genitori, crede che l’unico modo per sentirsi al sicuro sia attirare l’attenzione il meno possibile, fino a diventare invisibile. Nella solitudine, i film e i libri sono la sua unica valvola di sfogo mentre sogna, un giorno, di diventare sceneggiatrice. La sua natura schiva e ritrosa è però messa alla prova durante un lavoro estivo a Hollywood, quando viene notata da un famoso regista che vuole fare di lei la star del suo prossimo film: di certo una scintillante opportunità, ma al contempo terrificante. Antonia sarà improvvisamente sotto i riflettori, ancora di più quando i due si innamoreranno. Dopo che una tragedia si abbatte su di lei, sarà costretta a decidere se affrontare i suoi demoni o tornare a essere invisibile, lontano dagli occhi di tutti.

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Tra i Pub e le Fate. Viaggio magico e letterario in Irlanda
Di Cesare Catà

Un filosofo e scrittore attraversa in lungo e in largo l’Irlanda per ripercorrerne la storia letteraria, poetica e spirituale.

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La manutenzione dei sensi
Di Franco Faggiani

Una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità, e dal genio. Un romanzo sul cambiamento, sulla paternità e sulla giovinezza in cui padre e figlio ritroveranno la loro più vera dimensione solo a contatto con la natura. Un libro che trabocca di umanità e sensibilità autentiche, delicato e terapeutico come una passeggiata in montagna.

«La Manutenzione dei sensi è il racconto di come cresce un sentimento paterno in un ambiente autentico come quello montano. Il male di vivere, oggi, si cura ad alta quota e la fuga dalla città spesso diventa una salvezza»> – Robinson, La Repubblica

«Un romanzo che diventa una sorta di rieducazione sentimentale per due esseri umani incapaci di trovare appigli nelle loro storie gonfie di addii» – Tuttolibri, La Stampa

«Ma tu, quando hai saputo che Chiara era morta, cos’hai detto?».
«Non scherzi stasera con le domande, eh? Vuoi proprio saperlo? Non ho detto niente. Non sono riuscito a dire una parola per giorni, avevo un dolore allo stomaco che non mi faceva stare in piedi. E la testa leggera, perché vuota. Sono andato avanti così per un bel po’».
«E poi?».
«Poi qualcuno mi ha salvato».

A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta: se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell’apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d’alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità. A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all’amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con forza le rispettive passioni e inclinazioni. Una storia positiva è al centro di questo romanzo che trabocca di umanità e sensibilità autentiche e che contiene una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità. Un romanzo sul cambiamento, la paternità, la giovinezza, in cui padre e figlio ritroveranno la loro dimensione più vera proprio a contatto con la natura, riappropriandosi di valori irrinunciabili come la semplicità e la bellezza.

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Quel che ci tiene vivi
Di Mariapia Veladiano

Libro finalista del Premio Rapallo BPER Banca 2023 – Narrativa
Il nuovo romanzo di Mariapia Veladiano, vincitrice del Premio Calvino e finalista al Premio Strega.

Aiutare le famiglie che non funzionano: questo è l’obiettivo del giovane protagonista, un avvocato con un passato doloroso, difficile da dimenticare ma anche da ricordare. E, in qualche modo, quello è lo scopo anche di sua moglie Bianca, la psicoanalista a cui si è rivolto all’inizio della carriera proprio per rimettere insieme i pezzi della sua infanzia. Non sembravano compatibili – lei credente, esile, vegetariana e raffinata, lui materialista e disilluso, sovrappeso, cresciuto solo e in povertà – eppure al posto di un’analisi è nato un amore. Forse perché parlano la stessa lingua, quella che condivide soltanto chi è sopravvissuto a un trauma incancellabile, ma che ha anche il coraggio di resistere e andare avanti. Forse perché entrambi hanno bisogno di provare ad aggiustare il mondo. È questo che spinge l’avvocato a entrare e uscire dai tribunali con furiosa determinazione, per dare una possibilità alle persone che, come era accaduto a lui, «non vengono viste». Una sera d’inverno incontra un bambino solo, infreddolito, che parla con curiosa saggezza. Un bambino che sparisce e sembra non ricomparire più. Un bambino che gli ricorda sé stesso. E quando scopre chi è, la sua missione diventa un’ossessione: dovrà riuscire a salvarlo.

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Le schegge
Di Bret Easton Ellis

Nell’autunno del 1981, la vita di un gruppo di diciassettenni californiani che frequentano l’elitaria Buckley School viene sconvolta dall’arrivo di un ragazzo tanto affascinante quanto disturbato e perverso. Cosa nasconde Robert Mallory, e qual è il suo legame con il serial killer che sta imperversando in città? In una Los Angeles sensuale e violenta, fatta di feste in piscina e musica new wave, vodka e cocaina, Bret Easton Ellis racconta la sua storia più personale, emozionante e oscura.

«Le schegge è il romanzo più sexy di Ellis, quello in cui si respira una nuova libertà in fatto di amore, eros e sensibilità emotiva».
«The New York Review of Books»

«Le schegge ci ricorda come l’autore di American Psycho faccia ancora scuola a sé».
Npr

«Ellis affonda le mani in un paradiso, passato e perduto, indubbiamente, in cui le auto di lusso, le droghe stordenti, il sesso clandestino e le relazioni superficiali sono la scenografia perfetta per una storia torbida e malinconica. E raccapricciante, soprattutto.» – Alessandro Tacchino per Maremosso

Nel 1981 Bret ha diciassette anni e frequenta l’ultimo anno alla Buckley, la scuola della gioventù dorata di Los Angeles: feste in piscina, amori promiscui, Bmw, coca, vodka e succo di pompelmo, nell’autoradio cassette piene di Ultravox, Blondie e Duran Duran. Un mondo falso e perfetto, ma tutto sommato piacevole, di certo eccitante. Almeno finché in classe non arriva uno studente nuovo: «se la primavera e l’estate del 1981 erano state il sogno, qualcosa di paradisiaco, allora il mese di settembre rappresentò la fine di quel sogno con l’arrivo di Robert Mallory». Robert è intelligente, bello, carismatico e presto entra a far parte della ristretta cerchia di amici di Bret. Robert però nasconde un segreto, indecifrabile anche per le persone che gli sono più vicine. Ammaliato dal fascino ambiguo di Robert, Bret sviluppa una vera e propria ossessione nei confronti del nuovo compagno. Ma Bret non può assecondare fino in fondo quell’attrazione perché c’è qualcosa, anzi qualcuno, il cui pensiero lo sconvolge più di ogni altro: il Pescatore. È questo il nome con cui è stato ribattezzato un pericoloso serial killer che sta mietendo vittime a Los Angeles in quegli anni, e che sembra deciso a colpire il gruppo di amici di Bret, e Bret stesso… Minacce terrificanti, atti di violenza casuali, inquietanti coincidenze: questa serie di eventi va a comporre un quadro che viene continuamente interpretato da Bret attraverso il filtro della sua immaginazione di adolescente dalle grandi doti narrative, in un momento in cui sta scoprendo la sua vocazione letteraria e la sua omosessualità. Bret si può fidare degli amici? E con la sua capacità di leggere la realtà riuscirà a trovare un senso al pericolo che sembra incombere su di lui? Le schegge è il primo romanzo di Ellis dopo tredici anni: valeva la pena aspettare. Non solo ha scritto il suo libro più bello dagli anni Novanta – sexy, inquietante, ambiguo, violento: è Ellis in purezza – ma anche una delle più lucide riflessioni su memoria e desiderio, verità e narrazione di questi nostri tempi paranoici e puritani.

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Quello che so di te
Di Nadia Terranova

Nadia Terranova ci consegna con queste pagine il suo romanzo più personale e più intenso, che ci interroga sul potere della memoria, individuale e collettiva, e sulla nostra capacità di attraversarla per immaginare chi siamo.

C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la Mitologia Familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili. Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari.

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I nove doni. sulla via della felicità
Di Giovanni Allevi

Questo libro non è la storia di una malattia, ma una testimonianza sincera, una riflessione filosofica profonda, la proposta di un modo nuovo per guardare la vita, abbracciando se stessi e la propria umana fragilità. Anche attraverso le difficoltà, quando gli ostacoli sembrano invalicabili, la via verso una più compiuta felicità esiste, e su questa strada ci sono doni da scoprire: aspettano solo che noi impariamo a vederli. Così, come un vaso kintsugi riparato con l’oro, la nostra anima potrà risplendere di una luce nuova.

Nel turbine della vita, siamo felici? La domanda ci può apparire persino superflua, occupati come siamo nelle attività e nei pensieri quotidiani. Come tutti, non se la poneva Giovanni Allevi, immerso in una vita impegnativa: composizione, concerti, tour, registrazioni, conferenze stampa e viaggi in tutto il mondo. Poi, è arrivato lui, il mieloma. Tutto è crollato, la fragilità del corpo è diventata all’improvviso una tangibile realtà quotidiana, è cominciato un lungo e dolorosissimo percorso terapeutico. Ma camminando sopra l’inferno, Giovanni è riuscito a mantenere lo sguardo fisso sui fiori. E ad accogliere così nove specialissimi doni: come la libertà dal giudizio altrui, la coscienza di sé e l’autenticità, la prospettiva regalata dalla storia e dalla cultura, l’amore per la bellezza e per la Natura che guarisce, la gratitudine per gli incontri con persone, come i medici e gli infermieri, capaci di cambiare il corso dei suoi giorni. E una nuova e profonda dimensione dello Spirito che anche oggi, tornato sul palco, si fa tutt’uno con la Musica.

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Il fuoco che ti porti dentro
Di Antonio Franchini

Al terzo posto nella Classifica di Qualità 2024 de «la Lettura»

Libro vincitore del Premio Mastercard Letteratura 2024
Libro vincitore del Premio letterario Procida Isola di Arturo Elsa Morante 2024
Libro vincitore Premio Napoli 2024 – Narrativa
Libro vincitore del Premio Mondello – Premio Speciale del Presidente 2024
Libro “supervincitore” del Premio letterario internazionale Elba-Raffaello Brignetti 2024

Libro finalista del Premio Campiello, del Premio Flaiano – Narrativa, dell’Orbetello Book Prize 2024

Un racconto che mescola la commedia eduardiana al furore ctonio, l’urgenza di uno sfogo viscerale alle cadenze studiate di una messa in scena, di una vera e propria recita.

“Il fuoco che ti porti dentro” racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile. Una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore…» Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia. Quale esperienza manifesta o occulta, quale frustrazione, quale nascosta ferita può renderci tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità? un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano? Antonio Franchini, con maestria e misura, eccesso e discrezione, ha scritto un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano una protagonista sempre al centro della scena. Un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici.

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La città e le sue mura incerte
Di Haruki Murakami

Al primo posto nella Classifica di Qualità 2024 de «la Lettura»

Mondi dalle sfumature oniriche, chimere intrise di malinconia, enigmatiche suggestioni che rapiscono e incantano: La città e le sue mura incerte è immerso nelle atmosfere ipnotiche e rarefatte che hanno reso celebre Murakami Haruki. Eppure si rivela anche un romanzo ben radicato nella realtà, una profonda riflessione sullo scorrere del tempo, sul rimpianto di ciò che abbiamo perduto, sugli sconfinamenti della verità, sul senso della nostra esistenza.

 

Diciassette anni lui, sedici lei, il primo amore, il tempo di un’indimenticabile estate. Tra passeggiate lungo il fiume o in riva al mare, speranze sussurrate su una panchina e sogni affidati alle righe di una lettera, lei gli racconta di una città circondata da alte mura: i ponti di pietra, la torre di guardia, un orologio senza lancette, una biblioteca. «La vera me stessa è lì che vive», gli dice la ragazza, e lì lui sarà il Lettore dei sogni. Poi, all’improvviso, lei scompare. La chiave per ritrovarla è quella città. Ma solo chi lo desidera con tutto il cuore potrà superare le sue mura.

«Più di chiunque altro, Murakami Haruki ha inventato la letteratura del XXI secolo».
The New York Times

Diciassette anni lui, sedici lei. Si sono conosciuti in occasione di un concorso letterario aperto alle scuole della circoscrizione. Lui ha sfidato la timidezza e le ha lasciato il suo indirizzo, proponendole di scambiarsi delle lettere. Non sopportava l’idea di non vederla più. Vivono in città diverse e non hanno un posto per sé: ai loro sporadici incontri fa da sfondo il paesaggio urbano – i giardinetti, l’orto botanico, la stazione -, passeggiano in riva al mare o lungo il fiume, sospinti dalla promessa del futuro. È l’incanto del primo amore. Durante le interminabili chiacchierate, lei comincia a raccontargli di una città circondata da mura altissime, con un bel fiume, tre ponti di pietra, una torre di guardia, basse colline, un orologio senza lancette che sovrasta la piazza principale, unicorni dal mantello dorato, invisibili uccelli notturni. Qui le persone conducono un’esistenza frugale, ma senza privazioni. In realtà la vera lei è lì che vive, gli confida. Quella davanti a lui è soltanto un’immagine sbiadita, un’ombra, che ha preso il suo posto. Nella città dalle alte mura lei lavora in biblioteca: dalle cinque del pomeriggio fino alle dieci di sera aiuta il Lettore dei sogni. Sarà lui a ricoprire quel ruolo, gli dice, perché possiede i rari requisiti richiesti per la misteriosa funzione. Nei mesi in cui si frequentano, lui annota ogni dettaglio di quel luogo segreto che conoscono solo loro, e che vanno costruendo insieme. Poi, all’improvviso, la ragazza scompare. Per ritrovarla, lui dovrà spingersi oltre lo spazio e il tempo e sconfiggere le temibili barriere che li separano. Ma solo chi lo desidera con tutto il cuore può superare le alte mura ed entrare finalmente nella città.

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Giulia. La bellezza, l'amore e il vino della Marchesa di Barolo
Di Moreno Giannattasio

Giulia è bella, colta e raffinata e appartiene a un’antica e nobile famiglia francese. Quando il padre, con il benestare di Napoleone, la invita a sposare un nobiluomo poco più grande di lei, Giulia non batte ciglio. Quell’uomo non è un nobile qualsiasi, ma Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo e ciambellano di corte, di idee illuministe e dalla condotta integerrima. Un matrimonio combinato quindi, ma un matrimonio fra spiriti affini. Dalla loro residenza torinese passano Silvio Pellico, Cavour – amico di infanzia di Giulia -, Vittorio Alfieri ma soprattutto poveri, mendicanti, orfani e ammalati, ed è la stessa Giulia a servire i pasti caldi nella mensa allestita nell’androne del palazzo nobiliare. Ma non è sufficiente, mentre Carlo si occupa di sanità e istruzione, Giulia si prende cura delle “forzate” prostitute, ladre e assassine – rinchiuse in galera e insegna loro a leggere e scrivere e ottiene dal re l’incarico di sovrintendente alle carceri. Una vita, quella di Giulia, spesa interamente per gli ultimi, sorretta dalla fede e dall’amore di Dio, ma non è solo una donna tutto zelo e carità, insieme al marito si dedica anche alla produzione del miglior vino della regione, il Barolo, e introduce innovazioni che permettono l’incremento della produzione del vino e – con i ricavi – finanziano l’Opera Pia Barolo.

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Miss Bee e il principe d'inverno
Di Alessia Gazzola

L’inverno si tinge di giallo nella campagna inglese ad Alconbury Hall, tra battute di caccia alla volpe, sparizioni misteriose e tormente di neve e di cuori.

Derbyshire, dicembre 1924. È un freddo Natale ad Alconbury Hall, la residenza di campagna della nobile famiglia Lennox. Così freddo che nemmeno generose dosi di sherry riescono a riscaldare la mente e il cuore di Lady Millicent Carmichael, mentre detta le sue scandalose memorie alla nuova segretaria. Eppure, la giovane assistente improvvisata, che risponde al nome di Beatrice Bernabò detta Miss Bee, non potrebbe avere cuore e mente più caldi, anzi, incandescenti. Merito forse della splendida atmosfera di Alconbury Hall, coi camini accesi e scoppiettanti, le cene eleganti, le singolari e allegre tradizioni britanniche da onorare. Merito più probabilmente del visconte, l’affascinante Julian Lennox. Né va tralasciata l’eccentrica combriccola di convitati, a cominciare dal tenebroso Alexander, cugino di Julian con ascendenze russe, bello in maniera insopportabile ma dall’aria cupa e angustiata, un vero principe d’inverno. Beatrice però ancora non riesce a cogliere il sottobosco di tensioni che attraversa quella conturbante atmosfera natalizia. Tensioni che presto sfoceranno in eventi di crescente gravità: l’accusa di furto è soltanto l’inizio… Riuscirà Miss Bee a venire a capo dell’imprevedibile e pericoloso enigma?

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Gli anni dell'abbondanza
Di Maria Costanza Boldrini

Un’appassionante saga generazionale che attraversa un secolo di storia italiana, dalla fine dell’Ottocento agli anni del benessere, passando per due guerre mondiali, il ventennio fascista e i mesi dell’occupazione nazista. Una scrittura ammaliante che, come una sorgente magica, riporta alla luce le vicende di donne normali eppure eccezionali, tra sogni premonitori e tradizioni popolari, gioie quotidiane e amori predestinati. Perché l’abbondanza non è ancora finita…

In un piccolo paese dell’Italia del ‘900, vive un’umile famiglia come tante. Eppure le sue donne hanno un dono speciale. I Contini sono una famiglia come tante, lì a Valchiara, un piccolo paese del centro Italia affacciato sul mare. Benvoluti e gran lavoratori, conducono un’esistenza povera ma dignitosa. Poi qualcosa cambia quando la giovane Beata, a dispetto delle proteste della madre, decide di farsi assumere alla Regia Fabbrica dei Sigari. Perché un misterioso miracolo si produce in lei: è la sua abbondanza, un dono che la rende la beniamina delle colleghe zigarare e il bersaglio dell’occhiuto sospetto dei controllori della fabbrica. E dopo di lei anche sua figlia Clarice e la nipote Antonia saranno benedette e maledette da questo prodigio, ciascuna a modo suo. Tuttavia l’abbondanza non è per sempre, può sparire da un momento all’altro a causa di un grande dolore. E di dolori ne vivranno tanti, Beata, Clarice e Antonia, vittime della violenza della Storia ma capaci di affrontare e superare ogni difficoltà, anche grazie a un’altra benedizione, l’amore puro e incondizionato dei loro adorati mariti.

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L'ultimo mago
Di Francesca Diotallevi

Libro finalista del Premio Fiesole Narrativa Under 40 2024

Con la sua capacità fuori dal comune di rendere l’essenza di personaggi storici attraverso la lente romanzesca, Francesca Diotallevi ci incanta e ci ipnotizza, ponendoci interrogativi di fronte ai quali anche l’anima più razionale vacilla. Come solo chi padroneggia la magia della scrittura sa fare.

 

È la notte di Capodanno del 1960 e, in un lussuoso appartamento affacciato sul parco del Valentino, un gruppo di persone siede attorno a un tavolo. L’aria è quasi elettrica e nessuno osa emettere un fiato. Aspettano l’inizio di quelli che il padrone di casa chiama «esperimenti» ma che per chi è lì hanno un valore inestimabile, metafisico, soprannaturale. Gustavo Rol ha l’eleganza garbata e poco esibita di chi cammina con naturalezza in qualunque stanza del mondo, e il pubblico pende dalle sue labbra. Solo un uomo lo guarda con sospetto, è sicuro che ci sia un trucco e vuole svelarlo. Nino Giacosa è un uomo rotto, in fuga: dai debiti di gioco, dai fantasmi della disfatta di El Alamein, da Miriam, la donna che ha amato. Da sé stesso. Dopo tanti sogni infranti, tuttavia, ha trovato qualcosa che può riempire il vuoto della sua esistenza: una storia. La storia che sta scrivendo giorno e notte nella squallida stanza di una pensione è quella di un grande imbroglio, celato dalle mani sapienti di un illusionista. Ed è con questo atteggiamento scettico, l’occhio attento a ogni dettaglio, che Nino inizia a partecipare alle serate di Rol. Ma tra i due uomini, all’apparenza così diversi, si crea presto una complicità imprevista. E nelle passeggiate attraverso una Torino gelida e impenetrabile, Rol racconta a Nino la propria vita, il «dono» che ha scoperto grazie a un polacco conosciuto a Marsiglia, gli studi e lo scoramento all’idea di essere ammirato ma mai compreso.

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Il matrimonio
Di Jason Rekulak

Dall’autore di Teddy, un nuovo pageturner dalla scrittura magnetica: Il matrimonio è un’esplorazione al cardiopalma della complessità dei legami familiari e di quegli impulsi incontrollabili che ci rendono quello che siamo.

Un matrimonio perfetto con l’uomo perfetto, questo è tutto ciò che Maggie ha sempre desiderato. E ora che sta per sposare Aidan Gardner la realtà sembra superare ogni aspettativa. Il futuro marito, infatti, non è solo un artista molto dotato ma anche il rampollo di una delle più grandi aziende degli Stati Uniti. Affinché il quadro sia completo manca solo Frank, suo padre. Sono passati tre anni dall’ultima volta che si sono visti ed è finalmente arrivato il momento di riconciliarsi. Lui, dal canto suo, è deciso a non ripetere gli errori del passato ed è pronto a fare qualsiasi cosa per tornare a far parte della vita di Maggie. Una vita fatta di lusso estremo ma anche di lavoro h24… E non importa se a pagare le spese della cerimonia saranno i Gardner, o se Aidan è scostante con il suocero e nasconde dei segreti: Frank non può rovinare tutto. Non questa volta. Eppure qualcuno sta cercando di incriminare lo sposo per la scomparsa di una ragazza. Forse Maggie sta per compiere un irreparabile errore? Nel corso di un fine settimana epocale, padre e figlia saranno costretti a fare i conti con le loro differenze e ad ammettere verità inconfessabili, anche a costo… della loro vita.

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Le ventisette sveglie di Atena Ferraris
Di Alice Basso

Dopo averci fatto sognare con le avventure di Vani Sarca e Anita Bo, Alice Basso torna dai suoi lettori con una nuova protagonista: diversa, ma che assomiglia un po’ a ognuno di noi. Perché siamo pieni di fragilità, ma anche di una forza che non sappiamo di avere. E Atena è qui per dimostrarcelo.

Mi chiamo Atena Ferraris e mi sa che non sono come gli altri, inutile girarci intorno. Mia madre mi ha sempre detto che siamo tutti diversi, e quindi è come se fossimo tutti uguali. Sarà… non ne sono convinta, ma mi fido di lei. Sta di fatto che ho trent’anni, vesto fuori moda, odio le sorprese e ho ben ventisette sveglie ogni giorno per ricordarmi di lavorare, di mangiare, di andare a letto, di smettere di pensare. Ah, e faccio troppe domande, dicono. Perché per me è essenziale che ogni cosa abbia una spiegazione. Per questo dirigo una rivista online di enigmistica dove ogni gioco, rebus o anagramma ha una soluzione univoca: mi fa sentire al sicuro. Ora, però, è successo qualcosa che ha scombinato le carte. Tutta colpa di quella scheggia impazzita del mio fratello gemello. Febo è uno scrittore in crisi e, per ritrovare l’ispirazione, si caccia nei guai più assurdi. Per esempio, si è appena iscritto a una scuola di magia. Sembrerebbe una cosa innocua, se non fosse che, fra giochi di prestigio e illusioni, è inciampato in un mistero vero, di quelli che scottano. Mi ha supplicata di aiutarlo, dice che ha bisogno della mia capacità di vedere particolari che gli altri non notano… Che faccia tosta. E così eccomi costretta a uscire di casa, a conoscere persone nuove e a cercare di mimetizzarmi fra la gente. Impensabile. Ma forse è quello che ci vuole: forse è arrivato il momento di vedere se mia madre aveva ragione, quando diceva che essere unici non deve per forza essere strano. Il nuovo progetto di un’autrice da mezzo milione di copie vendute, opzionato dalla più importante casa di produzione cinematografica italiana prima ancora della pubblicazione.

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Elogio dell'imperfezione
Di Rita Levi-Montalcini

L’autobiografia di una delle più importanti e preziose personalità scientifiche del secolo scorso. Una vita che si muove tra le minacce della storia – le due guerre mondiali e le leggi razziali – i limiti culturali di una società che discrimina ancora fortemente la donna e un modo di concepire la scienza come ricerca continua, processo evolutivo di idee e approcci, scoperta. Al centro di questa ricognizione autobiografica emerge l’imperfezione come virtù e condizione da sempre necessaria per correggere se stessi, indagare sui propri errori, percorrere nuove strade e trovare nuove soluzioni «L’imperfezione», dice Levi-Montalcini, «ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo.» L’imperfezione è dunque una componente fondamentale dell’evoluzione. Dagli anfibi all’Homo Sapiens, il cervello dei vertebrati si è sempre prestato a un miglioramento, a un cambiamento, mentre negli invertebrati è nato così perfetto da non entrare nel gioco delle mutazioni, tanto è vero che i trilobiti vissuti centinaia di milioni di anni fa non sono essenzialmente diversi dagli insetti, dagli artropodi di oggi. Ecco perché l’imperfezione «merita un elogio».

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Onesto
Di Francesco Vidotto

Con la storia di Onesto, Santo e Celeste ci emoziona, ci commuove, ci accompagna in alto, dove l’aria è sottile e ci si sentiamo intimamente rinnovati, capaci di guardare la vita con occhi nuovi.

«Credo di aver capito l’amore cos’è. È qualcosa che, se lo metti accanto al cielo, non sfigura.»

Guido Contin detto Cognac abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l’incontro con Celeste, la guerra, la morte e l’amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende straordinarie: un rapimento, un figlio ritrovato, una terribile violenza, una bomba che cade nella notte, una fotografia nascosta tra le rocce, un segreto pieno di vergogna e, soprattutto, un amore inconfessabile che scorre attraverso la vita come un torrente impetuoso. Nella sua semplicità, Onesto ci rivela qualcosa di universale: “in molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario. Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l’incertezza, i problemi, le soluzioni, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo”. Francesco Vidotto è un narratore capace di andare dritto al cuore delle cose.

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L'informatore
Di John Grisham

Ci aspettiamo che i giudici siano onesti e saggi. La loro integrità è alla base dell’intero sistema giudiziario. Confidiamo che garantiscano processi equi, che proteggano i diritti di tutti, che puniscano i colpevoli. Ma cosa succede quando un giudice è corrotto?

Lacy Stoltz da nove anni lavora come investigatrice presso una commissione in Florida che si occupa della cattiva condotta dei giudici. È un avvocato, non un poliziotto, e ha a che fare perlopiù con denunce per violazioni minori. Ma un giorno le si presenta un caso di corruzione. Un avvocato radiato dall’albo tornato a lavorare con una nuova identità – ora si fa chiamare Greg Myers – sostiene di sapere dell’esistenza di un giudice che ha rubato più soldi di tutti i giudici corrotti d’America messi insieme. Qual è la fonte dei suoi guadagni illeciti? A quanto pare ha avuto a che fare con la costruzione di un grande casinò sulle terre dei nativi americani. La mafia locale ha finanziato il casinò che ora frutta una cifra molto consistente di denaro ogni mese. Il giudice se ne prende una parte e finge di non vedere, favorendo con le sue sentenze l’organizzazione criminale. È sicuramente un ottimo affare: tutti fanno soldi. Ma Greg Myers vuole fermarli. Il suo unico cliente è un informatore che conosce la verità e vuole spifferare tutto per riscuotere milioni di dollari, come prevede la legge della Florida. Ed è così che Greg e Lacy si incontrano. E lei sospetta immediatamente che questa faccenda possa essere davvero pericolosa. Ma pericolosa è un conto, mortale è un altro.

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Il fiore delle illusioni
Di Giuseppe Catozzella

Con la sua voce inconfondibile Giuseppe Catozzella ci narra un appassionante romanzo di formazione che è al contempo lucido romanzo sociale. Il fiore delle illusioni è la storia del rapporto fra due cugini, fra due Italie, ma anche della resa dei conti con la parabola del sogno, con quella di un Paese: la promessa nella generazione dei nonni, la piena realizzazione materiale in quella dei padri, e quanto ora rimane ai figli. E la scoperta, dopo tutto, che vivere a metà non è vivere.

Avevo l’illusione che niente si muovesse, che tutto sarebbe sempre tornato uguale all’infinito. Niente, mai, ci avrebbe ferito: le piante, la terra, le vacche, le capre, i cani, generando discendenza e morendo, avrebbero lasciato noi intatti. Noi salvi, per sempre.

È possibile inseguire il proprio sogno senza perdere la parte più autentica di sé stessi? Sfuggire a un destino già scritto senza che questo finisca per bruciarci? Francesco cresce nella periferia di Milano, figlio di meridionali e con il sogno di scrivere: un ragazzo ai margini di un paese ai margini. O almeno questa è la sua sensazione per dieci mesi l’anno, finché non arriva l’estate e lui torna con i genitori in Basilicata, dove la vita sembra più autentica. Lì le costrizioni della città si trasformano in libertà: ci sono i nonni – nonna Luisa, la rimediante del paese -, i campi, e soprattutto c’è Luciano, il cugino con cui mungere vacche, pascolare pecore, lavorare la terra e sfrecciare sulla Vespa rossa truccata. È con lui che Francesco impara a fumare, a guidare la macchina, ad ascoltare il proprio corpo. Eppure Luciano considera sbagliato emigrare, come ha fatto il padre di Francesco: per lui contano solo la fedeltà alle origini e la solitudine della campagna. E se al Sud c’è la libertà, la vita che esiste e basta, Francesco al Nord si imbatte in un duplice omicidio di mafia, vede morire dei passanti innocenti. Ma il Nord è anche il luogo in cui scopre l’amore, dove fa i conti con un padre per il quale i sogni non sono che illusioni, dove incontra un professore-poeta che cambia il suo modo di guardare sé stesso e gli altri. Il luogo dove inizia a credere di poter davvero realizzare il suo sogno, che è la chiave, forse, con cui ricomporre la frattura dei due mondi che si porta dentro.

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La casa dei silenzi
Di Donato Carrisi

Ci sono storie capaci di tenerci svegli fino all’alba.
Il nuovo enigmatico romanzo del maestro del thriller italiano.

Mi chiamo Pietro Gerber ma qui a Firenze, dove vivo da quando sono nato, tutti mi conoscono come l’addormentatore di bambini. Sono un ipnotista, come lo era mio padre, e con l’ipnosi aiuto i bambini a elaborare traumi e a superare paure e fobie. Non sembrerebbe, ma il mio è un mestiere pericoloso. Perché la mente dei bambini è un labirinto ed è facile smarrirsi e non riuscire più a tornare. Forse è proprio questo che sta succedendo a Matias. Ha nove anni e da tempo ha un sogno ricorrente. Da troppo tempo. Ormai Matias ha paura di addormentarsi, perché in sogno gli fa visita qualcuno che non dovrebbe esistere. Una donna dall’aria triste e vestita sempre di scuro e che non parla mai. La signora silenziosa abita i suoi sogni come uno spettro, come una presenza inquietante che tracima nella realtà. Non dovrebbe essere nient’altro che un sogno, ma allora… Allora perché sento che la signora silenziosa è reale? Allora perché sento nel silenzio il ronzio di un immenso sciame di insetti? Allora perché sento che perfino la mia casa, vuota e solitaria, è infestata da fantasmi? E se la storia della signora silenziosa fosse ancora tutta da scrivere… Come la mia?
Mi chiamo Pietro Gerber, sono l’addormentatore di bambini, e di colpo ho paura di dormire. E ho ancora più paura di stare sveglio.

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Sorelle spaiate
Di Lucia Esposito

Una storia vera conservata da Lucia Esposito per quasi trent’anni, e che oggi assume la forma di un romanzo intenso.

Viola è determinata e piena di talento. Ha lasciato Napoli spinta dal desiderio di diventare giornalista, ma a Milano scopre in fretta che per lei (giovane, femmina e inesperta) affermarsi in quel mondo non è scontato. Anche Ershela ha lasciato la sua terra, l’Albania, carica di fiducia nel futuro. La speranza profonda quanto ingenua di una vita migliore, però, è destinata a infrangersi contro la realtà più truce: quello che credeva un compagno innamorato e fedele sarà invece colui che la obbliga a diventare una prostituta. Mentre Viola avvia faticosamente la sua strada di cronista, appassionandosi alle storie di chi vive ai margini, Ershela si rifugia nelle lettere per Alina, l’amata sorella lontana. A lei confida tutto: del primo cliente, di quello che le regala cioccolatini, del ragazzo che le piace e dell’amica che, una sera, si lancia sotto un tir per scampare a una sorte inumana. E sono proprio quelle lettere, dense di dolore ma anche di forza e amore per la vita, a unire i destini di Ershela e Viola in un epilogo che lascia senza fiato. Un filo sottile ma indistruttibile che intreccia due vite in un’unica vicenda di profonda e toccante sorellanza.

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La vita a volte capita
Di Lorenzo Marone

«Passiamo la prima metà della vita a costruirci gabbie e la seconda metà a tentare di distruggerle.»

 

Rompiscatole e beffardo, ma con un cuore d’oro: è tornato Cesare Annunziata, il personaggio più amato di Lorenzo Marone, già protagonista di La tentazione di essere felici.

«La letteratura dovrebbe prendere altre strade. Cosa che Lorenzo Marone fa. E fa benissimo.» – Teresa Ciabatti, Il Corriere della Sera

Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere una collezione di scatolette di fiammiferi per poi essere costretto per oltre cinquant’anni a collezionarle davvero. Ormai vedovo e ottantenne, con mille acciacchi e le giornate vuote, Cesare si trova ad affrontare un agosto in città. Nel condominio al Vomero sono rimasti in pochi: c’è la dirimpettaia gattara, ossessionata dalla telecamera al pianterreno; l’amico di una vita con cui Cesare gioca la stessa partita di scacchi da anni; e Lady Blonde, un’adolescente che non si stacca mai dal cellulare. E soprattutto ci sono i ricordi, ricordi subdoli che si insinuano dappertutto. Proprio lui che si è sempre dichiarato immune ai sensi di colpa, ora si trova a fare i conti con mille domande. E se nella vita fosse stato più risoluto, dolce e accogliente? Se avesse trovato il coraggio di lasciare la moglie? Se avesse passato più tempo con i figli? Se, in definitiva, avesse sbagliato tutto? Finché un giorno, nel parco in cui è solito portare Batman, il cane affidatogli dalla figlia, Cesare nota una ragazza dai capelli corti spruzzati di viola. Si chiama Iris e ha negli occhi qualcosa di fragile e familiare. È l’inizio di una goffa ma tenera amicizia, in cui Cesare trova inaspettatamente conforto. D’un tratto, ci sono persone di cui deve, e vuole, occuparsi, e questo lo fa sentire felice. D’un tratto, non c’è più da rimuginare, ma da agire, da aiutare. Perché la vita a volte capita quando meno te lo aspetti, e bisogna trovare il coraggio di afferrarla al volo.

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La libreria dei gatti neri
Di Piergiorgio Pulixi

Pulixi firma un giallo pieno di suspense e ironia che parla di libri e omaggia i classici del mystery, rendendo i lettori i veri protagonisti di questa storia.

«Un pensionato malinconico, un frate fin troppo vivace, un’ottantenne fissata con i serial
killer, una ragazzina che si veste dark e sogna di uccidere qualcuno e un libraio sull’orlo del fallimento. È davvero questa la combriccola di investigatori a cui vuoi affidare la tua indagine?»

Grande appassionato di gialli, Marzio Montecristo ha aperto da qualche anno nel centro di Cagliari una piccola libreria specializzata in romanzi polizieschi. Il nome della libreria, Les Chats Noirs, è un omaggio ai due gatti neri che un giorno si sono presentati in negozio e non se ne sono più andati, da lui soprannominati Miss Marple e Poirot. Nonostante il brutto carattere del proprietario, la libreria è molto frequentata, ed è Patricia, la giovane collaboratrice di Montecristo, di origini eritree, a salvare i clienti dalle sfuriate del titolare. La libreria ha anche un gruppo di lettura, “gli investigatori del martedì”, un manipolo di super esperti di gialli che si riuniscono dopo la chiusura per discettare del romanzo della settimana. È una banda mal assembrata ma molto unita, di cui Marzio è diventato l’anima, suo malgrado. Un anno prima il gruppo si è dimostrato capace di aiutare una vecchia amica di Montecristo a risolvere un vero caso da tutti considerato senza speranza. Ora la sovrintendente Angela Dimase torna a chiedere la loro collaborazione per un’indagine che le sta togliendo il sonno: un uomo incappucciato si è presentato a casa di una famiglia, ha immobilizzato due coniugi e il loro figlioletto e ha intimato all’uomo di scegliere chi doveva morire tra la moglie e il figlio; se non avesse deciso entro un minuto, li avrebbe uccisi tutti e due. Il sadico killer viene presto soprannominato «l’assassino delle clessidre», visto che sulla scena del crimine ne lascia sempre una. Riusciranno gli improbabili “investigatori del martedì” a sbrogliare anche questo caso, intricato quanto agghiacciante, permettendo alla polizia di fermare il feroce assassino prima che colpisca di nuovo?

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Un mondo possibile. Dieci idee per cambiare il futuro e la tua vita di ogni giorno
Di Nicolò Govoni

Una guida pratica per cambiare il mondo, dentro e fuori di noi.

Imparando a non avere paura degli altri, a nutrire una sana fiducia nella naturale bontà del genere umano, chiedendoci sempre il perché, senza accontentarci di facili risposte preconfezionate, impegnandoci a tenere la mente e il cuore aperti. Nicolò Govoni ci racconta la storia di Still I Rise, l’organizzazione umanitaria da lui fondata, e la filosofia a cui si ispira ogni giorno per dimostrarci che tutto è possibile: se anche i bambini che provengono da realtà tra le più difficili del pianeta riescono a essere audaci, ricominciare a sognare e sfidare lo status quo per realizzare quei sogni, che scusa abbiamo noi per tirarci indietro? Le fotografie che quegli stessi bambini hanno scattato ai quattro angoli del globo rappresentano un viaggio nelle loro storie e sono allo stesso tempo un potentissimo incentivo a darci da fare se vogliamo cambiare la nostra, di storia. Acquistando questo libro, contribuisci alla costruzione di una scuola Still I Rise in Italia, che accoglierà bambini svantaggiati.

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Volver. Ritorno per il Commissario Ricciardi
Di Maurizio De Giovanni

«Tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia».

Serve coraggio quando si parte, ma a volte ne serve ancora di più quando si torna. È il luglio del 1940, l’Italia è in guerra. Ricciardi – preoccupato per la figlia Marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche – ha ormai trasferito la famiglia a Fortino, il paese dove è nato. Lì, nei luoghi dell’infanzia, sperava di avere un po’ di quiete. Invece, mentre in città il fido brigadiere Maione cerca di salvare un comune amico da morte certa, tra le montagne del Cilento il commissario è messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. Per lui, e non solo per lui, è arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia. Del resto è questo, quasi sempre, il destino di chi torna.

«Pochi personaggi nella storia della letteratura di genere hanno un cuore così tormentato e un intatto istinto ad affrontare indagini volta dopo volta più intricate».
la Repubblica

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Il mio assassino
Di Daniel Pennac

Non è solo il nuovo romanzo di Pennac, è tutto Pennac in un romanzo.

“La maggior parte dei miei amici diventano personaggi dei miei romanzi. Ma questo assassino che immaginavo senza conoscerlo, il mio terribile assassino, da dove viene?” D. P. Nonnino, che diventerà il formidabile malfattore di Capolinea Malaussène, ha solo quattordici anni quando prepara il primo colpo della sua magistrale carriera di ricattatore e criminale. Nel seguirne i primi passi, Pennac intreccia invenzioni letterarie e autobiografia rivelando il suo modo di lavorare e le sue fonti di ispirazione per creare un personaggio.

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Lunario sentimentale
Di Mauro Corona

Attraverso questo lunario, Corona, pur non rinnegando il presente, cui riserva lo sguardo dello spettatore curioso, ripercorre tra memorie personali e condivise un’epoca aspra e dolce. Nella certezza che ricordare sia anche un modo per insegnare la speranza.

Ricordare un tempo che è stato e non tornerà è un esercizio pericoloso. Cantare la fine di un mondo porta con sé il rischio di cedere alla nostalgia. Ma non è il rimpianto a guidare il racconto di Mauro Corona, bensì il bisogno di farsi testimone di un passato che i ricordi vanno a stanare di continuo. Come nella sua infanzia ertana era il susseguirsi dei mesi e delle stagioni a dettare i ritmi della vita, anche in questo scritto è il calendario a scandire la memoria, in un moto circolare lungo un anno che, dalla neve di gennaio, a quel bianco ritorna, per iniziare un nuovo ciclo. Nel paese ripido la modernità ha ormai eroso tradizioni antiche, la fretta si è sostituita al tempo manuale, quello in cui si sapeva ascoltare la Natura e proteggerne i valori. Tornare indietro significa compiere un viaggio in una cultura contadina perduta, riscoprendo esistenze semplici e creative, innestate su riti ancestrali e credenze sospese tra fede e superstizione. Sarebbe tuttavia ingiusto cedere alla tentazione di idealizzare un’età in cui ogni cosa era fatica, sacrificio, in cui tutto si consumava sempre uguale, perché dove non c’è ricchezza, per campare bisogna fare sempre le stesse cose.

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Intermezzo
Di Sally Rooney

Alla morte del padre, Peter e Ivan vedono sconvolto il precario equilibrio della loro esistenza. Nascono nuovi amori, esplodono vecchie ruggini, si creano inedite alleanze. E in questo interludio si intravede la vastità potenziale di ogni vita.

«Il fenomeno letterario del decennio».
«The Guardian»

«Rooney ha inventato una sensibilità tutta sua».
«Vogue»

A parte il fatto di essere fratelli, Peter e Ivan Koubek sembrano avere poco in comune. Peter è un avvocato di Dublino sui trent’anni – affermato, abile e apparentemente irreprensibile. Ma, ora che gli è morto il padre, prende farmaci per dormire e si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse: il primo, imperituro amore, Sylvia, e Naomi, una studentessa universitaria per cui la vita è un’unica lunga barzelletta. Ivan è un campione di scacchi ventiduenne. Si è sempre considerato uno sfigato, un paria, l’antitesi del suo disinvolto fratello maggiore. Ora, nelle prime settimane dopo la perdita del padre, incontra Margaret, una donna più grande che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. Per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive – l’opportunità di scoprire quante cose un’unica vita possa contenere senza per questo andare in pezzi.

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Il sistema Vivacchia. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò
Di Andrea Vitali

Un cognato nei guai, una lotta di potere, la fuga verso una nuova vita… e l’arrivo della prima radio.

Come segretario bellanese del Partito, Aurelio Trovatore non vale una cicca. Invece di dare lustro alla sezione, di dimostrare prontezza e ardimento, sembra dormire nella bambagia. Un due di picche, insomma. Ci vorrebbe qualcuno di più deciso, con gli attributi, pensa Caio Scafandro. Uno come lui, per dirla senza falsa modestia. Già, perché dopo la rimozione del Tartina – il segretario precedente –, lo Scafandro ci contava proprio su quella carica. Anzi, se la meritava, secondo lui. Invece il Federale era andato a pescare quella nullità. Ma ora che il cognato è accusato di un furto di carbone, Caio Scafandro ha l’occasione per riscattarsi. Perché il Graziato, su cui pende una denuncia sottoscritta da un testimone in data 11 ottobre 1928, è iscritto al fascio: se dovesse essere giudicato colpevole, la figuraccia la farebbe anche il Partito. E dato che l’Aurelio non ha alcuna intenzione di prendere un’iniziativa che sia una, allora Caio Scafandro fa da sé: spedisce un telegramma alla federazione di Como perché procurino un avvocato come si deve che cavi dall’impiccio l’affiliato, e quindi salvi la faccia al Partito intero. Intanto i carabinieri, che hanno preso in carico la denuncia e attendono l’esito della vicenda ora passata nelle mani della pretura locale, assistono non senza divertimento all’evolversi della situazione. Perché a Bellano le cose non vanno mai come ci si aspetta. C’è sempre l’imprevisto che cambia le carte in tavola, e stavolta ha un nome: è il sistema Vivacchia. Se non fosse per questo, infatti, di avvocati all’udienza non se ne presenterebbero addirittura due. In “Il sistema Vivacchia”, il maresciallo Ernesto Maccadò si gode qualche gustosa rivincita sugli sgangherati rappresentanti locali del regime. Alle prese con le proprie diffidenze nei confronti delle innovazioni tecnologiche, non sa decidersi se acquistare anche lui una radio nuova, che la moglie Maristella desidererebbe tanto e che è già arrivata in casa dell’appuntato Misfatti portando allegria e gioia di vivere. «Vedremo», va ripetendo il maresciallo, mentre è concentrato a dare una mano agli eventi affinché prendano la piega giusta quando il potere si fa violento e arrogante.

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La famiglia Whittier
Di Danielle Steel

La famiglia Whittier è il commovente romanzo dalla penna di una delle autrici più lette al mondo, Danielle Steel, una storia che ricorda a tutti l’importanza della famiglia e dell’essere fedeli a sé stessi.

Ogni famiglia ha le sue ferite, i suoi segreti e le sue speranze…

Connie e Preston Whittier hanno costruito una vita felice per sé e i loro sei figli in una splendida villa di Manhattan. Anche ora che i ragazzi sono cresciuti, quella casa è il cuore della famiglia, il luogo prediletto di rifugio e di conforto, soprattutto nei momenti più difficili. Ma durante la vacanza romantica che la coppia si concede ogni anno, mentre stanno sciando, Connie e Preston rimangono vittime di una valanga. La terribile e inaspettata tragedia colpisce tutta la famiglia: i fratelli si ritrovano per la prima volta da soli nella casa in cui sono cresciuti, e i fragili equilibri famigliari sembrano vacillare. Ognuno ha le sue battaglie da affrontare: Lyle, il maggiore, è un uomo di successo ma con un matrimonio infelice; Gloria è un genio di Wall Street, ma è single e terribilmente sola; i gemelli Caroline e Charlie sono presi dal loro marchio di moda in crescita e non hanno tempo per sé; Benjie ora più che mai ha bisogno del sostegno dei suoi fratelli; Annabelle, la più giovane e ribelle, ha abbandonato il college e ha iniziato a frequentare un giro poco raccomandabile. Il futuro della famiglia – e dell’intera casa – è incerto, ma per andare avanti e affrontare le sfide che la vita ha in serbo per loro, i fratelli Whittier dovranno imparare a rimanere uniti, per sostenersi a vicenda.

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Autobiografia
Di Franco Zeffirelli

Il regista fiorentino si racconta in questa autobiografia offrendo un affresco di una vita vissuta in nome della bellezza. Nato a Firenze, cresce con il difficile marchio di “figlio di NN”, la guerra lo porta in montagna, partigiano, a vedere la morte da vicino e a schivarla grazie a un colpo di teatro degno del “Trovatore”. L’incontro con Luchino Visconti dà il via libera a un grande talento covato negli anni dell’Accademia di Belle Arti. Il mondo dello spettacolo gli si spalanca davanti: teatro, cinema, opera. Parigi, Londra, Milano, Los Angeles. Vive d’arte, Franco Zeffirelli e “di un ottimismo a qualunque costo” che ancora lo spinge a gettarsi nelle sue imprese con l’entusiasmo di sempre. In questa autobiografia, mette in scena tutta la sua vita con l’abilità di chi sa tenere il pubblico incollato ai fatti e immerso nelle atmosfere. E decide di raccontarsi con franchezza.

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Incastrati. Storie vere e incredibili di condanne ingiuste
Di John Grisham e Jim McCloskey

Un interessante e inquietante spaccato dell’America profonda e la testimonianza che la libertà può vincere anche quando tutto sembra perduto.

Molte persone passano gran parte della vita in carcere senza aver commesso alcun crimine. Quello dell’ingiustizia è un tema centrale in tutte le opere di John Grisham, che in questo libro ha deciso di raccontare dieci casi sconvolgenti insieme a Jim McCloskey, da molti anni in prima linea per restituire la libertà agli innocenti. Si tratta di storie tragiche, talvolta assurde, che lasciano con l’amaro in bocca e un senso di profonda incredulità. Drammi umani che svelano aspetti crudeli e altrettanto coraggio. Coloro che finiscono in questa situazione si ritrovano in trappola e sacrificano decenni della loro vita e tutto ciò che hanno di più caro in prigione, rischiando la pena capitale mentre i veri colpevoli restano fuori. Da cosa nascono queste condanne ingiuste? Razzismo, negligenza, collusione, testimonianze false e corruzione tra le forze dell’ordine e nelle aule dei tribunali rendono difficilissima la scarcerazione di persone condannate all’ergastolo o a morte senza ragione, e spesso contro ogni evidenza e ogni logica. Documentato impeccabilmente e narrato in modo avvincente, Incastrati descrive l’ingiustizia subita dalle vittime del sistema giudiziario americano e le dure battaglie per ottenere la loro assoluzione e salvare le loro vite.

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Tatà
Di Valérie Perrin

Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità. Un romanzo raffinato, in cui si intrecciano destini e trame palpitanti, con il quale Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno.

Tutti abbiamo una storia.

«Valérie Perrin si conferma come una narratrice prodigiosa». – Elle

«Con il suo indubbio talento di narratrice l’autrice del bestseller planetario Cambiare l’acqua ai fiori (2019) cattura il lettore e lo imprigiona in un romanzo corale dove le vicende dei vari protagonisti si mischiano in un puzzle intricato e avvincente. […] un grande omaggio all’universo cinematografico, colma di citazioni di pellicole famose, dettagli anche tecnici su chi esercita la settima arte, oltre a vere e proprie dichiarazioni d’amore da appassionata cinefila.» – La Lettura

«Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine rimorire». Colette era una donna senza storia, almeno così crede la nipote fino a quando una telefonata della gendarmeria non la informa del suo decesso. Il fatto è che Colette, la sua unica zia (Tata, zietta in francese), giace sepolta al cimitero già da tre anni…»

Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.

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Miss Bee e il cadavere in biblioteca
Di Alessia Gazzola

Ambientata nel mondo patinato e decadente dell’aristocrazia britannica al risveglio dall’incubo della Prima Guerra Mondiale, tra seducenti visconti e detective che sognano di tagliar loro la testa come nella rivoluzione francese, questa avventura di Miss Bee è una frizzante e incantevole combinazione di suggestioni – da Agatha Christie a Downton Abbey, dai romanzi di Frances Hodgson Burnett fino a Bridgerton – cui si aggiunge l’inconfondibile unicità del tocco di Alessia Gazzola.

«L’autrice dell’Allieva torna con Miss Bee e il cadavere in biblioteca, primo capitolo di una nuova serie, fra Agatha Christie e Jane Austen. E con un’eroina che il lieto fine prima che con un uomo, lo cerca con se stessa.» – Liliana di Donato, Donna Moderna

Londra, anni Venti del Novecento. Beatrice Bernabò, detta Miss Bee, è una ventenne italiana che vive nella capitale inglese da qualche anno. Insieme alle sorelle, Beatrice si è trasferita al seguito del padre Leonida, docente di italianistica all’Università. Il mandato del padre gode della protezione dell’ambasciatore italiano in UK, che non può che essere fascista. Invitata a cena dalla nobile dirimpettaia, Mrs Ashbury – vedova e madre di un unico e affascinante figlio, il conturbante Christopher detto Kit – Beatrice si trova suo malgrado in mezzo a un giallo che è al contempo un triangolo amoroso: se non è colpevole l’uno, lo è l’altro. Ma lei di chi è innamorata, dell’uno o dell’altro?

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Tre amiche al lago
Di Dora Heldt

Marie, Jule, Alexandra e Friederike sono amiche inseparabili. Ogni anno, all’inizio dell’estate, si riuniscono nella casa al lago di Marie, dove trascorrono giornate spensierate confidandosi amori, segreti e sogni nel cassetto. Ma quando la loro amicizia viene troncata da un brutto litigio, ognuna prende la sua strada, perdendo completamente di vista le altre. A distanza di anni è un triste evento a costringere Jule, Alexandra e Friederike a rincontrarsi: la morte di Marie, affetta da un problema cardiaco congenito. La dolce Marie, da sempre la più fragile delle quattro, ha espresso il suo ultimo desiderio: che le tre amiche si riuniscano per qualche giorno, per i successivi cinque anni, nella sua vecchia casa al lago, proprio come erano solite fare un tempo. Dopo un’iniziale titubanza, le tre donne decidono di rispettare le estreme volontà dell’amica, e ritornano nella casa al lago insieme ad Hanna, compagna di Marie. Tra bugie, tradimenti, storie d’amore e vecchie diatribe familiari, Jule, Alexandra e Friederike ripercorrono la storia della loro amicizia, sino a quel famoso litigio che anni prima aveva diviso le loro strade. E scoprono che, forse, c’è una verità che ancora non conoscono.

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La gemella silenziosa
Di S.K. Tremayne

A Sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l’isola di Skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell’isola nel mare della Scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l’inverno, Kirstie è sempre più strana. Diventa silenziosa, riflessiva, stranamente interessata a cose che prima non amava. Sempre più simile a Lydia, la gemella scomparsa. Quando un giorno si scatena una violenta tempesta, Sarah e Kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo mugghiare del vento ad ascoltarle, Kirstie alza gli occhi e sussurra: “Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io”. Sarah è devastata e il tarlo del dubbio comincia a torturarle l’anima. Cos’è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?

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La meccanica del cuore
Di Mathias Malzieu

Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L’impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell’incantevole creatura, in compagnia dell’estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L’amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, una favola e un romanzo di formazione, in cui l’autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un’indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.

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M. L'ora del destino
Di Antonio Scurati

A questo quarto pannello della sua epopea letteraria e civile Scurati affida il gigantesco affresco dell’Italia fascista sui fronti del secondo conflitto mondiale, degli errori, degli orrori e dell’eroismo ancora possibile per uomini e donne reduci da vent’anni di dittatura. E tratteggia il ritratto al nero di un uomo di fronte al destino che ha plasmato per sé e per un’intera nazione, solo all’incrocio tra il parallelo del crepuscolo e un meridiano di sangue.

Sono trascorsi quarant’anni da quando il figlio del fabbro di Dovia ha mosso i primi passi in politica; quasi venti da quando ha impugnato lo scettro del potere; poche settimane da quando ha annunciato agli italiani che il destino batte l’ora della guerra. Proprio adesso, alla fine di giugno del 1940, quel destino offre al Duce un segno, forse un presagio: Italo Balbo, il condottiero della Milizia, il maresciallo dell’aria celebre in tutto il mondo, viene abbattuto in volo dal fuoco amico. Ma non c’è più tempo per volgersi indietro. Affinché la Storia metta in scena l’immane tragedia della guerra, ciascuno deve interpretare la sua parte. Come il generale Mario Roatta, feroce pianificatore di rappresaglie e capo di un esercito spaventosamente impreparato. Come Galeazzo Ciano, ossessionato dall’idea di dominare il Mediterraneo; Edda, pronta a unirsi alla Croce rossa per avere la sua prima linea; Clara Petacci, che stringe tra le braccia un uomo sempre più simile a un fantasma; Amerigo Dùmini, l’assassino di Matteotti, che ha prosperato ricattando quel fantasma. Come una generazione intera di soldati tra cui l’alpino Mario Rigoni Stern, arruolatosi volontario, che nel gelo del fronte russo apre gli occhi sulla natura del dramma a cui partecipa, o il maggiore Paolo Caccia Dominioni, che deve guidare il suo reparto nelle sabbie della tragica battaglia di El Alamein; e una generazione intera di gerarchi tra cui Dino Grandi, sempre più insofferenti verso il Duce. E infine c’è lui, Benito Mussolini, ancora convinto di poter bilanciare in Europa le brame conquistatrici di Hitler ma in realtà pronto a scodinzolare al fianco della tigre tedesca come un patetico sciacallo.

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L'ombra di Caterina. L'amore, il tradimento, il genio. La madre di Leonardo Da Vinci si racconta
Di Marina Marazza

«Oggi è festa. Nella chiesetta del borgo battezzano il mio bambino. Io non ci potrò essere, ufficialmente: devo stare nascosta.» Comincia così il racconto di una donna che la Storia ha a lungo dimenticato: Caterina, la madre di Leonardo da Vinci. Giovane popolana, sedotta dal notaio ser Pietro da Vinci, Caterina rimane incinta di un figlio che non potrà allevare: lo allatta, ma le viene tolto dalle braccia per essere cresciuto nella casa paterna. Il suo bellissimo bambino potrà godere di molti più agi, certo, ma rimarrà sempre un bastardo: non erediterà né titoli né proprietà e dovrà vivere solo del suo ingegno. Anche la vita di Caterina non sarà facile: l’accusa di stregoneria, il matrimonio con un ex soldato di ventura, cinque figli da crescere, e sempre il rimpianto per quel primogenito perduto che può vedere solo da lontano. Leonardo si trasferisce a Firenze, entra nella bottega del Verrocchio, manifesta ingegno e talento al di là di ogni previsione, ma si trova macchiato da un’accusa di sodomia. Meglio partire per una città più grande, più libera, piena di opportunità, la Milano degli Sforza. Madre e figlio sono destinati a non rivedersi mai più? O Caterina potrà riunirsi a Leonardo, coronando il sogno di stargli vicino, che ha dato luce e senso alla sua intera vita?

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Le Gattoparde. Il tramonto di un'epoca in una grande saga siciliana
Di Stefania Aphel Barzini

Villa Piccolo, la straordinaria residenza di campagna dell’aristocratica famiglia Piccolo, arroccata in cima alle colline di Capo d’Orlando e immersa in uno splendido parco di oltre venti ettari, fu il luogo in cui la baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò si ritirò quando il marito Giuseppe Piccolo di Calanovella fuggì a Sanremo con una ballerina. Lì visse con i suoi tre ?gli, Lucio, Casimiro e Agata Giovanna, che vi abitarono ?no alla morte. Agata, ultima superstite e vestale della villa, ci racconta la storia della sua vita, della sua famiglia, della sua epoca. Lei, testimone di un mondo che fu, decide di ricostruire questa trama esclusivamente attraverso le vicende delle donne che l’hanno tessuta. Quando il sipario si apre su Agata siamo nella seconda metà del Novecento, ma la sua memoria ci conduce ?no alla Sicilia postunitaria, a un momento cruciale della storia di quella terra e del nostro Paese. Tutte le certezze vacillano per l’aristocrazia terriera e le donne Piccolo, come altre loro simili, devono affrontare il cambiamento. Le vediamo lottare per tenere insieme ciò che resta del proprio mondo, resistendo al dissolversi dell’universo che conoscono. Mentre gli uomini di casa, i Gattopardi, assecondano il declino senza porvi argine e con rassegnazione. Le vediamo stagliarsi sullo sfondo di una vita domestica e di società fatta di riti e di fasti, di passioni e di compromessi. Ma anche di lutti e tragedie dettate dalla storia – il terremoto di Messina e le bombe su Palermo – e da episodi di violenza efferata. E ci immergiamo nell’atmosfera trasognata dell’oasi di Villa Piccolo, in cui Teresa crea un bizzarro cenacolo di arte, cultura e letteratura, dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa, suo nipote, concepirà la sua opera eterna e passeranno in visita, tra gli altri, Montale, Cederna, Pasolini, Sciascia e Consolo, attratti dalla compagnia, così come dal cibo prezioso che Agata porta in tavola.

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La donna nel pozzo
Di Piergiorgio Pulixi

Con La donna nel pozzo Piergiorgio Pulixi supera allo stesso tempo se stesso e tutti gli steccati di genere, con una miscela – mai sperimentata a queste dosi – di thriller, noir, commedia e spietata auto-analisi sul funzionamento della fabbrica del racconto crime. Leggendo queste pagine si ha la netta sensazione che stia iniziando qualcosa di nuovo.

È scomparsa perché si fidava delle persone sbagliate.

Un dettaglio. È sempre un dettaglio a fare la differenza. Capita a Cristina Mandas di dimenticare il compleanno del marito. Che vuoi che sia. Invece, la svista è il primo scricchiolio di una vita che sta per andare in frantumi. Perché a quarant’anni Cristina non è la maestra, la moglie, la madre, stimata e ben voluta dalla comunità di quel paesino sardo in cui si è trasferita tempo prima. Dietro la cortina di un’esistenza comune, custodisce un segreto che deve rimanere sepolto nelle profondità di un pozzo. E così è stato, almeno fino a un particolare colto di sfuggita, fino a quella dimenticanza. Qualcuno, però, si è accorto che Cristina non è più la stessa, che è sul punto di cedere. Qualcuno rimasto nell’ombra a spiarla per anni. Lorenzo Roccaforte è stato uno degli scrittori più amati d’Italia e ha anche vinto il Premio Strega. Ora che il successo è volato via a causa della sindrome da pagina bianca, si ritrova ad aver mancato lo status di “solito stronzo”, lui che puntava a rimanere un “venerato maestro”. Ermes Calvino ha un cognome di peso, nessuna parentela con il grande Italo e un abbonamento premium coi guai. Generoso, legatissimo alla madre e alla sorella, è anche uno sconosciuto scrittore di talento. Diversi come il giorno e la notte, Roccaforte e Calvino diventano gli involontari contraenti di un patto diabolico: Ermes scrive i romanzi che Lorenzo firma. Lo chiamano ghostwriting. L’ideatore del piano è Arturo Panzirolli, un ex galeotto che in carcere ha avuto l’idea del secolo: diventare editore! Sotto la regia di Panzirolli, un Roccaforte senza più speranze è ritornato sulla scena come autore di thriller e podcaster true crime. Scrittore e ghostwriter si ritroveranno in Sardegna a indagare sulla morte di Cristina Mandas e su un misterioso delitto di trent’anni prima, che sconvolse l’isola. Con “La donna nel pozzo” Piergiorgio Pulixi supera allo stesso tempo se stesso e tutti gli steccati di genere, con una miscela – mai sperimentata a queste dosi – di thriller, noir, commedia e spietata auto-analisi sul funzionamento della fabbrica del racconto crime. Leggendo queste pagine si ha la netta sensazione che stia iniziando qualcosa di nuovo.

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Balleremo la musica che suonano
Di Fabio Volo

In questo libro per la prima volta Fabio Volo abbandona la finzione del romanzo e racconta la propria storia personale senza filtri. Episodi commoventi si alternano ad altri di grande ispirazione, a scene più scanzonate e divertenti. Pagine scritte con una semplicità e un’autenticità che si fanno cifra stilistica, la stessa che negli anni lo ha portato a essere amato da così tanti lettori. Balleremo la musica che suonano è uno dei suoi libri più intimi e sinceri, un libro che dà forza e trasmette tenerezza.

Questa è la storia di un ragazzo che sentiva di non trovarsi nel posto giusto. E così è andato a cercarsene un altro. In famiglia c’erano pochi soldi: quando si andava in pizzeria si sceglieva il piatto che costava meno, non quello che piaceva davvero. Il suo destino sembrava già segnato. Non aveva un talento particolare a cui affidarsi né un grande sogno da inseguire, e ogni volta che cercava di esprimere un desiderio trovava qualcuno che gli diceva che non era per lui. Così si era convinto che certi pensieri non se li poteva permettere. Un giorno questo ragazzo scopre i libri in una maniera tutta diversa da come li aveva conosciuti a scuola. E ne rimane folgorato. Le pagine di Hermann Hesse, Gabriel García Márquez, Jack London, Joseph Conrad lo spingono ad alzare lo sguardo sopra tutte le seccature e dirsi: ci deve essere uno spazio anche per me da qualche parte. D’un tratto la sua vita non gli calza più, come una scarpa di un numero più piccolo. La lettura gli ha mostrato una via di fuga e trasmesso il coraggio per imboccarla. Ma cercare la propria strada talvolta vuol dire ferire chi resta, come quel padre che fino ad allora era stato il suo grande eroe triste. Perché un figlio che ha un genitore infelice si sente in colpa a toccare la felicità con mano.

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Il tempo del bosco
Di Mario Calabresi

Calabresi colleziona frammenti di vita, silenzi e gesti inattesi per rispondere a una giovane donna di cui non conosciamo il nome, ma della quale condividiamo i dubbi, che forse sono quelli di tutti noi.

«Una ragazza mi ferma nel cortile dell’università, mi parla della sua ansia, della paura di non essere all’altezza delle aspettative, piange silenziosamente e mi chiede come si può scegliere la strada.» Inizia da questa domanda il viaggio di Mario Calabresi in giro per l’Italia, alla ricerca delle storie di chi, attraverso la propria vita ordinaria e straordinaria, è stato capace di trovare una via nelle incertezze. Tra questi incontri ci sono un ingegnere che raccoglie i suoni più antichi della natura per trasmetterli alle generazioni future, una poetessa che impara dal silenzio ad ascoltare il visibile e l’invisibile, un professore di filosofia che insegna a vedere i limiti come occasioni, e un centenario che per tutta la vita si è preso cura di un bosco e ne ha ereditato il tempo. È un percorso lento, di ascolto, alla ricerca di un luogo in cui l’attimo presente non sia fine a se stesso ma si mescoli con il passato e ci parli di futuro, e di un’età in cui «essere grati è il primo passo per godere di ciò che è, e per averne cura». Una testimonianza preziosa, che ci fa riflettere su quanto abbiamo ancora bisogno di recuperare l’attenzione, il senso di un istante in cui esistono attesa e noia, e tornare a rimettere al centro delle nostre giornate le cose importanti e non quelle urgenti.

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Due
Di Enrico Brizzi

A trent’anni dalla pubblicazione di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, uno dei più grandi bestseller della letteratura italiana, Enrico Brizzi ci regala un nuovo viaggio nel mondo di Alex e Aidi, i protagonisti che hanno emozionato tre generazioni di lettori. Cos’è successo dopo la loro separazione? La risposta è questo sorprendente romanzo a due voci, tenero e feroce come la stagione elettrica dei diciott’anni, con tutti i dolori, le domande e le sorprese che porta con sé.

Bologna, tardo giugno dell’anno domini uno nove nove due: il vecchio Alex è l’ombra di se stesso. A ridurlo in ruina, la partenza per l’America di una ragazza diversa da tutte le altre: la soave Adelaide è ormai approdata in una remota contea della Pennsylvania, e resterà laggiù per l’intero anno scolastico. Come sopravvivere alla sua mancanza per dodici lune? Per fortuna ci sono gli amici. È l’anno dell’Europa unita e dei confini che cadono, l’estate perfetta per raggranellare denari e partire in interrail, incontro alla libertà. Frattanto, dall’altra parte dell’oceano, Aidi prende le misure al Nuovo Mondo e fronteggia un’inattesa solitudine. L’estate trascolora in autunno, arrivano il Natale e un anno nuovo dallo sghembo finale dispari. Nessuno dei due sa dimenticare l’altro, ma la nostalgia rischia di mandarli a fondo entrambi. La distanza è una condanna senza appello? Si può crescere restando fedeli a se stessi? Cosa si può raccontare e cosa invece va taciuto? Sono domande che tanto lui quanto lei si pongono, consegnando la propria voce all’archivio magnetico, alle pagine del diario e a lettere struggenti che impiegano tre settimane per arrivare a destinazione. Un giorno, forse, non serviranno più le parole; basterà tornare a guardarsi negli occhi e all’istante sarà tutto chiaro.

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La maestra del vetro
Di Tracy Chevalier

Tracy Chevalier fa di nuovo centro con La maestra del vetro, un romanzo tanto inventivo quanto affascinante: un ritratto ipnotico di una donna, di una famiglia e di una città che sono eterne come il loro vetro.

 

È il 1486 e Venezia è una città commerciale ricca e opulenta. Orsola Rosso è la figlia maggiore di una famiglia di soffiatori di vetro di Murano, l’isola rinomata per questo mestiere. In quanto donna, Orsola non è destinata a lavorare il vetro, ma ha le mani per farlo, il cuore e un talento speciale. Alla morte del padre sarà lei, in segreto, a portare avanti il suo lavoro, a sostenere i fratelli e a tenere alto il nome della famiglia Rosso. Saltando come una pietra attraverso i secoli, in una Venezia in cui il tempo si muove lentamente come il vetro fuso, seguiamo Orsola e la sua famiglia mentre vivono trionfi creativi e perdite strazianti: dalla peste che devasta la città ai soldati francesi che spogliano i suoi palazzi, dal primato di Murano nel mondo, al suo declino per colpa delle restrizioni per mano degli austriaci, fino alla trasformazione di Venezia in una popolare meta turistica. In ogni epoca, Orsola Rosso farà in modo che il suo lavoro e i suoi legami durino nel tempo. Le sue creazioni adorneranno il collo di imperatrici e cortigiane da Parigi a Vienna, ma riuscirà mai a guadagnarsi il rispetto di chi le è più vicino?

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Risplendo non brucio
Di Ilaria Tuti

«Solo ora, così vicina a compiere l’atto ultimo di una tragedia che avrebbe richiesto l’estremo sacrificio, Ada finalmente lo comprendeva. Era il testamento di un uomo che sapeva di dover morire e che le chiedeva di vivere pienamente.»

La neve è macchiata di sangue, attorno alla torre del castello di Kransberg. A pochi metri di distanza, il Führer è asserragliato in un bunker, preda di deliri e paure dopo l’attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo di pensare al poco spazio che lo separa dal dittatore, ultimo responsabile del suo internamento a Dachau. Il professor Adami ha un incarico: scoprire la verità che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Suicidio? O un complotto alle spalle di Hitler? Veil Seidel, l’ufficiale delle SS che lo ha prelevato d’imperio dal campo di concentramento, è un suo ex allievo e costringe Johann a una sfida contro il tempo: deve ricorrere a tutto il suo acume per sciogliere l’enigma, non solo nella speranza di salvare se stesso, ma per tenere al sicuro chi più ama. La neve è macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non è la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarà l’ultima. Ma individuare l’assassino è un’impresa impossibile quando la città stessa è invasa di assassini, che hanno riempito l’aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada è più che mai sola: non ha più suo padre, catturato dai nazisti perché dissidente e portato chissà dove. Non ha più un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga. Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacità mediche… e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa è una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità. Questa è la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l’anima perché la luce possa tornare a splendere…

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Lui, lei e il Paradiso
Di Sveva Casati Modignani

Una storia intensa e struggente che scava nell’animo umano, mettendo a nudo le contraddizioni di un’esistenza vissuta intensamente, con un incontenibile desiderio di conquistare tutto e tutti.

Nell’arco di una vita Dino Solbiati si è costruito una fortuna diventando un grande imprenditore conosciuto in tutto il mondo per la generosità e la simpatia. Come un sovrano vive circondato da uno stuolo di amici e collaboratori dei quali non può fare a meno, perché teme la solitudine. Un giorno, ormai anziano, si ritrova da solo, seduto in poltrona e vestito con raffinata eleganza, in un luogo misterioso circondato dal nulla. Smarrito e stanco si assopisce. Lo ridesta un fruscio lieve e vede comparire un’esile figura di donna anziana: è scalza, indossa un pigiama punteggiato da bianche stelline luminose e avanza lungo una scia di piccole nuvole. Gli si avvicina e si presenta: «Dottor Solbiati la disturbo? Sono Stella Recalcati». Lei è una scrittrice di romanzi popolari costantemente assetata di storie nuove. Gli spiega che si trovano entrambi in Paradiso e, curiosa com’è, lo induce a parlare di sé. Emerge così una biografia ricca di avventure fra intrighi e passioni che trascinano il lettore, coinvolgendolo nelle trame di un’esistenza incredibile. Una madre adorata che porta con sé un segreto scottante e ha condizionato il suo rapporto con le donne: i suoi flirt, i colpi di fulmine, le amanti e le mogli che prima vengono messe su un piedistallo, esibite e protette, e poi sostituite da nuovi amori, seguendo la sua insaziabile brama di vita.

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Un passato imperfetto
Di Julian Fellowes

Un passato imperfetto è un romanzo esilarante e insieme profondo nelle sue implicazioni sociali, che ci consegna un nuovo Evelyn Waugh passato dalle parti di Jane Austen.

«Un’irresistibile, feroce incursione nei tempi moderni.» – Andrew Barrow, The Evening Standard

«Fellowes sa come creare personaggi memorabili. Manovrando un cast di protagonisti dell’upper class, Fellowes popola Un passato imperfetto di canaglie affettuosamente grottesche, acidamente descritte dal narratore per il sommo divertimento dei lettori.» – Peter Burton, The Daily Express

Damian Baxter è un uomo di ingente fortuna che, però, non può nulla contro la malattia che lo sta uccidendo. Tre mesi di vita o giù di lì: è la sentenza che lui ha accolto con britannico aplomb. L’unica cosa che gli rimane è esaudire un desiderio che si è affacciato nella sua mente anni dopo l’arrivo di una lettera anonima: sapere se esiste da qualche parte un altro Baxter, un giovanotto cui lasciare il suo patrimonio, cinquecento milioni di sterline al netto delle imposte. Chi può escludere, infatti, che uno di quegli accidentali rapporti, consumati con tipica incoscienza giovanile durante i party all’università di Cambridge, abbia dato i suoi frutti? Perchè dunque non appurare la verità? Chiedendo l’aiuto magari del vecchio amico di Cambridge, lo scrittore non-troppo-famoso con cui ha ferocemente litigato un giorno?

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Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio
Di Katherine Rundell

Katherine Rundell firma un’appassionata difesa della letteratura per ragazzi, contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che leggerla dopo una certa età sia bandito.

«I libri per ragazzi non sono un posto in cui nascondersi, sono un posto in cui cercare.»

«I libri per ragazzi sono la vodka della letteratura.»

«Non sono convinta che “Il barone rampante” sia un libro per ragazzi, o che parli di un ragazzo, ma credo sia la prova perfetta di quanto un libro possa essere ricco e diverso a seconda dell’età in cui lo si legge».

«La letteratura per ragazzi ha una lunga e nobile storia di scarsa considerazione. Sul volto di certe persone si disegna un sorrisetto particolare quando racconto loro che cosa faccio, più o meno lo stesso che mi aspetterei di vedere se dicessi che costruisco minuscoli mobili da bagno per elfi. Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza che cosa non è: non è solo per ragazzi.» Katherine Rundell firma un’appassionata difesa della letteratura per ragazzi, contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che leggerla dopo una certa età sia bandito. Ma chi lo ha detto che c’è un’unica direzione di lettura nella vita? Che non si possa andare avanti e indietro, mischiare i generi, leggere contemporaneamente Joyce e Dahl, i saggi di Derrida e le avventure di Mary Poppins? Leggere libri per ragazzi da adulti non è regredire, non è tornare indietro, ci spiega Rundell con puntuta saggezza, al contrario se li abbandoniamo del tutto «lo facciamo a nostro rischio e pericolo, perché rinunciamo a uno scrigno di meraviglie che, guardate con occhi adulti, possiedono una magia completamente nuova.»

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Una perfetta sconosciuta
Di Alafair Burke

Dall’autrice de La ragazza del parco.

«Sono un grande fan di Alafair Burke, autrice de “La ragazza nel parco. E Alice Humphrey è decisamente uno dei suoi personaggi più riusciti: non possiamo che tifare per lei.» – Michael Connelly

«Alafair Burke è una delle migliori autrici di thriller psicologici in circolazione.» – Dennis Lehane

«Un must per tutti gli amanti della suspense. La fine è uno shock che non vi aspettereste mai.» – Lisa Scottoline

«Attenzione: questo è il tipo di lettura che crea dipendenza.» – Karin Slaughter

«E se tutto ciò che hai intorno…fosse una bugia? E se nessuna delle persone che conosci…ti stesse dicendo la verità?»

Immagina che la polizia arrivi a casa tua e ti mostri una foto in cui tu – con i capelli di quel tuo rosso inconfondibile, il tuo cappotto blu – stai baciando un uomo. Peccato che quell’uomo sia stato trovato morto trentuno ore prima, e tu non ricordi di averlo mai baciato. Anzi, lo conoscevi appena. Era il tuo nuovo capo, l’uomo che ti aveva dato in gestione la galleria per conto di un misterioso proprietario. Il lavoro dei tuoi sogni: ti era sembrato troppo facile, troppo bello per essere vero. Eppure tutto era andato liscio, la galleria esisteva davvero, avevi firmato un contratto regolare. Adesso, però, guardando quella foto capisci che non c’era niente di regolare. Niente di facile. Perché là fuori qualcuno sta cercando di incastrarti, anche se non riesci a immaginare il motivo. Qualcuno che sa molte cose di te. E che forse ti è molto vicino… In questo thriller in cui nulla è come sembra, Alice Humphrey vede crollare intorno a sé, come un castello di carte, ogni certezza. Compresa quella più importante: la sua stessa innocenza.

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Linea di sangue
Di Angela Marsons

Quando la polizia ritrova il cadavere di un’assistente sociale uccisa da un’unica letale coltellata, tutto fa pensare a una rapina andata male. Ma la detective Kim Stone è convinta che qualcosa non torni. Pochi giorni dopo, una tossicodipendente della zona viene ritrovata uccisa nello stesso identico modo. L’istinto di Kim le suggerisce che dietro ci sia la mano dello stesso assassino. Eppure non c’è niente a collegare le due vittime, a eccezione dell’inquietante precisione con cui sono state uccise: una singola coltellata. Mentre Kim è alle prese con il caso, un fantasma del suo passato torna a farle visita con un’inquietante lettera che riapre antiche ferite, ancora non del tutto cicatrizzate. Se vuole davvero fermare l’assassino prima che il numero delle vittime cresca, dovrà rimanere vigile per districarsi nella fitta rete di intrighi e di bugie che le si sta stringendo attorno… anche se significa mettere in grave pericolo la sua stessa vita.

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La lega dei falliti
Di Bruno Majorano

Benvenuti nel magnifico e divertentissimo mondo del calcio dilettantistico, ecco a voi: la lega dei falliti! «Dissacrante e surreale, tenero e concitato, evocativo e appassionato. Il bellissimo, coinvolgente racconto di Majorano è quello di una generazione che ha nostalgia del presente, e dice con chiarezza una grande verità: il calcio non è la metafora della vita. Ne è il riassunto» (Maurizio de Giovanni). «Bruno Majorano si inventa una squadra di calciotto che assomiglia alla comitiva d’amici che, tutti, abbiamo avuto al liceo. Leggera, scanzonata e autentica: così è la Lega dei Falliti. Un romanzo che si insinuerà nella vostra libreria come il compagno di banco che vi convinceva a marinare la scuola in una bella mattinata di sole». (Marco Marsullo)

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Questa è l'ultima volta che ti dimentico
Di Levante

La voce di Levante torna a incantare, con una storia di amicizia, amore e grandi sogni.

Tutti abbiamo cose che non riusciamo a dimenticare. Quel commento velenoso, quell’amore finito, quel giorno in cui la vita ci ha lasciato una cicatrice. Eppure, senza questi dolori, non saremmo le persone che siamo oggi. Lo sa bene Anna, che i ricordi se li sente tatuati addosso: nel paesino in cui vive, tutti hanno memoria della sua storia di bimba cresciuta troppo in fretta. Per sfuggire agli sguardi e ai giudizi della gente, ma soprattutto per seguire un percorso che, quando volge in alto lo sguardo, vede tracciato tra le stelle, Anna ha imparato a volare via danzando sulle punte: quando balla, nessun posto è troppo piccolo per i suoi sogni grandi. Nemmeno la scuola, dove le scarpette e il tutù cedono il posto ai sospiri per Giulio, tanto bello quanto sfuggente, e alla complicità di Egle, l’amica con cui condividere segreti, sorrisi, momenti di noia e corse in motorino. Il perimetro del cuore di Anna sta tutto lì, tra gli esercizi alla sbarra e le granite in piazza; tra le fantasie di fuga e il semplice desiderio di essere vista, di ricevere finalmente attenzioni, di essere amata. Ma nell’entroterra siciliano il passato ha radici lunghe, che ti tengono ancorata al suolo anche se hai solo quattordici anni e ti senti leggera come una piuma. Per conoscersi davvero, Anna dovrà guardarsi indietro e mettersi in ascolto: solo così sarà libera di abbracciare luci e ombre della propria identità.

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La schiava bambina
Di Diaryatou Bah

È l’ottobre del 2003. In un monolocale di quindici metri quadri, in un sobborgo alle porte di Parigi, una ragazza infreddolita fissa assente un piccolo televisore. Sullo schermo scorrono le immagini, ma lei non le vede, i suoi occhi sono vuoti, il suo cuore batte ma non sente più nulla. Persino i lividi non le fanno più male. Passano i giorni. Nella dispensa c’è solo pane e latte. E quello che resta di cento euro che – così ha detto partendo il marito della donna – devono durare due mesi. D’un tratto, la ragazza sente una voce. È una voce che potrebbe essere la sua, e racconta la sua stessa vita. Sposata dai genitori a 14 anni a un uomo di trent’anni più vecchio di lei, deportata in Europa dall’Africa per essere stuprata, picchiata e umiliata, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, in un incubo senza fine. Ma la voce di donna che viene dalla televisione racconta anche qualcosa di inimmaginabile: da una vita così si può fuggire. Si può chiedere aiuto, si può scappare. La giovane donna ora sa cosa deve fare. Deve alzarsi, uscire, parlare, piangere, spiegare. E ricominciare a vivere. Solo così potrà ricordare chi è, ritornare al suo villaggio in Guinea, chiudere gli occhi e rivivere i giorni felici con la nonna, che l’ha cresciuta come una vera madre, anche se non ha saputo evitare che le venisse inflitta l’usanza spietata dell’infibulazione. Solo così potrà cercare di curare quelle ferite che urlano tutto il suo dolore.

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Povere creature!
Di Alasdair Gray

Da questo libro è stato tratto il film di Yorgos Lanthimos, vincitore del Leone d’Oro 2023 a Venezia. Pubblicato per la prima volta nel 1992, questo romanzo dalle tinte gotiche e vittoriane è la narrazione di un viaggio in cui la memoria – o l’assenza di essa – è veicolo di libertà nella scoperta di nuovi mondi e nuovi sé.

«Probabilmente un eccentrico, verosimilmente un genio, sicuramente una voce unica e indipendente». – Los Angeles Times

«Quest’opera di ispirata follia infilza con successo lo snobismo di classe, l’imperialismo britannico, la pruderie e i principi della saggezza comunemente intesa». – Publishers Weekly

«Con Povere creature! capita che non si stacca il naso da lì, da una storia che con la perizia e l’estro del grande narratore Alasdair Gray rende gotica, steampunk, femminista, filosofica, horror, erotica, grottesca e impossibile da classificare.» – Alessandro Tacchino

Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera. Da questo romanzo, il film di Yorgos Lanthimos prodotto da Searchlight pictures. Prefazione di Enrico Terrinoni.

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La ragazza nascosta
Di Lucinda Riley

Il nuovo appassionante romanzo di Lucinda Riley contiene glamour, amori proibiti e vendette lunghe una vita. Una storia commovente che rivela quanto profondi possano essere gli abissi della psiche umana.

«Ti vedo passare di qui tutti i giorni sarai bellissima da grande. Già adesso si comincia a capire.»
«Leah arrossì sotto lo sguardo dei penetranti occhi verdi della vecchietta.
«Ma stai attenta, la bellezza può non essere una benedizione.»
Megan aggrottò la fronte e si sporse sul tavolino. Leah rabbrividì quando le sue dita ossute le artigliarono il polso. Iniziava a spaventarsi.

Da umile studentessa a top model nel giro di qualche mese. È quello che succede alla giovane Leah Thompson, diciassette anni, quando viene notata da una delle più importanti agenzie di modelle inglesi e dal piccolo villaggio nella brughiera in cui vive si trova catapultata sulle passerelle di Milano e New York. I suoi lunghi capelli castani e lo sguardo luminoso catturano chiunque la incontri. La sua gentilezza e riservatezza li fanno innamorare. Ma il suo cuore batte solo per Brett, il suo primo amore, che l’ha profondamente ferita e che non vede più da tempo. La nostalgia di casa è tanta e le insidie del mondo della moda non le rendono facile il distacco, tra rivalità inaspettate e amicizie per niente disinteressate. E mentre il fato tesse i suoi fili, intrecciando la sua storia con quella di due ragazzini polacchi fuggiti da Treblinka e in cerca di vendetta, Leah dovrà fare i conti con una profezia che incombe su di lei… stai attenta, la bellezza potrebbe non essere una benedizione. Non puoi cambiare il destino… Finalmente pubblicata in Italia una delle opere giovanili di Lucinda Riley, riveduta e attualizzata dal lavoro editoriale del figlio e co-autore di Atlas, Harry Whittaker.

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Io sono la strega
Di Marina Marazza

Finalista al Premio Bancarella 2021

Milano, 5 marzo 1617. Qual è il confine tra giustizia e delitto?

Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire. La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere. Qui, l’accusa di aver «affatturato» l’anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l’anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere. Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione di ricerca storica, ricostruzione d’epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?

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Dimmi di te
Di Chiara Gamberale

Che fine avrà fatto il nostro primo, disperato amore? E la più desiderata della scuola? Il ribelle? Saranno rimasti all’altezza dei loro sogni? Saranno riusciti a non tradire chi sono?

Con l’originalità che l’ha resa unica, Chiara Gamberale racconta l’impresa più straordinaria e terribile: fare pace con la persona che siamo diventati.

«E tu? Tu come hai fatto? A tenere insieme quello che ti fa splendere e quello che ti consuma, a scegliere, a puntare tutto su un solo momento, su quell’incontro? Come fai, giorno dopo giorno dopo giorno, a rimanere fedele alla tua scelta, a lasciare un po’ di spazio per lo sperpero senza però permettergli di svuotare tutto di significato? Dove la metti la rabbia che avevi, dove le metti le voglie, come lo nascondi il terrore di invecchiare e la preghiera che, se deve succedere, che succeda subito, senza obbligarti prima a prendere delle decisioni? Dimmi di te».

Ci sono momenti, nella vita, che somigliano a una palude: andare avanti sembra impossibile, possiamo solo lasciarci affondare. Succede a Chiara, quando si ritrova madre quasi per caso e si trasferisce con la figlia in un quartiere di famiglie normali, fedeli a regole che lei ha sempre rifiutato. Abituata a vivere come un’eterna adolescente e affamata di emozioni, non sopporta quella quiete fittizia e presto non riesce più a lavorare, ad amare, a confidare nel futuro. Ma il casuale incontro con un amico che non vedeva dai tempi del liceo le fa venire un’idea: ricontattare le persone che mitizzava quando adolescente lo era davvero. Per chiedere: e tu? La sopporti, la palude? Sei riuscito a crescere, senza rinunciare a chi sei? Mi spieghi come si fa? Così va a trovare la più desiderata della scuola, il rappresentante d’istituto rivoluzionario, il bravo ragazzo che forse avrebbe potuto salvarla da sé stessa, il tormentato che a sé stessa la condannava… E a ogni incontro la tensione sale, perché passato e presente si mescolano, fino a costringerla a un faccia a faccia con la tremenda verità che si ostinava a evitare. Chiara Gamberale, portavoce dei nostri segreti più profondi, ci regala un’indagine in forma di romanzo sul modo impacciato, tenace o incosciente con cui rimaniamo in bilico fra i sogni che avevamo e la vita che facciamo. E inventa per tutti la possibilità di trasformare una palude nel mare aperto.

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Alma
Di Federica Manzon

Libro vincitore del Premio Campiello 2024
Libro vincitore del Premio Alassio Centolibri 2024
Libro finalista del Premio Lattes Grinzane 2024

Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.

«Se volete navigare nei labirinti mentali e nelle inquietudini della frontiera orientale d’Italia, un luogo dove “la geografia ha la meglio sulla storia”, allora lasciatevi andare alla lettura di Alma di Federica Manzon.» – Paolo Rumiz, la Repubblica

«Con Alma Federica Manzon conferma nuovamente la forza della sua penna, una scrittura fine capace di vertigini liriche e di una vividezza rara, che restituisce l’intensità dei temi del romanzo.» – Francesca Peligra

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà.

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Cosa si prova
Di Sophie Kinsella

Questo libro coraggioso e toccante, pieno di humor e calore, è una gemma preziosa sul valore della vita che spezzerà il cuore del lettore e lo ricomporrà al tempo stesso. Nelle sue pagine riverbera la personalità luminosa di una grande autrice che si trova ad affrontare una diagnosi terribile e impara a vivere e amare in modo nuovo.

Eve, una famosa scrittrice, un giorno si sveglia in un letto di ospedale senza ricordare come ci sia finita. Il marito, sempre presente, le spiega che è stata sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere un grosso tumore al cervello. Mentre impara nuovamente a camminare, parlare e scrivere, Eve deve fare i conti con la sua diagnosi e affrontare la malattia trovando anche il modo di spiegare quanto le sta accadendo ai suoi amati figli. Inizia a rendersi conto di cosa per lei sia più importante: le lunghe camminate mano nella mano con il marito, le serate passate a fare giochi da tavolo in famiglia e quel vestito scintillante in vetrina che non rinuncerà mai a comprare. “Cosa si prova” è composto da brevi capitoli, ognuno dei quali è un tentativo di rispondere al tipo di domande impossibili che tutti coloro che navigano nel labirinto del dolore conoscono bene.

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Un giorno nella Abad Salama
Di Nathan Thrall

Vincitore del Premio Pulitzer 2024 – General Nonfiction

Leggendo questo libro – preciso e caldo, appassionato e lucido – non ci troviamo in un’opera di finzione in cui gli eventi, le persone citate sono frutto della fantasia dell’autore, ma precipitiamo nel feroce quotidiano di chi vive nella terra più contesa del pianeta e, pur privato dei più elementari diritti, cerca di mantenere intatta la propria umanità. Ne usciremo più acutamente, e nuovamente, consapevoli.

«Le migliori pagine sulla Palestina che abbia mai letto.» – J.M. Coetzee

«Mi sono ritrovata a leggere e rileggere capitoli, paragrafi, singole frasi solo per assorbire la brutalità e l’intensità, il pathos e la cruda rappresentazione dei metodi usati da uno Stato per mettere in ginocchio un popolo senza perdere il plauso del mondo civile». – Arundhati Roy

«Una combinazione di prosa struggente ed eccezionale intuizione politica». – Yuval Noah Harar

Milad, cinque anni, è emozionatissimo: sulle spalle uno zaino più grande di lui con dentro la sua merendina preferita, non vede l’ora di salire sul pullman per la prima gita di classe della sua vita, destinazione un parco a nord di Gerusalemme. Quando Milad saluta la mamma ed esce sotto una pioggia battente, suo padre Abed sta ancora dormendo. La giornata che cambierà per sempre la vita di Abed Salama comincia qualche ora più tardi, su una strada bloccata, una delle poche su cui ai palestinesi è ancora concesso viaggiare, e la notizia di un incidente «con alto numero di vittime». Incalzato da un presagio, Abed raggiunge trafelato il luogo dell’impatto dove lo accoglie una bolgia infernale: un gigantesco tir rovesciato, uno scuolabus in fiamme, dei corpi a terra. Milad però non si trova. Inizia così per Abed una corsa angosciante in un labirinto fatto di ostacoli fisici, burocratici, emotivi, dovuti alla sua condizione di palestinese. E questo padre palestinese è dalla parte sbagliata del muro di separazione, i suoi documenti del colore sbagliato non gli consentono di superare i checkpoint dei militari, di entrare a Gerusalemme, di conoscere la sorte di suo figlio. La ricerca disperata di Abed incrocia il cammino di altre persone, con le loro storie che convergono, tutte, su quell’inferno: un’insegnante di asilo e un meccanico, un ufficiale israeliano e un funzionario palestinese, un colono paramedico, operatori sanitari ultraortodossi. Due madri, che sperano che il bambino ferito ma vivo sia il loro.

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Gli aquiloni
Di Romain Gary

L’incontro infantile con Lila diventa per Ludo una promessa d’amore che la vita deve mantenere

«Il romanzo più bello di Gary.» – Eshkol Nevo

«Roman Gary ha creato una galleria di eroi che sono disposti a morire per la libertà.» – Time

«Un romanzo delizioso e straordinario.» – James Laughlin

«Che miniera d’oro!» – Jean-Paul Sartre

È un giorno d’ombra e sole degli anni Trenta quando, dopo essersi rimpinzato e assopito sotto i rami di una capanna, Ludo scorge per la prima volta Lila, una ragazzina biondissima che lo guarda severamente da sotto il cappello di paglia. Ludo vive a Cléry, in Normandia, con suo zio Ambroise, «postino rurale» tornato pacifista dalla Grande guerra e con una inusitata passione: costruire aquiloni. Non è un costruttore qualunque. Da quando la Gazette di Honfleur ha ironicamente scritto che gli aquiloni dell’«eccentrico postino» avrebbero reso famosa Cléry «come i pizzi hanno costituito la gloria di Valenciennes, la porcellana quella di Limoges e le caramelle alla menta quella di Cambrai», Ambroise è divenuto una celebrità. Belle dame e bei signori accorrono in auto da Parigi per assistere alle acrobazie dei suoi aquiloni, sgargianti strizzatine d’occhio che il vecchio normanno lancia in cielo. Anche Lila vive in Normandia, benché soltanto in estate. Suo padre non è, però, un «postino spostato». È Stanislas de Bronicki, esponente di una delle quattro o cinque grandi dinastie aristocratiche della Polonia, detto Stas dagli amici dei circoli di giocatori e dei campi di corse. Un finanziere che guadagna e perde fortune in Borsa con una tale rapidità che nessuno potrebbe dire con certezza se sia ricco o rovinato. L’incontro infantile con Lila diventa per Ludo una promessa d’amore che la vita deve mantenere. Il romanzo è la storia di questa promessa, o dell’ostinata fede di Ludo in quell’incontro fatale. Una fede che non viene meno nemmeno nei drammatici anni dell’invasione tedesca della Polonia, in cui Lila e la sua famiglia scompaiono, e Ludo si unisce alla Resistenza per salvare il suo villaggio dai nazisti, proteggere i suoi cari e ritrovare la ragazzina biondissima che lo guardava severamente da sotto un cappello di paglia.

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Dalla stessa parte mi troverai
Di Valentina Mira

Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2024

Presentato da Franco Di Mare nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.
Con un rigore che non ammette sconti, Valentina Mira fa luce sul vittimismo osceno dei carnefici, demolendo retoriche, alibi, miti di quella destra che si è presa l’Italia.

«Il romanzo di Mira viene descritto dai detrattori come un manifesto di «odio antifascista» e una «ricostruzione a senso unico» dei fatti di Acca Larentia. Basterebbe intanto sfogliarlo per rendersi conto che, nelle intenzioni e nell’esito, è un’altra cosa. […] Mira costruisce una sorta di reportage emotivo dal decennio che precede la sua nascita. Non offende la memoria delle vittime; non dà un contributo alla «fiera del revisionismo» […] . Si ferma su un dettaglio ulteriormente doloroso di una storia tragica: una morte derubricata come «danno collaterale», ingiustizia nell’ingiustizia. Chi può sindacare sul diritto di raccontarla?» – Paolo Di Paolo per La Repubblica

«Mi accusano di revisionismo, di non avere pietà per le vittime di Acca Larentia, ma fanno una confusione strumentale dimostrando di non conoscere le mie pagine: i ragazzi che morirono in quegli anni terribili erano tutti vittime, spesso non avevano neppure il libero arbitrio di decidere il proprio destino. L’ho scritto e lo ripeto. Diverse invece sono le commemorazioni con i saluti romani e le croci celtiche. Quelli proprio non posso giustificarli, perché io sono e resto antifascista». – Valentina Mira per La Repubblica

 

Questa storia comincia una sera d’inverno, il 7 gennaio 1978. Davanti a una sede del Movimento sociale italiano nel quartiere Appio Latino, a Roma, vengono uccisi a colpi d’arma da fuoco due attivisti di destra. Da quel momento, i morti di Acca Larentia diventano icone intoccabili del neofascismo. Questa storia ricomincia il 30 aprile 1987, quando viene arrestato Mario Scrocca, un militante di estrema sinistra. Secondo gli inquirenti, Scrocca avrebbe fatto parte del commando che colpì ad Acca Larentia. Lo troveranno cadavere ventiquattro ore più tardi, impiccato in una cella di Regina Coeli. Ma troppe cose non tornano… Questa storia senza fine ricomincia – una volta ancora – un pomeriggio di giugno del 2021. Due donne si incontrano sotto il cielo di Roma. Rossella ha sessant’anni ed è la vedova di Mario Scrocca. Valentina, di anni, ne ha trenta, è cresciuta dalle parti di Acca Larentia, in passato ha frequentato dei neofascisti e si porta dentro le cicatrici di quelle frequentazioni. “Dalla stessa parte mi troverai” è il racconto di un amore vissuto a mille nei giorni in cui tutto era ancora possibile e di una vita spezzata al tempo del disincanto collettivo, prima di essere consegnata all’oblio.

Proposto da Franco Di Mare al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«In anni di celebrazione dell’oblio, in nome di un pur comprensibile desiderio di voltare pagina e arrivare a una memoria condivisa, a una pacificazione, al superamento degli anni di piombo e dunque al miracolo del perdono che unisce le vittime nel dolore, irrompe con la potenza di uno tsunami Valentina Mira con Dalla stessa parte mi troverai. Da quale parte? Da quella del giusto (che non coincide sempre con la giustizia) da quella della Storia (che non sempre la racconta com’è andata) da quella delle vittime (che non possono condividere le responsabilità dei carnefici). In questo potente romanzo Valentina Mira racconta la storia di Acca Larentia e degli anni di piombo che seguirono, gli omicidi, i processi, un clima mefitico e velenoso che avvolgeva i cuori e le menti del Paese. E lo fa intingendo la penna “nel latte e nel sangue” con cui Roma ha scritto la sua storia millenaria e raccontando una storia d’amore e del suo potere salvifico. Non basterà a trovare una ragione delle cose. Valentina però una spiegazione ce l’ha. Ma non sarò io a svelarla. Leggetela. Mi ringrazierete.»

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La ragazza senza radici
Di Cristina Caboni

Nessuno come Cristina Caboni sa entrare nel cuore delle protagoniste facendoci vivere i loro sogni, le paure, le insicurezze e le gioie. Ora è il turno di Adeline che, senza avere un passato, aiuta un’altra donna a scoprire il suo. Il mondo affascinante del vino e della coltivazione della vite fa da sfondo a una storia che parla di tutti noi, perché tutti siamo un intreccio di relazioni, legami familiari e affettivi.

«I romanzi di Cristina Caboni affrontano sempre temi ecologici.» – Patrizia Violi, La Lettura

«Cristina Caboni ha firmato una decina di successi parlando di amore per la natura, sensibilità per colori, profumi e doni che ci arrivano dalla Madre Terra.» – Nicoletta Sipos, Chi

Un vino che ha riposato sul fondale sabbioso del mare, cullato dalle onde. Adeline non aveva mai sentito parlare di nulla del genere. Eppure, da quando lo ha assaggiato, è cambiato qualcosa in lei. Forse perché a donarglielo è stata Miranda, l’anziana donna che un giorno, all’improvviso, si è presentata agli archivi del comune di Nizza, dove Adeline lavora, per avere informazioni su un figlio che credeva morto alla nascita. Miranda è certa di averlo visto, ormai adulto, ma non ha fatto in tempo a fermarlo. Adeline sa che non deve assecondare le sue richieste, che il passato è passato e va lasciato dov’è. Se lo ripete ogni giorno per non pensare ai genitori che l’hanno abbandonata neonata senza mai cercarla. Ora è una donna realizzata, non deve voltarsi indietro. Ma l’emozione e la disperazione che ha letto negli occhi di Miranda hanno smosso qualcosa dentro di lei. Deve aiutarla a trovare suo figlio. Da sempre affascinata dalla genealogia, Adeline è capace di frugare tra vecchi documenti e carte dimenticate per scovare un indizio; una ricerca in cui vorrebbe accanto a sé Damien, l’assistente sociale che le ha insegnato a guardare avanti e a medicare le proprie ferite. Ma lui ha paura che indagare le origini di una famiglia possa farle troppo male. Adeline ne è consapevole, ma qualcosa di speciale la lega a Miranda. Quello che non sa è che le famiglie nascondono sempre dei segreti che non per forza vanno svelati. Alcuni possono mettere tutto in discussione.

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Provaci ancora, mister Cascione
Di Marco Marsullo

Un romanzo ironico e molto attuale, che smonta uno per uno gli stereotipi legati allo sport femminile, a partire dal calcio, diventato popolarissimo in Italia. Una commedia generazionale, nello stile di Marco Marsullo.

Sfrontato e genuino, sognatore e canaglia, ostinato a vincere ma abituato a perdere, Vanni Cascione, l’allenatore di calcio più esonerato della storia, ha un unico comandamento: non mollare mai. Lo sanno bene la moglie, stufa di stare sempre al secondo posto rispetto al pallone, e la figlia Chiara, forse l’unica in grado di tenergli testa. Dopo un paio di stagioni da disoccupato – il suo telefono non squilla più come negli anni gloriosi dell’Atletico Minaccia – riceve un’offerta irrinunciabile: la Guardia Rovente Calcio, del presidente (anzi, del Grande Capo, come ama farsi chiamare) Guerino Rovente, ha deciso di puntare su di lui. Cascione non ha dubbi: le sue competenze tattiche, unite ai soldi della società, saranno un binomio vincente. Così infila in fretta una valigia nella sua auto e si dirige verso un paesino della costa calabrese, poche anime diffidenti che in estate si triplicano per i villeggianti. Ma, appena arriva a destinazione, scopre un dettaglio che, complice l’entusiasmo e la voglia di tornare in panchina, gli era sfuggito: la Guardia Rovente è una squadra di calcio femminile. Sgomento e spiazzato, Cascione – che non ha mai pensato che le donne siano in grado di giocare a pallone – accetta comunque l’incarico. Inizierà una stagione calcistica bellissima e surreale, con le peripezie tragicomiche che coinvolgono mister Cascione ogni volta che scende in campo.

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I quaderni botanici di Madame Lucie
Di Mélissa Da Costa

Un romanzo sul dolore dai toni lievi e delicati, una storia di rinascita grazie alla forza della natura, un libro commovente e pieno di speranza.

Fuori è estate, un luminoso e insopportabile luglio, ma per Amande Luzin la casa che ha preso in affitto nella campagna francese dell’Auvergne è un rifugio: finestre sbarrate, buio e silenzio. Lontana da tutto e tutti è qui che ha deciso di ritirarsi dopo la morte improvvisa del marito e della bambina che portava in grembo, intende vivere senza aprire mai le imposte, senza l’interferenza della luce. Una vita che scorre sempre uguale finché, un giorno, non trova alcuni appunti lasciati dalla vecchia proprietaria di casa, Madame Lucie: indicazioni semplici ma estremamente dettagliate per la cura del giardino. Amande ha trent’anni, è una donna di città, non ha mai indossato un paio di stivali di gomma, eppure è attratta da quelle istruzioni e prova a prendersi di nuovo cura di qualcosa, ad andare all’esterno. Dal primo seme piantato spunta un germoglio, e così nella vita di Amande, in una palude di dolore, sboccia una piccola promessa di futuro. Un romanzo sul dolore dai toni lievi e delicati, una storia di rinascita grazie alla forza della natura, un libro commovente e pieno di speranza.

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Per la gloria dell'impero
Di Simon Scarrow

Britannia, 52 d.C. Le tribù occidentali sono pronte a schierarsi. Ma saranno in grado di eguagliare la disciplina e il coraggio dei legionari? Macrone, ferito, è rimasto indietro a difesa dell’accampamento, mentre il prefetto Catone cerca di penetrare nelle colline. Il suo intento è consolidare il trionfo di Roma schiacciando definitivamente la roccaforte dei Druidi. Ma con l’inverno che avanza, il percorso è funestato dalle piogge fredde e dalle tempeste di neve. Quando le pattuglie di Macrone riferiscono che il presidio degli indigeni si sta assottigliando, un terribile sospetto prende forma nella mente del soldato. È possibile che il governatore Quintato abbia sottovalutato il nemico? Se c’è in atto un piano sofisticato e mortale, saranno Catone e i suoi uomini a pagarne il prezzo…

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Urla nel silenzio
Di Angela Marsons

Neanche il più oscuro dei segreti può restare sepolto per sempre.

«Un giallo superbo. Trama e scrittura sono semplici e afferrano il lettore come vuole la tradizione britannica. Solo che stavolta, al posto della campagna inglese, c’è la cruda realtà delle perferie. L’adrenalina è sino alla fine, per oltre 300 pagine. E non è facile, di solito» – Il Fatto Quotidiano

Cinque persone si trovano intorno a una fossa. A turno, ognuna di loro è costretta a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma si tratta di una buca piccola: il corpo non è quello di un adulto. Una vita innocente è stata sacrificata per siglare un oscuro patto di sangue. E il segreto che lega i presenti è destinato a essere sepolto sotto terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene brutalmente assassinata: è solo il primo di una serie di agghiaccianti delitti che terrorizzano la regione della Black Country, in Inghilterra. Il compito di seguire e fermare questa orribile scia di sangue viene affidato alla detective Kim Stone. Quando però nel corso delle indagini tornano alla luce anche i resti di un altro corpo sepolto molto tempo prima, Kim capisce che le radici del male vanno cercate nel passato e che per fermare il killer una volta per tutte dovrà confrontarsi con i propri demoni personali, che ha tenuto rinchiusi troppo a lungo…

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La tana del serial killer. Una nuova indagine dei fratelli Corsaro
Di Salvo Toscano

Il giallo italiano di cui tutti parlano
Una nuova indagine dei fratelli Corsaro

La scena del crimine è inquietante: una testa di donna è stata chiusa in un sacchetto di plastica e abbandonata in una grotta, a Contessa Entellina, un paesino montano in provincia di Palermo.Il cronista di nera Fabrizio Corsaro non può assolutamente rischiare di farsi soffiare la notizia dalla concorrenza e si precipita sul posto. Tutto il paese sembra terrorizzato anche perché secondo alcune antiche leggende un mostro affamato di fanciulle vivrebbe proprio rintanato all’interno di quella caverna. Mentre le autorità sono al lavoro per identificare la vittima, Fabrizio è deciso a scoprire di più sul macabro delitto. Vorrebbe coinvolgere nelle indagini suo fratello Roberto, un avvocato penalista in piena crisi familiare, ma non sarà per niente facile. Almeno fino al ritrovamento del secondo cadavere…

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La vita perfetta. Tutti nascondono un segreto
Di Renée Knight

Da questo libro è stata tratta la serie tv scritta e diretta da Alfonso Cuarón su Apple tv

Anche le vite che ci sembrano più perfette nascondono dei segreti che possono distruggerle.

Da quando ha ricevuto a casa quel libro, intitolato Un perfetto sconosciuto, Catherine Ravenscroft non riesce più a fare sonni tranquilli, né a vivere la vita di ogni giorno, la sua vita di film-maker di successo, con la sua bella famiglia composta da un marito innamorato e un figlio ormai grande. Non ci riesce perché quel libro – anche se Catherine non sa chi l’abbia scritto – racconta qualcosa che la riguarda molto da vicino. Qualcosa che soltanto lei sa, e che ha nascosto a tutti, anche alla sua famiglia. Chi è l’autore di quel libro, e come fa a conoscere Catherine e a sapere cosa ha fatto un giorno di tanti anni fa, durante una vacanza al sole della Spagna? Catherine dovrà fare i conti con la paura, e – forse per la prima volta – con la verità. Un vero e proprio caso editoriale. Diventerà la vostra nuova ossessione. Ora una serie Apple Original.

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Crepacuore. Storia di una dipendenza affettiva
Di Selvaggia Lucarelli

“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.”

Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.

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Le serie infernale
Di Agatha Christie

Un’indagine perfetta per Hercule Poirot.

Poirot riceve una lettera in cui un anonimo, che si firma A.B.C., gli comunica che ad Andover avverrà un assassinio, cosa che accade realmente. Fa seguito una seconda lettera che avverte di un crimine a Bexhill, quindi una terza che anticipa un omicidio a Churston. La serie di delitti sembra intenzionata a continuare. E Poirot, per indagare, organizza una squadra di investigatori con i parenti delle vittime.

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La promessa dell'alba
Di Romain Gary

Chi non ha pensato un giorno che viviamo giusto per onorare i sogni, le speranze e i sacrifici dei nostri genitori? Romain Gary non soltanto ha nutrito questo pensiero, ma vi ha dedicato questo libro.

«Uno dei più straordinari tributi mai scritti da un uomo a sua madre» – Newsweek

«È il libro di Romain Gary che preferisco» – Anaïs Nin

Era bambino, Gary, quando promise per la prima volta a sua madre di tornare un giorno a casa dopo aver strappato vittoriosamente il possesso di questo mondo ai potenti e ai malvagi. Prima di Biancaneve, prima del Gatto con gli Stivali, sua madre, infatti, gli sussurrò i nomi della vasta schiera di nemici contro cui un uomo degno di questo nome deve battersi. C’è prima di tutti Tatoche, il dio della stupidità, col sedere rosso da scimmia e la testa da intellettuale. C’è Merzavka, il dio delle certezze assolute, una specie di cosacco ritto sopra cumuli di cadaveri. C’è Filoche, il dio della meschinità, dei pregiudizi, del disprezzo e dell’odio. E vi sono numerosi altri dei, più misteriosi e più loschi, più insidiosi e nascosti, difficili da identificare… Libro unico, che costituisce «uno dei più straordinari tributi mai scritti da un uomo a sua madre» (Newsweek) e ci restituisce l’affascinante vita di chi, come Romain Gary, è cresciuto aspettando il giorno in cui avrebbe potuto scostare con la mano il velo che oscura l’universo, La promessa dell’alba ci mostra come il sogno di restituire la terra a coloro che la riempiono del loro coraggio e del loro amore possa generare grande letteratura.

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I titoli di coda di una vita insieme
Di Diego De Silva

«Io vorrei isolare il momento in cui ho visto la crepa e ho preso atto della fine, ma non lo trovo, perché non c’è. L’amore è discreto nel morire, non si lamenta e non fa scenate, non c’informa quando si ammala. Siamo noi a risponderne, e tutto quello che gli capita è colpa nostra».

Fosco e Alice si sono amati tanto. E tra poco, senza sapere bene perché, si diranno addio. Per questo, nel vortice di parole più o meno giuste o più o meno sbagliate, abbracci notturni, porte sbattute, avvocati nuovi di zecca e antiche recriminazioni, decidono di raccontare la loro storia a modo loro. Con ostinazione, dolore e persino ironia: tutto quello che nei documenti legali non potrà mai trovare spazio. Diego De Silva lascia riposare il suo personaggio più amato, l’«avvocato d’insuccesso» Vincenzo Malinconico, per consegnarci un grande romanzo sulla fine dell’amore.

«L’amore non è una storia, ma due». Per questo Fosco e Alice hanno affidato ai loro rispettivi avvocati le parole che non sanno dirsi, lasciandosi. Alice aspira a una conclusione drammatica, come se un grande amore si misurasse dalle ferite, dal male che è possibile farsi. Vuole enfasi, conflitto, palcoscenico. Fosco è più morbido, quasi passivo, incline ad accettare qualsiasi condizione. E alla fine, come in tutte le separazioni, le loro posizioni si tradurranno in documenti mortificanti, che nulla dicono perché nulla sanno di una vita insieme. Che riassumono il dolore, e anche la gioia, in parole povere. Per riscrivere con una dignità diversa i titoli di coda della loro storia, decidono allora di ritirarsi in una casa amata, tra i fantasmi dal passato e di ciò che è stato tradito, che siano gli anni felici dell’infanzia, quel tempo bello in cui s’impara il mondo, gli amici di sempre o il loro stesso legame. Trovarsi lì, in quella casa, significa anche cercare un fuoco comune: il loro fuoco. Significa attraversare in due i rimpianti fino a esaurire la sofferenza, estrarre dalle macerie del tempo ciò che rimane vivo e trovare la forza di andare addosso alle cose, persino quando fanno paura. Senza rinunciare all’ironia che lo contraddistingue, come modo di illuminare ciò che conta, Diego De Silva riesce a raccontare con forza, attraverso le voci di Fosco e Alice, le speranze, le delusioni, le felicità sepolte, il complicato groviglio di sentimenti che accompagnano da sempre la fine di un amore.

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dove sei, mondo bello
Di Sally Rooney

Alice ha scritto due romanzi di enorme successo, ma per trovare compagnia deve andare su Tinder. Eileen lavora per una rivista letteraria, però non ci paga l’affitto. Simon ama da sempre la stessa donna, ma da sempre ne frequenta altre. Felix passa in birreria il tempo libero dal lavoro di magazziniere, ma la sua è una fuga. Alice, Eileen, Simon e Felix si parlano, si fraintendono, si deludono e si amano e, mentre attraversano il cerchio di fuoco dei trent’anni, si chiedono se esista davvero, al di là, ancora, un mondo bello in cui sperare.

«”Dove sei, mondo bello” è il miglior romanzo di Rooney, fino ad ora» – The New York Times

«Incalzante. Il dialogo non perde un colpo e la prosa incendia la pagina» – Anne Enright, The Guardian

«Mi ha sempre affascinato la conversazione come aspetto essenziale delle nostre relazioni. Nei legami affettivi, nelle storie d’amore, gran parte del tempo consiste nel parlare.» – Sally Rooney, intervista a Robinson – la Repubblica

«“Dove sei, mondo bello” non si basa tanto sul dipanarsi della trama ma cattura un’istantanea – fredda e vibrante – di una generazione perduta, che cerca di andare avanti giorno per giorno senza fare troppi piani a lungo termine.» – Maremosso

 

In un bar di un paesino irlandese sulle coste dell’Atlantico una giovane donna aspetta un uomo che ancora non conosce. Lei si chiama Alice e di mestiere scrive romanzi. «E ci fai dei soldi, giusto?» le chiede lui, il suo Tinder date, poco piú tardi. Si chiama Felix e con la letteratura non ha niente a che fare; per vivere sposta merci in un magazzino gelido. Il loro primo incontro è un completo flop, eppure Alice, reduce da un crollo psicologico, lo invita ad accompagnarla nel suo prossimo tour promozionale a Roma. Dei soldi Felix non dovrà preoccuparsi, ci penserà lei, con i proventi di un lavoro che giudica «moralmente e politicamente inutile», il solo che voglia fare. Frattanto a Dublino la sua amica Eileen, come lei ventinovenne, per pochi spiccioli sistema la punteggiatura di articoli non suoi per una rivista letteraria su cui un tempo ha pubblicato un unico pezzo degno di nota, e per il resto scorre le pagine social dell’uomo che l’ha lasciata e cerca di rimettere insieme i cocci di ambizioni e speranze dimezzate mentre, ai margini del suo scontento, Simon, un consulente politico bellissimo e cristianamente promiscuo, chiede di essere guardato. Con Alice Eileen condivide la sensazione che «ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa». Le vivide mail che le due donne si scambiano affrontano i temi della contemporaneità minacciata, dal contrasto fra la società dei consumi e la miseria della moltitudine al crollo della civiltà nella tarda Età del bronzo, dalla perdita del senso del bello con l’avvento della plastica agli effetti corrosivi della fama sulla cultura. Ma, mescolato all’armamentario pubblico dell’impianto intellettuale millennial, si fa strada proditoriamente, quasi felicemente, l’urgenza del privato desiderio. «Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?» domanda Alice. Ci sono i corpi, in questa dimensione, ci sono il dissacrante, anti-cliché Felix, e l’accogliente, inarrivabile Simon, c’è perfino l’illusione di una comunione vivifica che sappia sciogliere i solipsismi. «E di cosa parlano, i tuoi libri?» vuole sapere Felix da Alice al loro primo incontro. «Oh, non so, disse lei. Delle persone».

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Brucia l'origine
Di Daniele Mencarelli

Mencarelli ci offre il quadro appassionante, la tranche de vie, di un quartiere della periferia romana che potrebbe essere una qualsiasi periferia, concreta ed esistenziale, in cui il protagonista coltiva un desiderio di esprimersi che non si appaga mai, un bisogno di appartenenza che non sa come incarnarsi.

Da quattro anni Gabriele Bilancini non tornava a casa. Casa è il quartiere Tuscolano a Roma, dove è nato e vissuto insieme ai genitori, la sorella e una compagnia di amici inseparabili. Oggi Gabriele abita a Milano ed è tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo. È uno che ce l’ha fatta: l’esempio perfetto di come si possa essere artefici della propria sorte. A credere in lui e a lanciarlo è stato Franco Zardi in persona, un guru del design mondiale, che ha riconosciuto in Gabriele la grazia del talento. Da quel momento, la sua vita si è trasformata, ha preso a correre a un ritmo frenetico alimentandosi di adrenalina e soddisfazioni, non ultima l’incontro e l’amore con Camilla, la figlia di Zardi. E ora, dopo quattro anni, torna. A casa tutto è rimasto identico, a partire dalla vita dei suoi amici, come se il tempo non fosse trascorso, stesse abitudini, stesse giornate – al posto della scuola il lavoro – che si concludono ai tavolini del bar del sor Antonio. L’abbraccio in cui lo avvolge il suo passato è la cosa più dolce e al contempo soffocante che potesse ricevere e lo costringe a prendere atto della frattura che lo abita. “Si vergogna della sua famiglia, della terra che lo ha allattato. Nel mondo che frequenta ora, quello dei ricchi, la nasconde come si nasconde un peccato. Da una parte le sue origini, dall’altra Milano e il suo presente di alto rango.” Quella che ha spinto Gabriele a disegnare è una passione vera, bruciante, su cui lui ha puntato tutto, uscendone vincitore. Eppure, una volta realizzato, il sogno non dà la felicità attesa. Cura poetica della lingua e potenza dei sentimenti si distillano con stupefacente limpidezza in un romanzo dal ritmo velocissimo.

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Una conquista fuori menù
Di Felicia Kingsley

Due chef che si detestano. Una sfida che accende il cuore. Tutto vale in amore e in cucina.

«Le storie di Felicia Kingsley sono una ventata di gioia.» – la Repubblica

«Una nuova trama romantica da Top Ten per Felicia Kingsley.» – Corriere della Sera

Tra gli agenti speciali dell’FBI, Dwight Faraday è il migliore: anticonformista, dal fascino ribelle, detiene il record imbattuto di indagini risolte sotto copertura. È anche un cuoco provetto, dunque è l’ideale per infiltrarsi nella brigata del ristorante italiano che appartiene alla famiglia Villa, sospettata di avere legami con la malavita di New York. Dwight, però, non ha fatto i conti con Julia Villa, la figlia del proprietario: ragazza tosta e determinata a guidare gli “affari” di famiglia, lo detesta sin dal loro primo, tempestoso incontro ed è intenzionata a fargli capire chi comanda. Con la missione a rischio, Dwight è costretto a cambiare piano: conquistare Julia per raccogliere le informazioni di cui ha bisogno. Tra schermaglie affilate, sfide a colpi di fuori menù e provocazioni al peperoncino, Dwight è pronto a scovare la ricetta giusta per arrivare al cuore di Julia, che sembra ostinatamente immune al suo fascino. Ma se alla fine fosse proprio l’inafferrabile agente Faraday a farsi prendere per la gola? In cucina non ha mai fatto così caldo…

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Educazione europea
Di Romain Gary

“Educazione europea” è il romanzo d’esordio di Romain Gary, ma non è affatto una «oeuvre de jeunesse», bensì una delle sue opere più importanti. Gary lo scrisse quando era aviator delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale. Apparve nel 1945 e fu subito un grande successo. Sartre lo giudicò il miglior libro mai scritto sulla resistenza. Romain Gary vi racconta la storia di un gruppo di resistenti polacchi: i loro sogni, le loro speranze, i loro ideali, le loro piccole e grandi miserie e i compromessi che la guerra esige. Per sopravvivere e resistere, per affermare anche nel dolore la grandezza della vita e la speranza del pensiero.

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La vegetariana
Di Han Kang

Dall’autrice Premio Nobel per la Letteratura 2024, il libro vincitore del Man Booker International Prize che l’ha resa nota in tutto il mondo

La scrittura cristallina di Han Kang esplora la conturbante bellezza delle forme di rinuncia più estreme, accompagnando il lettore fra i crepacci che si aprono nell’ordinario quando si inceppa il principio di realtà – proprio come avviene nei sogni più pericolosi.

«È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”». («The New York Times»)

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Morgana. Il corpo della madre
Di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Si conclude con questo terzo volume lo straordinario progetto letterario e politico a cui Michela Murgia e Chiara Tagliaferri hanno dato vita nel 2019 attraverso un podcast di grande successo che è poi diventato il primo libro della celebre serie: Morgana.

Storie di ragazze che tua madre non approverebbe. Da allora quelle “ragazze fuori dagli schemi”, la cui ultima preoccupazione è compiacere gli altri, si sono esponenzialmente moltiplicate, non solo nei luminosi racconti delle autrici, ma anche nel vasto pubblico di ascoltatori e lettori, dando luogo a una meravigliosa esperienza collettiva, un intrepido esercito di Morgane, fatto di donne – ma anche di uomini, persone in transizione e queer –, che in quelle storie di libertà e coraggio si sono viste e riconosciute. Il corpo come elemento plasmabile dell’identità e la maternità nelle sue più intricate declinazioni sono i soggetti politici che le due scrittrici hanno scelto di mettere al centro di questo capitolo finale. E, come scrive Chiara Tagliaferri nella Prefazione al libro: “Troverete Morgane terroriste, ragazzine che arrivano da Nazaret per cambiare il mondo, madri che non smettono di marciare intorno all’obelisco di Plaza de Mayo, scrittrici senza corpo o rinchiuse in campane di vetro, pioniere del femminismo e della chirurgia estetica… Le loro storie mostrano un mondo liberante ricco di fecondità alternative, tutte diverse, nel quale nessuna è una madre migliore o peggiore delle altre”. Maria di Nazaret, la madre non madre per eccellenza, Elena Ferrante che si è imposta in tutto il mondo prescindendo dalla sua presenza fisica, David Bowie che si è divertito a cambiare pelle di continuo, “le madri due volte” di Plaza de Mayo, Sylvia Plath, Goliarda Sapienza e tante altre. E per finire, la stessa Michela Murgia, madre, amica, sorella, intellettuale e donna dalle molte vite, raccontata attraverso la voce della sua famiglia queer e dei suoi amici più cari. Bruciano più che mai queste Morgane e la luce che sprigionano non smetterà mai di far brillare tutte le deviazioni del nostro cammino.

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I sette mariti di Evelyn Hugo
Di Taylor Jenkins Reid

La vecchia Hollywood degli ultimi divi, la città dei sogni, rivive in un racconto ammaliante sulla ricerca della verità.

Chi è stato il vero amore della sua vita? È quella la madre di tutte le domande. L’esca del libro. Sette mariti. Quale ha amato di più? Qual è stato il suo vero amore?

Dopo anni vissuti lontano dai riflettori, la ex “divina” di Hollywood Evelyn Hugo, autentica icona della storia del cinema, è finalmente pronta a svelare la sua verità. E anche quella sui suoi sette mariti, naturalmente. Per farlo, sceglie Monique Grant, una reporter semisconosciuta. La più stupefatta è proprio Monique: perché proprio lei? E perché proprio adesso? Si dà il caso che per la giornalista non sia proprio un gran momento: dopo pochi mesi dalle nozze il marito l’ha lasciata, e a trentacinque anni la sua vita professionale sembra già arrivata a un punto morto. L’incarico di scrivere la biografia di Evelyn Hugo potrebbe essere l’occasione che aspettava per dare una svolta alla sua carriera. E così, nello splendido appartamento di Manhattan dell’attrice, Monique ascolta affascinata le parole di Evelyn: dagli esordi nella Los Angeles degli anni Cinquanta fino alla decisione di ritirarsi dalle scene trent’anni dopo, passando per i numerosi matrimoni, l’attrice rivela una storia di feroce ambizione, amicizia inattesa, e un grande amore proibito. Monique si sente sempre più vicina alla leggendaria star: a mano a mano che il racconto di Evelyn si avvicina alla conclusione, appare chiaro che le loro vite sono legate in modo drammatico e ineludibile. I sette mariti di Evelyn Hugo è un viaggio affascinante attraverso lo splendore della vecchia Hollywood e le difficoltà del nostro tempo, che mette in scena due indimenticabili figure di donne, alla scoperta di cosa significhi – e di quanto costi – la verità.

NEW YORK TRIBUNE
All’asta gli abiti di Evelyn Hugo
DI PRIYA AMRIT
2 MARZO 2017

…

La leggenda del cinema e icona degli anni Sessanta, Evelyn Hugo, ha annunciato l’intenzione di affidare a Christie’s dodici dei suoi abiti più memorabili. La vendita all’asta servirà a raccogliere fondi in favore della ricerca contro il cancro al seno.
Nonostante i suoi 79 anni, la Hugo è ancora oggi l’emblema del fascino e dell’eleganza. Nota per lo stile personalissimo, sensuale e misurato al tempo stesso, ha trasformato alcuni dei suoi look più famosi in vere e proprie pietre miliari della moda e della storia di Hollywood.
Coloro che desiderano aggiudicarsi un pezzo del suo passato resteranno ammaliati non solo dagli abiti ma anche dall’atmosfera che evocano. Tra gli articoli all’asta figura l’abito verde smeraldo firmato Miranda La Conda che la Hugo indossò agli Oscar del 1959; quello in organza viola, con trasparenze in tulle e scollatura profonda, che l’attrice scelse per la prima di Anna Karenina, nel 1962, e l’abito in seta blu firmato Michael Maddax che indossava nel 1982 quando vinse l’Oscar per All for Us.
La Hugo è sopravvissuta a una generosa dose di scandali hollywoodiani, non ultimo quello dei suoi sette matrimoni, tra cui ricordiamo la lunga relazione con il produttore cinematografico Harry Cameron. I due hanno avuto una figlia, Connor Cameron, che ha senza dubbio ispirato la decisione di bandire l’asta. Si è infatti spenta lo scorso anno per un tumore al seno, poco dopo il suo quarantunesimo compleanno.
Al secolo Evelyn Elena Herrera, classe 1938, la Hugo è figlia di immigrati cubani e ha trascorso l’infanzia a Hell’s Kitchen, New York. Nel 1955 era già approdata a Hollywood, si era fatta bionda ed era stata ribattezzata Evelyn Hugo. Entrò a far parte dell’élite hollywoodiana praticamente da un giorno all’altro. Rimase sotto i riflettori per oltre trent’anni prima di ritirarsi dalle scene alla fine degli anni Ottanta e sposare Robert Jamison, esperto di finanza nonché fratello maggiore di Celia St. James, l’attrice tre volte premio Oscar. Vedova del suo settimo marito, la Hugo risiede attualmente a Manhattan.
Grazie a una bellezza fuori dal comune, uno stile inarrivabile e una provocante sensualità, la Hugo è da sempre fonte di grande fascino per i cinefili di tutto il mondo. Si prevede che la vendita possa produrre un ricavato superiore ai due milioni di dollari.

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Quanti miracoli
Di Nicholas Sparks

Dall’amatissimo autore bestseller mondiale, un nuovo romanzo emozionante e potente sui viaggi che intraprendiamo per conoscere noi stessi e coloro che incontriamo e che toccano il nostro cuore lungo il cammino.
I mondi di tre sconosciuti stanno per scontrarsi cambiando la traiettoria delle loro vite perché alcune strade sono destinate a incrociarsi. Altre a unirsi e altre ancora a guidarti verso casa.

«Trova il posto a cui appartieni e fallo tuo.»

Tanner Hughes è stato cresciuto dai nonni ed è diventato un ranger dell’esercito. Ha trascorso tutta la vita all’estero, sempre pronto a partire per la prossima avventura, un po’ meno a mettere radici e sistemarsi. Tutto cambia quando la nonna, prima di morire, gli rivela il nome del padre che non ha mai conosciuto e dove trovarlo. E così Tanner parte per Asheboro, in North Carolina. È in città da meno di ventiquattr’ore quando incontra Kaitlyn Cooper, dottoressa e mamma single, e tra loro scatta subito una connessione inaspettata, entrambi così misteriosi e affascinanti l’uno agli occhi dell’altra. Il loro destino si intreccerà presto con quello di Jasper, ottantenne perseguitato da un tragico incidente avvenuto decenni prima, che vive da solo, con il vecchio cane Arlo. È determinato a salvare dai bracconieri un cervo bianco avvistato nella foresta, una creatura leggendaria che ha ispirato suo padre e suo nonno. Nessuno dei tre si aspetta certo un miracolo… ma potrebbe essere proprio questo che cambierà la loro vita per sempre.

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Il gangster
Di Clive Cussler e Justin Scott

Inseguimenti, sparatorie e regolamenti di conti nella nuova, inedita avventura di Clive Cussler.

«Un meraviglioso thriller storico.» – Library Journal

«Isaac Bell è uno dei personaggi più affascinanti di Cussler.» – Booklist

È il 1906 e a New York le strade brulicano di uomini di malaffare, pronti a ricorrere alle maniere forti per risolvere il più piccolo dei problemi. Molti di loro si sono riuniti in un’organizzazione criminale che si fa chiamare Mano Nera e che detta legge a suon di rapimenti, estorsioni, incendi. E di omicidi ogni volta più feroci ai danni di persone in vista, politici e ricchi imprenditori. Per contrastare questo gruppo di spietati gangster a cui piace ricorrere a vecchi trucchi aggiungendo dinamite, una coalizione di vittime della Mano Nera ingaggia l’agenzia Van Dorn per proteggere i propri affari, la reputazione e non ultime le famiglie. Ovviamente, nella «squadra Mano Nera» non poteva mancare Isaac Bell, giovane investigatore che si sta facendo una discreta fama grazie al suo grande intuito. A conferma di ciò, setacciando la città alla ricerca di indizi Bell riconosce un volto famigliare… Mentre gli obiettivi della Mano Nera si fanno sempre più ambiziosi e la posta in gioco sempre più alta, Bell deve scavare nel passato, capire chi è il tessitore di quella rete di intrighi e assicurarlo alla giustizia prima che sia troppo tardi.

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Leopard Rock. L'avventura della mia vita
Di Wilbur Smith

L’avvincente memoir dell’incontrastato maestro dell’avventura da oltre 130 milioni di copie vendute.

La storia vera mai raccontata di una vita incredibile, dalla selvaggia Africa centrale al gotha della letteratura mondiale. Un libro ricco, avventuroso e appassionante quanto i suoi romanzi.

“Scrivo libri da oltre cinquant’anni. Sono stato abbastanza fortunato da evitare le grandi guerre e non esserne colpito, ma al tempo stesso sono cresciuto tra gli eroi che vi hanno partecipato e ho imparato dal loro esempio. Nella mia vita ho avuto molto spesso fortuna. Ho fatto cose che al momento sembravano spaventose, ma da queste esperienze è nata una nuova storia e la capacità di scrivere libri che la gente ama leggere. Ho vissuto una vita che non avrei mai potuto immaginare. Ho avuto il privilegio di conoscere persone provenienti da tutti gli angoli del mondo, sono stato ovunque il mio cuore abbia desiderato e nel frattempo i miei libri portavano i lettori in moltissimi luoghi.”
Wilbur Smith racconta con onestà e grande maestria gli episodi più intimi della sua vita, che sono stati anche di ispirazione per le sue storie. Leopard Rock, dal nome della sua tenuta in Sudafrica, è la testimonianza di uno scrittore dalla vita ricca, avventurosa e appassionante tanto quanto i suoi romanzi.

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Uccidere ancora
Di Patricia Gibney

Quando in una fattoria viene ritrovato il corpo di una donna riverso in una pozza di sangue, la detective Lottie Parker viene inviata nella remota campagna irlandese per indagare. La scena del crimine racconta di un’aggressione brutale: ci sono vetri rotti, sedie fracassate e un cadavere martoriato. Cosa può avere scatenato una rabbia così feroce? Un impermeabile nero pare l’indizio decisivo per identificare il killer, ma una scoperta sconvolgente cambia tutte le carte in tavola: l’omicidio pare legato a un caso risalente a molti anni prima, che ruotava intorno al manicomio di St. Declan, l’ultima indagine del padre della detective Parker, prima che si togliesse la vita. Mentre Lottie si interroga sugli oscuri segreti del suo passato, una ragazza scompare, e nel frattempo una persona orrendamente mutilata viene abbandonata sugli scalini dell’ospedale. Ed è subito chiaro che se vuole impedire all’assassino di uccidere ancora, la detective Parker dovrà affrontare una volta per tutte i suoi demoni personali.

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La ragazza nell'acqua
Di Robert Bryndza

Il detective Erika Foster ha appena ricevuto una soffiata che le indica il luogo in cui è nascosta la prova per sventare un grosso giro di traffico di droga. Seppure sospettosa, ordina la perquisizione di una cava in disuso alla periferia di Londra. Quello che non si aspetta è che, scavando nel fango, oltre alla droga venga ritrovato un piccolo scheletro, subito identificato. Si tratta di Jessica Collins, scomparsa ventisei anni prima all’età di soli sette anni. Il caso fece un grandissimo scalpore e il mistero dietro la scomparsa di Jessica non venne mai risolto. Cominciando a indagare grazie alle nuove prove, Erika si addentra in un caso difficilissimo, in un costante alternarsi di passato e presente. Dovrà fare i conti con i segreti della famiglia Collins, i rimorsi del detective divorato dal senso di colpa per non aver mai ritrovato Jessica, e un altro omicidio avvenuto vicino alla cava. Chi conosce la verità? E perché qualcuno non vuole che il caso venga finalmente chiuso?

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Storia di una figlia
Di Piernicola Silvis

Verona, 2001. Anna, ventinove anni, è una ragazza ingenua, ricca e viziata dall’adorato padre, un facoltoso imprenditore. Dopo la laurea in medicina Anna vuole specializzarsi in chirurgia plastica per aprire uno studio estetico, sposarsi e avere una famiglia. Quando però un ictus colpisce il padre e un misterioso amico gli fa visita, Anna inizia un’indagine sul passato in guerra del padre. Le tracce la conducono nell’Italia del 1944, nel pieno della furia omicida delle SS in fuga, quando le truppe scelte di Hitler trucidarono per vendetta almeno quindicimila civili. Una storia che oggi pochi conoscono, come pochi sanno che alle SS tedesche si uní un famigerato battaglione di SS italiane, di cui dopo la guerra si è cercato di far perdere la memoria. Al termine di questo drammatico percorso, Anna ritrova la sua vera anima. Così, finalmente libera da quel passato terribile che le scorre nel sangue, torna a Colle Sant’Agnese, il paesino toscano in cui i nazisti fucilarono oltre quattrocento persone fra donne, vecchi e bambini. Una storia nera, drammatica e poco chiara e che parla ancora al presente, chiedendo giustizia.

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Tutto il bello che ci aspetta
Di Lorenza Gentile

Un paesino bianco nel cuore della Puglia.
Una trentenne convinta di non combinarne una giusta.
Uno spericolato viaggio verso il bello della vita.

Viviamo in un’epoca in cui niente è impossibile, dunque se le cose non vanno dev’essere per forza colpa nostra: Selene se ne è quasi convinta. Passati i trent’anni, non ha ancora trovato la sua strada: dove ha sbagliato? È stata l’ultima delle sue azioni impulsive, aprire un ristorante che ora è sull’orlo del fallimento, oppure è successo quindici anni fa, quando ha preso la sua prima decisione da adulta? È lì che sono rimaste impigliate le sue aspirazioni? Per scoprirlo, una notte d’estate fugge da Milano verso un paesino nel cuore della Puglia, il posto dove è cresciuta, immersa in una comunità spirituale, circondata dall’affetto degli amici e della famiglia. La valle è sempre uguale, punteggiata di ulivi e di trulli, con il mare che orla l’orizzonte. Peccato che, appena prima di arrivare a destinazione, il motore della macchina fonda e da lì in poi niente vada più per il verso giusto. Eppure, a volte sono proprio gli imprevisti a cambiarci la vita per il meglio. In attesa dei pezzi di ricambio, le viene messa a disposizione Amanda, una Uno rossa ricca di personalità con cui cercherà di raggiungere l’ashram dove viveva da bambina. E se non tutti sono rimasti fermi ad aspettarla, nel giro di poco Selene riabbraccia la vecchia tata Flora, fa nuovi incontri e decide di prendersi cura di un asinello di nome Virgilio, che ha tutta l’aria di sentirsi solo come lei. Tra gite in Salento, discussioni sul senso della vita, yoga e pomeriggi in cucina con persone che forse la conoscono meglio di quanto lei non conosca se stessa, Selene inizia a comprendere che a volte è necessario perdersi e sbagliare strada per trovare il coraggio di seguire i propri sogni. E andare finalmente incontro a tutto il bello che ci aspetta.

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La quarta Vologda
Di Varlam Salamov

In questo libro Salamov ripercorre l’epoca della sua infanzia e formazione a Vologda, città del Nord nivea e cupoliforme, densa di significati sovrapposti nella storia russa – primo fra tutti quello di essere stata città-simbolo dei confinati politici sotto gli zar. Con naturalezza, cercando di mantenere sempre la “percezione giovanile degli eventi” e oscillando nel tempo come seguisse il “mugghiante dondolio dello sciamano” (e di ascendenze sciamaniche era la sua famiglia), Salamov è riuscito a mescolare la corrente della sua vita al turbinoso flusso dela storia russa, senza mai distaccarsi dal tono fondamentale della sua opera.

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La prigione
Di Georges Simenon

«Quanti mesi, quanti anni ci vogliono perché un bambino diventi un ragazzo, e un ragazzo un uomo?».

«È in questa deflagrazione feconda e inarrestabile di personaggi e situazioni che risiede la grande capacità del Simenon narratore». – Alessandro Tacchino

Ad Alain Poitaud, direttore appena trentaduenne di un settimanale di enorme successo, bastano poche ore per smettere di essere l’uomo che è stato e «diventare un altro». Accade in una piovosa sera di ottobre, allorché, tornando a casa per cambiarsi in vista di una cena in compagnia della moglie Jacqueline e della piccola corte di cui è solito circondarsi, trova ad aspettarlo davanti al portone un ispettore della Polizia giudiziaria. Poco dopo, al Quai des Orfèvres, si sentirà dire che Jacqueline ha ucciso la sorella minore, Adrienne, con un colpo di pistola, chiudendosi poi in un mutismo assoluto. La stampa ci metterà poco a scoprire che con Adrienne, per parecchi anni, Alain è andato a letto regolarmente, e parlerà di «dramma della gelosia», ma lui – l’uomo cinico, superficiale, mondano, il donnaiolo incallito sempre pronto a fare dell’ironia – comincerà a chiedersi quale sia stato il vero motivo di quel gesto. E mentre la polizia conduce la sua indagine, si interrogherà su quella giovane donna accondiscendente e discreta (tanto che fin dall’inizio l’ha chiamata Micetta), che ha sposato quasi per gioco, che gli è sempre stata accanto senza chiedere niente – ma, soprattutto, in un crescendo di smarrimento e di angoscia, si interrogherà su se stesso.

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Sirene
Di Emilia Hart

Sirene è l’appassionante storia di quattro donne separate dal tempo eppure legate più di quanto si possa immaginare. Un nuovo imperdibile romanzo sulla resilienza femminile, che racchiude tutto il potere della sorellanza e l’ineffabile magia del mare.

«E poi il mare, vivido e irreale come in un dipinto. Lucy non ha mai visto così tante sfumature di azzurro: turchese brillante nel punto in cui le onde s’infrangono; più in là un blu così scuro che è quasi nero. Lucy rabbrividisce, pensando al mondo sotto le onde scintillanti»

 

Sorelle separate da centinaia di anni. Voci che non possono essere soffocate.

2019. Nel cuore della notte Lucy si sveglia di soprassalto; si trova nella stanza del suo ex ragazzo, a cavalcioni su di lui, con le mani strette attorno alla sua gola. Cosa ci fa lì? Confusa e terrorizzata, cerca rifugio dalla sorella Jess, sperando che possa aiutarla a capire il sogno che da qualche tempo popola le sue notti: la scena vivida e inquietante di due sorelle che stanno naufragando.

1800. Le sorelle Mary ed Eliza vengono strappate al loro amato padre in Irlanda e costrette a imbarcarsi su una nave diretta in Australia. Mentre vengono trasportate sempre più lontano da tutto ciò che amano e conoscono, iniziano a notare nei loro corpi degli strani cambiamenti che non riescono a spiegarsi.

2019. Giunta a casa di Jess, Lucy non trova alcuna traccia di lei. Mentre attende il suo ritorno, inizia a sentire strane storie sulla cittadina di mare dove la sorella si è da poco trasferita: racconti di uomini scomparsi, rapiti dagli abissi; sussurri di voci femminili che serpeggiano tra le onde. Nel frattempo, quello strano sogno inizia a sembrare più reale che mai.

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La principessa di Lampedusa
Di Ruggero Cappuccio

Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.

«Quando capì di aver vinto il duello con se stessa?»
«Non ho mai capito di averlo vinto. Ho capito soltanto che i duelli tra l’amore e il dolore finiscono sempre in parità.»

Eros, passione, misteri e segreti di famiglia fiammeggiano nella personalità di Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, che nel maggio del 1943 attraversa una Palermo deserta, tra le rovine provocate dai bombardamenti alleati. Beatrice riprende possesso del palazzo di famiglia: tra soffitti sfondati e librerie crollate, si riaccende il ricordo dei giorni in cui la città era meta di viaggiatori stranieri, un passato di grazia e splendore, sogni, fantasie e amori forse ancora possibili. Fuori dalle mura del palazzo, il presente si sgretola, l’Italia e l’Europa sono teatro di una guerra spaventosa, gli Alleati stanno per sbarcare in Sicilia. Il mondo sembra alla fine, ma Beatrice non si tira indietro: protegge, esorta, si espone. E il futuro? Il futuro ha gli occhi malinconici di suo figlio Giuseppe e la splendida vitalità di Eugenia, giovane appassionata di stelle e pianeti che osserva Beatrice dalla finestra di fronte. La ragazza è affascinata dalla libertà naturale e ostinata con cui la principessa si comporta; libertà che la sua famiglia invece le nega, avendola prima costretta a interrompere gli studi di Fisica e ora cercando di imporle un matrimonio combinato. Per la ragazza e per il figlio, la principessa ha in serbo progetti ambiziosi che sfidano il tempo. E mentre tesse le sue trame d’amore, con l’aiuto della gente del quartiere organizza un ricevimento al quale saranno invitati i più grandi nomi del bel mondo palermitano, dai Lanza di Trabia ai Florio, dai Valguarnera ai Moncada. Un invito spregiudicato per un ultimo ballo sotto le bombe. Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.

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Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij
Di Paolo Nori

Tutto comincia con Delitto e castigo , un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. «Sanguina ancora. Perché?» si chiede Paolo Nori. La risposta è in queste pagine, in cui da una parte Nori ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall’altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare.

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Qualcun altro
Di Guillaume Musso

Guillaume Musso cattura il lettore con un thriller imprevedibile e seduttivo, un’indagine vorticosa che rivela la sua chiave soltanto all’ultima riga.

Costa Azzurra, primavera 2023. Al largo di Cannes, uno yacht è ancorato nelle acque calme di un’insenatura. A bordo riposa Oriana Di Pietro, editrice ed erede di una famosa famiglia milanese. Sotto il sole, in quell’angolo di paradiso, viene aggredita selvaggiamente da un uomo e muore dopo dieci giorni di coma. Suo marito Adrien, un pianista jazz di fama mondiale, è il primo sospettato, ma durante l’interrogatorio appare sfuggente. Ha davvero ucciso lui Oriana? Sul caso, che eccita morbosamente l’opinione pubblica, indaga l’ispettrice Justine Taillandier, una poliziotta eccezionale che sta però attraversando un periodo difficile: il duello con il sospettato diventa così, per lei, la partita della vita. Tra di loro, appare Adèle Keller, una ragazza che vive nell’ombra, un’amante capace di scomparire e riapparire come un fantasma tentatore. Tre donne dai segreti inafferrabili, un uomo che potrebbe essere sia vittima sia assassino. Nessuno di loro mente. Nessuno è d’accordo sulla stessa verità.

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Il brevetto del geco
Di Tiziano Scarpa

Con straordinaria forza narrativa Tiziano Scarpa ci getta insieme ai due protagonisti nella mischia del nostro tempo, e prova a immaginare la deriva di un’epoca di cui ridefinisce i confini grazie alla potenza di una parola sempre precisa e sorprendente.

«Un romanzo intelligente, avvincente, raffinato, comico, coraggioso. Lettura quasi obbligatoria per i frequentatori a vario titolo del mondo dell’arte » – Luca Bertolo

Federico Morpio è un artista che si ritrova solo e senza soldi nella Milano di oggi. Ha un dubbio che lo angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall’ambiente dell’arte perché non aveva gli agganci giusti o per la mancanza di talento? Adele invece è una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da impiegata e vive sola. Una notte incontra un essere domestico ma prodigioso, un geco, e la sua vita ha una svolta. Entrambi incroceranno la propria strada con quella dei Cristiani Sovversivi; forse dei terroristi o forse un toccasana per l’Occidente in crisi. Con straordinaria forza narrativa Tiziano Scarpa ci getta insieme ai suoi due protagonisti nella mischia del nostro tempo, e prova a immaginare la deriva di un’epoca di cui ridefinisce i confini grazie alla potenza di una parola sempre precisa e sorprendente.

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La malinconia dei Crusich
Di Giangranco Calligarich

Vincitore del Premio Viareggio 2017, Sezione Narrativa

Menzione speciale al Premio Letterario Corrado Alvaro e Libero Bigiaretti 2017

Finalista dei Premi: Viareggio Repaci – Bottari Lattes – Vigevano – Manzoni 2017.

La storia di un uomo che cerca di avere un altro sguardo sul mondo attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, percorrendo il Sud d’Italia e poi un altro Sud, quello dell’America.

«Una narratività della quale resti felicemente prigioniero, per quel suo portarti dentro, facendoti “vedere” ciò che racconta.» – Ermanno Paccagnini, La Lettura

La luna sull’acqua, la notte, e uno sguardo di malinconia che spazia sul mondo, la nostalgia per qualcosa che forse è stato perduto o forse non si raggiungerà mai. È il bagaglio che porta con sé Luigi Crusich, partito da Trieste per approdare a Corfù dove mette al mondo sei figli. Il primogenito, Agostino, sarà destinato alla luce dell’Africa e poi alla Milano fervente della ricostruzione; toccherà al figlio Gino Crusich (scritto tutto attaccato) cercare un altro sguardo sul mondo attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, percorrere il Sud d’Italia e poi toccare un altro Sud, quello dell’America. Infine l’eredità della malinconia toccherà a Uberto Crusich, veterinario sul Lago Maggiore.

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Profondo come il mare, leggero come il cielo. Un viaggio dentro se stessi per trovare la serenità
Di Gianluca Gotto

In Profondo come il mare, leggero come il cielo, Gianluca Gotto condivide gli incontri, le esperienze e i tanti insegnamenti che lo hanno salvato nel momento più buio della sua vita. Un libro intimo e generoso, pieno della saggezza millenaria – ma quanto mai attuale − del Buddha e di consigli pratici per trasformare la sofferenza in un terreno fertile in cui la felicità possa mettere radici.

“Il mondo là fuori, con il suo rumore e il suo caos, proverà sempre a entrarti dentro. Arriveranno pensieri nuovi, difficili da affrontare. Non affrontarli, allora. Torna all’origine: calma la mente. Sdraiati su un prato e guarda lassù. Tu non sei le nuvole, che vanno e vengono e sono sempre in movimento. Tu sei il cielo. E il cielo è leggero proprio perché non trattiene niente. Il cielo è saggio. Sa lasciare andare ciò che lo attraversa. Se vuoi essere sereno come un buddha, non essere una nuvola. Sii il cielo. Il buddhismo è stato la mia guarigione. Mi ha mostrato che la vita è tutta una questione di punti di vista: a seconda di come la guardi, la tua esistenza può essere bella o brutta, giusta o sbagliata, fortunata o sfortunata. Prima di volerla cambiare, dobbiamo essere noi a guardarla con occhi diversi, più consapevoli. Dobbiamo essere noi a cambiare. È stato proprio attraverso questo processo che il buddhismo mi ha aiutato a trasformare il periodo più difficile della mia vita in una inaspettata e miracolosa rinascita. Il mio augurio è che anche tu, ovunque stia leggendo queste parole, possa trovare tra queste pagine l’ispirazione e i metodi per diventare la persona che meriti di essere. Saggia, innanzitutto. E poi compassionevole, presente, calma, positiva, gentile. Libera dalla sofferenza. Felice, finalmente.”

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Le furie di Venezia
Di Fabiano Massimi

Venezia, 1934. Una donna che potrebbe rovesciare le sorti di Mussolini. Un figlio da trovare e salvare. Un azzardo disperato per cambiare il corso della storia.

Venezia, 1934. Mussolini e Hitler si incontrano per la prima volta in una piazza San Marco gremita di camicie nere. Tra la folla, anche l’ex commissario di polizia Siegfried Sauer e il suo compare Mutti, che hanno raggiunto la città lagunare per unirsi alla resistenza antifascista. La speranza è di creare un incidente che sventi il pericolo di un’alleanza tra Italia e Germania. Sauer e Mutti incappano però in un mistero di ben altra portata: nella notte, in gran segreto, Mussolini si inoltra in motoscafo nella laguna. I due riescono a seguirlo fino al largo di San Clemente, dove lo vedono attraccare a un pontile buio e poi entrare, accolto da un uomo in camice bianco, nell’edificio principale dell’isola. Un’ora più tardi, il Duce torna al motoscafo e riattraversa la laguna per rientrare ai suoi alloggi, visibilmente scosso. Sauer e Mutti decidono di indagare e scoprono che sull’isola c’è un manicomio femminile, e che lì è ospitata una paziente misteriosa di nome Ida Dalser. La sua storia ha dell’incredibile: la donna, infatti, sostiene di essere nientemeno che la prima e unica legittima moglie di Benito Mussolini… Chi è veramente Ida Dalser? Una folle? Una bugiarda? O una vittima in possesso di informazioni che metterebbero a rischio il Regime? Sauer e Mutti si renderanno ben presto conto che dietro Ida Dalser e le sue accuse inaudite c’è molto, molto di più. C’è l’inimmaginabile.

Il Signore di Tareb
Di Elianora Pizzichini

“Il signore di Tareb” è un romanzo storico di Elianora Pizzichini, edito dalla casa editrice Le Mezzelane nel 2023, che catapulta il lettore in tempi molto remoti. La vicenda è ambientata infatti, al tempo dei Fenici, in un villaggio che è prosperato grazie alle fatiche del suo signore, Jereb di Tareb. L’uomo, di umili origini, ha accumulato grandi ricchezze e creato una grande famiglia, ma è anche giunto a un’età avanzata, che lo affatica e lo induce a guardarsi indietro per cercare di fare un bilancio della propria vita. Iniziano, pertanto, una serie di riflessioni sulla famiglia, le sofferenze e il destino, nonché sulla capacità dei suoi eredi di mantenere prospero il villaggio e l’unità familiare. Jereb si guarda intorno e vede soltanto donne sofferenti e uomini troppo sicuri di sé. Sente, inoltre, che il proprio tempo su questa terra è agli sgoccioli e decide di intraprendere un viaggio che lo porterà ad avvicinarsi alla divinità e comprendere, forse, il senso della vita. Il viaggio tra paesaggi desolati si rivela fin da subito avventuroso e ricco di pericoli molteplici, durante il quale l’istinto di sopravvivenza potrebbe prevalere sui valori che Jereb ha cercato di trasmettere…tutto ciò mentre a Tareb sembra mancare lo spirito vitale. Il romanzo è pervaso da un forte senso di spiritualità e da atmosfere suggestive e si concentra su due temi principali: l’unità familiare e l’importanza di una guida, spirituale o no, nella vita di ognuno di noi. Con una scrittura venata di malinconia, curata, fluida e per nulla artificiosa, l’autrice riesce a suggerire immagini vivide e a fornirci un quadro sullo stile di vita di un tempo così lontano, ma non esente da preoccupazioni e riflessioni che sono ancora attuali, come l’analisi dei propri fallimenti.

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Tutto il blu del cielo
Di Mélissa Da Costa

Dall’autrice rivelazione di I quaderni botanici di Madame Lucie.Un romanzo delicato eppure potente sul senso dell’esistere nella scoperta dell’altro e nella meraviglia di essere umani.

Cercasi compagno/a di viaggio per un’ultima avventura: sono le prime parole dell’annuncio che Émile pubblica online un giorno di fine giugno. Ha deciso di fare ciò che ancora non ha mai fatto, che ha sempre rimandato, perché nella vita va così. Partire per un viaggio on the road, setacciare paesaggi vicini eppure mai esplorati, affondare occhi e naso là dove non c’è altro che natura e silenzio, senza data di ritorno. Ha solo ventisei anni e una forma di Alzheimer precoce e inesorabile, per questo vuole vivere in completa libertà, lontano da chiunque lo conosca, fintanto che il suo corpo glielo concederà. Non si aspetta che qualcuno davvero risponda al suo appello, ma sbaglia. Qualche giorno dopo in una stazione di servizio, pronta a partire, protetta da un informe abito nero, con un cappello a tesa larga, sandali dorati ai piedi e zaino rosso in spalla, c’è Joanne. E così, su un piccolo camper, attraverso boschi profumati, torrentelli rumorosi, sentieri e stradine che si snodano tra le vette dei Pirenei e certi bellissimi borghi dell’Occitania, una giovane donna e un ragazzo s’incamminano. Parlano poco, forse cercano una dimensione diversa dove potersi incontrare, la parola giusta per bucare, senza fare troppo male, ognuno il dolore acuto dell’altro. “Tutto il blu del cielo”, esordio di Mélissa Da Costa diventato un bestseller da seicentomila copie, è una storia di rinascita che dalla sofferenza vede sbocciare, pura e irrefrenabile, una gioia di vivere nuova, la bellezza assoluta della scoperta dell’altro, la magia del sentirsi umani.

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La bestia
Di Carmen Mola

Madrid, 1834, un’orrenda catastrofe. Ma il terrore ha un altro nome.
Un romanzo sulla scia dei grandi thriller storici, vincitore del Premio Planeta 2021, in cui è stato rivelato che Carmen Mola è lo pseudonimo di tre noti sceneggiatori spagnoli.

«Un thriller storico perfetto, consacrato al trionfo.» – El Pais

«Un romanzo che colpisce per la sua trama cruda, sordida e spietata, con personaggi memorabili.» – Que Leer

«Carmen Mola intreccia magistralmente i fili del miglior giallo in un romanzo che lascia il segno, dal ritmo frenetico e implacabile.» – La Vanguardia

Madrid, 1834: una terribile epidemia di colera ha messo in ginocchio la città. Ma il terrore ha anche un altro nome, quello della Bestia: un essere spietato e inafferrabile che rapisce le bambine dei quartieri più poveri e ne smembra i corpi. Quando la piccola Clara scompare, sua sorella Lucía non vuole aspettare di ritrovarne il cadavere: dà inizio così alla sua lotta contro il male e contro il tempo. Ha quattordici anni e l’inestinguibile coraggio di chi sente di non poter fare altro. Anche perché nessuno sembra voler fermare davvero il mostro. Tranne Diego, un giornalista testardo e temerario, che trascinerà nell’indagine anche il suo amico Donoso, un poliziotto cinico ma leale con un occhio solo. Alla loro ricerca frenetica parteciperanno monaci guerriglieri, ambasciatori e prostitute, mentre una società segreta tesse i suoi intrighi fatali fra taverne e salotti, palazzi e lazzaretti. È l’alba di una capitale che nasce nel sangue, di una città che brulica di vita e di morte e lotta per lasciarsi il medioevo alle spalle.

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Il canto dei cuori ribelli
Di Thrity Umrigar

Sullo sfondo di un meraviglioso Paese sospeso tra modernità e oscurantismo, in un crescendo di tensione, due donne coraggiose e diversamente ribelli si confrontano con le conseguenze di due opposti concetti di onore e di libertà, in una storia indimenticabile di tradimento, sacrificio, devozione, speranza e invincibile amore.

Aveva quattordici anni Smita quando con la sua famiglia ha dovuto lasciare l’India in circostanze drammatiche. Una volta al sicuro in America, ha scacciato dal cuore la nostalgia per i crepuscoli aranciati e il profumo inebriante dei cibi che il padre le comprava dai venditori ambulanti e giurato a se stessa che mai più sarebbe tornata in quei luoghi che l’avevano così profondamente ferita. Ma anni dopo si ritrova a dover accettare con riluttanza l’incarico di coprire una storia di cronaca a Mumbai, per il suo giornale. Seguendo il caso di Meena – una giovane donna sfigurata brutalmente dai suoi fratelli e dai membri del suo villaggio per aver sposato un uomo di un’altra religione – Smita si ritrova di nuovo faccia a faccia con una società che appena fuori dallo skyline luccicante delle metropoli le pare cristallizzata in un eterno Medioevo, in cui le tradizioni hanno più valore del cuore del singolo, e con una storia che minaccia di portare alla luce tutti i dolorosi segreti del suo passato. Eppure, a poco a poco le sue difese cominciano a vacillare, i ricordi a riaffiorare e la passione a fare nuovamente breccia in lei…

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Come l'arancio amaro
Di Milena Palminteri

Come l’arancio amaro, con i suoi frutti asperrimi, è l’arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli, così questo libro mette in scena il dramma eterno del corpo femminile sottomesso, usato, colpevolizzato eppure portatore dell’immenso potere di sedurre e di generare.

Agrigento, 1960. Carlotta ha trentasei anni ed è convinta che nessuna persona amata possa rimanerle vicino: suo padre è morto la notte in cui lei nasceva, la sua adorata bambinaia se n’è andata quando lei era piccola e sua madre è sempre stata simile a un’algida istitutrice. Cresciuta durante il Ventennio e la guerra in una Sicilia dove da sempre tutto cambia per rimanere immutato, Carlotta ha imparato che il solo modo per non soffrire è annoiarsi con pazienza. Così, dopo gli studi di legge, anziché lottare per diventare avvocato si è rinchiusa a lavorare all’Archivio notarile. Ma il destino ci insegue anche se noi ci nascondiamo: è proprio uno dei polverosi documenti dell’Archivio a rivelarle la terribile accusa rivolta da sua nonna paterna a sua madre, di non averla partorita ma comprata. Carlotta comincia un’indagine che la porterà a scoprire le radici della rabbia e della sete che per tanti anni ha cercato di mettere a tacere. Sarraca (Agrigento), 1924. È inutile essere giovane e piena di progetti, se sei nata nel tempo sbagliato. Mentre da Roma scende l’onda nera del fascismo, la diafana Nardina sposa il nobile Carlo Cangialosi ma non riesce a rimanere incinta, e questa colpa si allunga su di lei come un’ombra. E la bellissima e selvatica Sabedda, umile serva, si trova in grembo un figlio che non potrà sfamare. I percorsi di queste due ragazze si intrecceranno grazie al piano scellerato ordito da Bastiana, madre di Nardina, e dal campiere don Calogero, in odore di mafia. Milena Palminteri esordisce con un romanzo generoso, sostenuto da una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.

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La regina dei sentieri
Di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone

L’umorismo, i colori, i profumi e i sapori della campagna toscana, in un intrigo giallo in cui emerge con forza la sensibilità femminile delle due protagoniste.

Serena, mamma di due figlie, casalinga ultraindaffarata, chimica con il «superpotere» dell’olfatto formidabile e professionalmente coltivato nel suo ultimo lavoro da sommelier. E Corinna, sovrintendente di polizia, alta un metro e novanta e con un carattere ruvido, opposto a quello irruente e solare di Serena, ma con lei da subito in sintonia. A riunire l’irresistibile coppia è un caso che coinvolge il mondo vitivinicolo del borgo toscano di Bolgheri. È stato ritrovato il motocarro del marchese Crisante Olivieri Frangipane, patriarca di una antichissima famiglia di produttori di vino, scomparso anni fa in circostanze misteriose. Una sera di ottobre del 2013 il conte si allontana con il suo Ape coupé e non farà mai ritorno. Il ritrovamento del mezzo durante il drenaggio di un bacino artificiale della tenuta Tegolaia fa scattare immediatamente nuove indagini e riaccende vecchie scintille tra le due proprietà. La tenuta Tegolaia, passata dalla famiglia Colantoni ad una multinazionale olandese, era diventata bersaglio degli scherzi pungenti in perfetto stile toscanaccio del vecchio Crisante. A loro volta, attraverso il manager italiano, Walter Gori, gli olandesi si lanciavano in continue minacce di azioni legali o, peggio ancora, di azioni fisiche contro la persona. Quando all’interno della tenuta riaffiora anche il corpo del conte, alle due argute investigatrici appare chiaro che la risoluzione dell’enigma deve trovarsi all’interno di queste schermaglie. E nella memoria di Andrea Pace, ora nuovo proprietario della tenuta Tegolaia, nonché nel 2013 enologo della famiglia Olivieri Frangipane.

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Alfonsina e la strada
Di Simona Baldelli

Il romanzo di Alfonsina Strada, la storia e le avventure della ciclista che per prima sfidò il maschilismo sportivo partecipando, unica donna, al Giro d’Italia del 1924.

«Ciò che più la affascina è il lato privato, intimo di questa donna che, nata alla fine dell’Ottocento in una famiglia contadina poverissima, in mezzo ad altri dieci tra fratelli e sorelle, riesce a superare i propri limiti» – Robinson

Nel 1924 il Giro d’Italia rischia va di non partire. Gli organizzatori non erano in grado di far fronte alle richieste economiche delle squadre e queste risposero con una diserzione in massa. Celebri campioni come Girardengo, Brunero, Bottecchia non avrebbero gareggiato; gli atleti dovevano iscriversi a titolo personale e la corsa rischiava di passare inosservata, con grave danno per gli sponsor. Occorreva qualcosa di eclatante, e si decise di accogliere la richiesta di una donna di trentatré anni che insisteva da tempo per partecipare. Si tratta va di Alfonsina Strada, aveva già affrontato due Giri di Lombardia. Il tracciato della competizione attraversava la penisola per oltre 3.000 chilometri, gli iscritti furono 108, al via se ne presentarono novanta, e fra questi c’era Alfonsina. Solo in trenta completarono la gara. Il romanzo racconta la sua storia, dai tempi duri e affamati di Fossamarcia, nei pressi di Bologna dove n acque nel 1891, fino al 13 settembre del 1959, giorno della sua morte. In mezzo ci sono due guerre mondiali, la Marcia su Roma cui prese par te uno dei suoi fratelli, e poi D’Annunzio che le regalò una stella d’oro, Mussoli ni che volle darle un’onorificenza da lei mai ritirata, una medaglia che la zarina Alessandra le appuntò personalmente al petto. E gli anni passati a esibirsi nei circhi d’Europa e due matrimoni, il primo a 14 anni, l’unico modo per andar via di casa perché i genitori le volevano impedire di gareggiare. Il giovane marito era Luigi Strada, di professione meccanico, uomo dalla psicologia molto fragile. Le offrì un amore sincero, lei ne mantenne per sempre il cognome. Dalla povertà alla fama all’oblio, Alfonsina è stata una pioniera della parificazione tra sport maschile e femminile. Simona Baldelli ha trovato lo sguardo e la voce per trasformare la sua epopea in un romanzo attento alle verità della Storia e sensibile alle sfumature dei sentimenti, creativo nella struttura e libero di intrecciare i fatti concreti con l’invenzione necessaria al gesto letterario. Accade allora che nelle sue pagine Alfonsina prenda vita e ci mostri, nella scoperta di un’impresa faticosissima e anticipatrice, il ritratto di una donna che mai volle porsi dei limiti.

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Donne dell'anima mia
Di Isabel Allende

Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni di un femminismo, esito naturale del suo vissuto e della sua limpida consapevolezza di genere.

«Dall’infanzia trascorsa in un oppressivo sistema patriarcale alla formulazione di una filosofia femminista. La scrittrice racconta il superamento della ribellione per un atteggiamento emancipato, giusto e inclusivo» – La Stampa – TuttoLibri

«Il libro in cui, con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminilismo» – La Gazzetta del Mezzogiorno

«L’infanzia infelice in Cile. Gli inizi da giornalista. I tre mariti, l’ultimo sposato l’anno scorso dopo un corteggiamento via email durato 5 mesi. In un memoir appena uscito la scrittrice Isabel Allende ripercorre la sua affascinante vita e ricorda le donne che l’hanno ispirata. A partire dalla madre Panchita» – Donna Moderna

Non esagero quando dico che sono femminista dai tempi dell’asilo

Isabel parte dalle origini, dai dati biografici di un’infanzia e di un’adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L’istinto di ribellione in lei è una sorta di reazione naturale a questa esistenziale forma di discriminazione che genera l’attitudine filosofica che l’ha portata negli anni a schierarsi sempre con i deboli, con gli emarginati e con tutte le donne, vittime di una mancata emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, la consapevolezza dell’importanza dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che ha significato per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti.

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Non è mai troppo tardi
Di Danielle Steel

In questo romanzo potente e commovente, Danielle Steel torna a raccontare l’importanza delle relazioni umane, dei cambiamenti coraggiosi, perché non è mai troppo tardi per un nuovo inizio.

Dopo la morte dell’amato marito, Kezia Cooper Hobson decide di lasciare la loro casa di San Francisco e trasferirsi in un lussuoso attico a Manhattan, dove sarà più vicina alle due figlie. A solo un paio di settimane dal suo arrivo, però, dalla terrazza di casa assiste in diretta a un devastante attacco terroristico e la donna si ritrova, insieme al vicino, la famosa star del cinema Sam Stewart, a prestare aiuto in questa situazione di emergenza. Sconvolti e traumatizzati dagli eventi vissuti, ma anche determinati a offrire la loro assistenza a chi ne ha più bisogno, nelle settimane successive Kezia e Sam si avvicinano sempre di più, mentre le figlie di lei, sebbene sorprese dalla nuova amicizia della madre, sono entrambe più concentrate sulla propria vita amorosa. Per tutti, quella sarà un’estate di rinascita e rinnovamenti, in cui la donna imparerà che le difficoltà che sta affrontando sono proprio ciò di cui ha bisogno per aprire nuovi orizzonti e realizzare i propri sogni.

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I fantasmi dell'isola
Di John Grisham

Dopo Il caso Fitzgerald e L’ultima storia, John Grisham ritorna a Camino Island con una storia avvincente toccando alcuni dei temi che gli sono più cari: il razzismo, l’ingiustizia sociale e la corruzione.

Dark Isle è una piccola isola disabitata allargo della Florida non lontana da Camino Island, rinomato ritrovo di scrittori e intellettuali. Con la sua natura selvaggia e le sue spiagge incontaminate, Dark Isle ha tutto ciò che si può desiderare per una vacanza indimenticabile. Uno spregiudicato colosso immobiliare fiuta l’affare, determinato ad appropriarsene a ogni costo e a trasformarla in un mega resort turistico con un casinò. Intorno a quel paradiso aleggiano però leggende sinistre: annegamenti, sparizioni, storie di fantasmi e riti vudù da sempre hanno scoraggiato chi avrebbe voluto avvicinarsi. Solo una persona conosce la verità: la formidabile e indomita Lovely Jackson. Ottant’anni, ultima discendente degli schiavi che quasi tre secoli prima erano riusciti a liberarsi e avevano eletto Dark Isle a loro rifugio, Lovely è nata e ha vissuto lì per quindici anni e sostiene di essere l’unica legittima proprietaria dell’isola. Riuscirà a provarlo e a fermare la speculazione edilizia onorando la memoria dei suoi antenati? Ad aiutarla saranno il noto libraio antiquario Bruce Cable con la sua amica romanziera Mercer Mann, desiderosa di scrivere un libro sulla preziosa e commovente vicenda umana di Lovely, e Steven Mahon, avvocato esperto in battaglie ambientaliste, pronto ad affiancarla in una causa che si presenta dagli esiti davvero incerti.

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Tutta la vita che resta
Di Roberta Recchia

Tutta la vita che resta è un romanzo prezioso e dolcissimo, doloroso, accogliente, intimo e corale, che esplora i meccanismi della vergogna e del lutto, ma soprattutto dell’affetto e della cura, e li fa emergere con una delicatezza sapiente, capace di incantare e sorprendere.

Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni. È ciò che succede con l’esordio magnetico di Roberta Recchia, una storia da cui non ci si stacca, con protagonisti vivi, autentici. Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d’amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l’adorata figlia sedicenne Betta – bellissima e intraprendente – viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro. Quell’affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c’era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un’indicibile violenza. Sullo sfondo di un’indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un’adolescente che affrontava la vita con tutta l’esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando – ormai al limite – l’incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata: l’inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato guardare.

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Il debito
Di Glenn Cooper

In Vaticano è in corso una guerra silenziosa. E nessuno è al sicuro…

«Uno degli scrittori più amati dai lettori italiani.» – la Repubblica

Per Cal, è come essere in paradiso. Chilometri e chilometri di scaffali sui quali sono conservati centinaia di migliaia tra manoscritti, documenti antichi e reperti inestimabili. E quel tesoro immenso è lì, a sua disposizione. Grazie al ruolo da protagonista svolto nel caso del sacerdote con le stimmate rapito da un’organizzazione neonazista, Cal ha ricevuto da papa Celestino VI un privilegio unico: l’accesso illimitato alla Biblioteca Vaticana e all’Archivio Segreto Vaticano. Cal ne approfitta subito per svolgere una ricerca su un oscuro cardinale italiano vissuto a metà dell’Ottocento, durante la prima guerra d’Indipendenza e i moti rivoluzionari. E s’imbatte in una lettera privata in cui si fa riferimento a un banchiere e all’urgenza di trasferirlo di nascosto fuori Roma. Nel corso dei suoi studi, Cal ha imparato a fidarsi del proprio istinto, e l’istinto adesso gli suggerisce di approfondire quella strana vicenda. Ed è così che, passo dopo passo, Cal si convince dell’esistenza di un ingente debito contratto dalla Chiesa con una banca posseduta da una famiglia ebrea e mai restituito. Cal informa il pontefice della sua scoperta, e la richiesta di Celestino è sorprendente: trovare le prove che quel debito è ancora valido. Quali sono le reali intenzioni del papa? Cal non è l’unico a porsi questa domanda. Alcuni membri della Curia ritengono che in gioco ci sia la sopravvivenza stessa della Chiesa, e sono pronti a tutto pur di fermare le ricerche di Cal e i progetti segreti del papa…

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Sulla ali della musica. La direttrice d'orchestra
Di Maria Peters

Tutti la chiamano Willy, ma lei si chiama Antonia come ha voluto la donna che l’ha messa al mondo e subito abbandonata in un istituto di Rotterdam, in Olanda. Siamo agli inizi del Novecento e la famiglia che l’ha adottata si trasferisce negli Stati Uniti in cerca di fortuna. A New York, Antonia viene indirizzata giovanissima alla carriera sicura di dattilografa da una madre adottiva assai poco amorevole. Ma le sue mani, che battono rapide sulla tastiera, nascondono ben altre doti. Perché nella Terra delle grandi opportunità, anche Antonia ha un sogno da realizzare: diventare una direttrice d’orchestra. E quando lascia l’ufficio, corre al suo secondo lavoro di maschera in una sala da concerti, per pagarsi le lezioni di pianoforte. Nel 1926, dopo un durissimo esame di selezione, Antonia viene ammessa (unica donna) al più maschile dei corsi di una maschilissima istituzione: la classe di direzione d’orchestra al Conservatorio della città. E sarà solo l’inizio di un percorso solcato da innumerevoli ostacoli e pregiudizi. L’incontro fortuito con il rampollo di una famiglia di aristocratici non le sarà d’aiuto, ma le dischiuderà le vette e gli abissi dell’amore. Quando però perde il lavoro e la madre la caccia di casa, si trova davanti a una scelta molto difficile. Partire per l’Europa e dedicarsi completamente alla carriera musicale, o restare negli Stati Uniti insieme all’uomo che ama? In un viaggio fra Vecchio e Nuovo Mondo, nel pieno fermento di un’epoca dove tutto sembrava possibile, seguiamo la vita avventurosa di Antonia fra mille peripezie. E ci emozioniamo davanti al coraggio e alla dedizione, alle lotte e alla caparbietà di una donna che rappresenta un vivido (e attualissimo) esempio anche a un secolo di distanza. Questo romanzo è già uscito presso Longanesi nel 2021 con il titolo “La direttrice d’orchestra”.

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La moglie di Dante
Di Marina Marazza

“Gemma, la donna di cui Dante non scrisse mai. Che tempra deve aver avuto, questa fiorentina che nessuno ricorda? Sposa, per amore, un uomo sconsigliabile: non ricco, privo di potere politico e per di più poeta. Non si lascia sgomentare quando lui si trova sul fronte sbagliato, in una Firenze in cui la lotta aspra tra fazioni distrugge vite e patrimoni. Ne affronta il lungo esilio diventando una «vedova bianca» a trent’anni: dapprima deve gestire le difficoltà economiche, quattro figli che crescono, l’ostilità politica che monta intorno alla famiglia del «nemico» Alighieri; poi si vede confiscare tutti i beni e deve fuggire, incinta, dalla città per rifugiarsi con i ragazzi in una malsana palude. E a ogni svolta del destino le si para davanti suo cugino Corso Donati, il barone bello come un san Michele, violento e seduttore ma anche protettivo e leale, che lei respinge ma da cui in realtà è attratta. E la rivale, l’angelicata Beatrice? Non è un suo problema. Perché è lei, sempre accanto a Dante, forte nella sventura e artefice delle sue fortune, la vera musa della sua vita. Una moglie lo sa benissimo. È solo la storia che lo ha dimenticato. In un Trecento feroce e splendido di castelli, duelli e fazioni, di fede e scomuniche, Gemma è carne, sangue, intelligenza e passione. Ed è solo un errore del destino se Dante è diventato immortale e lei invisibile. Con questo romanzo Marina Marazza le restituisce una storia personale ricca di vicissitudini e la riporta alla vita nella dimensione che è sua: quella delle grandi eroine e delle grandi donne.

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La notte di Kate
Di Charlotte Link

In una gelida notte di dicembre, una giovane donna attraversa in auto le North York Moors inglesi, una splendida area naturalistica affascinante quanto solitaria. La mattina il suo corpo viene trovato all’interno della vettura sul ciglio innevato di un viottolo fra i campi. Una testimone ha visto la sagoma di una persona incappucciata salire in macchina con lei lungo la strada. Chi è questa persona? La conosceva? È l’omicida?   A sorpresa, un cold case archiviato nove anni prima dall’ispettore capo Caleb Hale getta una nuova luce sulle indagini, e Kate Linville, sergente investigativo della North Yorkshire Police, si ritrova a scavare all’ombra nera di vecchi peccati, dove allignano violenza e disperazione. Scostante, poco malleabile, sempre piena di dubbi, spesso oppressa dal senso di solitudine di chi non cerca di apparire diversa da come è, l’investigatrice Kate Linville, nata dalla penna di Charlotte Link, si afferma, indagine dopo indagine, come uno dei protagonisti più amati del thriller contemporaneo. E, anche questa volta, in un drammatico inseguimento nella neve, troverà il fil rouge di vicende apparentemente lontanissime fra loro. Ma forse potrà solo godere di una tregua: c’è chi non si è arreso e ha scommesso che la discesa agli inferi non è ancora conclusa…

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Domani, domani
Di Francesca Giannone

Questa è la storia della passione che prima unisce e poi divide un fratello e una sorella. Una storia che parla di decisioni prese ascoltando la mente o il cuore oppure tutti e due. Di quell’istante che può cambiare una vita intera. Ma anche di un’Italia che, incredula, sta scoprendo un improvviso benessere, che lavora alla catena di montaggio e poi canta con Mina e balla al ritmo del twist, giovane, creativa, impaziente…

Salento, 1959. Lorenzo e Agnese hanno perso tutto. E lo capiscono quando, con gli occhi tristi che si porta dietro da una vita, il padre annuncia di aver venduto il saponificio di famiglia, un’eredità che lui ha vissuto come una condanna. Per Lorenzo e Agnese, invece, quella fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, che profuma di talco, di essenze floreali e di oli vegetali, e che occupa ogni loro pensiero, era la certezza di un presente sereno e la promessa di un futuro da tracciare insieme, uniti. Quindi l’idea di rimanere lì come semplici operai sotto un nuovo, arrogante padrone è devastante per entrambi. Lorenzo, orgoglioso e impulsivo, se ne va sbattendo la porta, col cuore colmo di rabbia e con un solo obiettivo: trovare i soldi necessari per riprendersi quello che è suo. Ma Agnese non lo segue: tanto risoluta se si tratta di formulare saponi quanto insicura quando le tocca abitare il mondo al di fuori del saponificio, dichiara: «Io resto dov’è casa mia». È una crepa profonda, apparentemente insanabile, quella che si apre tra fratello e sorella e li spingerà su strade opposte e imprevedibili. Perché vogliono la stessa cosa, Lorenzo e Agnese, almeno finché l’amore non li porterà di nuovo a un bivio. Ognuno dei due farà una scelta, tracciando un altro domani… Sarà per entrambi un domani senza rimpianti?

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Ogni prigione è un'isola
Di Daria Bignardi

«So come vanno le cose col carcere» scrive, «il carcere lo odiano tutti. Alcuni amano il carcere degli altri, per così dire»: parlarne è un gesto inevitabilmente politico, perché rivolgendo lo sguardo al carcere lo si rivolge al cuore della società, ma questo è anche e prima di tutto un libro personale, in cui ogni cosa – ritratti, riflessioni, cronaca, ricordi – è cucita assieme dalla scrittura limpida e coinvolgente di Daria Bignardi.

“Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un’isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi”: forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove “l’uomo è illuminato a giorno”, Daria Bignardi trent’anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un “articolo 78”, autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un’isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l’ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull’isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. Bignardi ci racconta il suo viaggio nell’isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse.

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La neve in fondo al mare
Di Matteo Bussola

– Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci.
– Che vuoi dire?
– Tipo, non so. Come trovare la neve in fondo al mare.

Matteo Bussola racconta un nodo del nostro tempo: la fragilità adolescenziale. Scrive una storia toccante, piena di grazia, sul tradimento che implica diventare sé stessi. E ci mostra, con onestà e delicatezza, quel che si prova davanti al dolore di un figlio, ma anche la luce dell’essere genitori, che pure nel buio continua a brillare. Perché è difficile accogliere la verità di chi amiamo, soprattutto se lo abbiamo messo al mondo. Ma l’amore porta sempre con sé una rinascita.

Un padre e un figlio, dentro una stanza. L’uno di fronte all’altro, come mai sono stati. Ciascuno lo specchio dell’altro. Loro due, insieme, in un reparto di neuropsichiatria infantile. Ci sono altri genitori, in quel reparto, altri figli. Adolescenti che rifiutano il cibo o che si fanno del male, che vivono l’estenuante fatica di crescere, dentro famiglie incapaci di dare un nome al loro tormento. E madri e padri spaesati, che condividono la stessa ferita, l’intollerabile sensazione di non essere più all’altezza del proprio compito. Con la voce calda, intima, di un padre smarrito, Matteo Bussola fotografa l’istante spaventoso in cui genitori e figli smettono di riconoscersi, e parlarsi diventa impossibile. Attraverso un pugno di personaggi strazianti e bellissimi, ci ricorda che ogni essere umano è un mistero, anche quando siamo noi ad averlo generato.

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Sulla pietra
Di Fred Vargas

Un rapimento, svariati delitti e un assassino, forse mancino forse no. Saranno solo leggende e superstizioni ma, da quando è ricomparso il fantasma dello Zoppo, in Bretagna le sciagure non si contano più.

A sei anni da Il morso della reclusa, torna Fred Vargas con uno dei personaggi capolavoro del noir, lo svagato e visionario Jean-Baptiste Adamsberg, commissario del XIII arrondissement di Parigi.

Il guardacaccia Gaël Leuven era un marcantonio solido come uno scoglio bretone, ma per ucciderlo sono bastate due coltellate al torace. A Louviec lo conoscevano tutti. Compreso Josselin de Chateaubriand (forse discendente di quel Chateaubriand), il nobilastro dall’abbigliamento eccentrico che adesso è il principale sospettato. Richiamato in Bretagna dal commissario locale, Adamsberg si addentra nelle numerose ramificazioni del caso. Ma pur perdendosi come di consueto in false piste e digressioni mentali, in osservazioni prive di qualunque nesso con l’indagine, c’è da scommettere che anche questa volta verrà a capo del groviglio di omicidi ed efferatezze. Grazie alle sue illuminazioni proverbiali ma anche, forse, all’energia ancestrale dei menhir.

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Reminiscenze
Di Armando Marra

Armando Marra, osimano di nascita e in servizio per quarant’anni nell’Arma dei Carabinieri a Casalecchio di Reno, è sempre rimasto legato alla sua Città di origine

Il volume raccoglie tutti gli articoli che negli anni ha inviato a “La Meridiana”: uno scorrere addietro nel tempo, con leggerezza ed ironia. Si tratta di un ritratto della cittadina osimana, notevolmente cambiata negli anni, e un ritratto degli osimani delle generazioni passate, coi loro pregi e difetti. virtù e manchevolezze. Gli anziani si riconosceranno e i giovani apprenderanno.

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Quando inizia la felicità. Di domande, nascite e rinascite
Di Gianluca Gotto

Un diario di viaggio scandito da domande su cui tornare più e più volte, per trovare un segnale, un’ispirazione, una motivazione a smettere di aspettare o inseguire la felicità, ma cercarla dove già siamo: qui e ora.

Ogni mia grande rivoluzione personale, che fosse professionale, relazionale o spirituale, è iniziata non da una certezza assoluta, ma da una domanda. La ricerca di una risposta era l’unico modo per conoscere la verità. E quando non la trovavo subito, ero costretto a partire per cercarla. Nel mondo, dentro me stesso, nelle altre persone. Questo libro è una raccolta delle domande che più di tutte hanno smosso qualcosa di profondo nel mio cuore e nella mia mente. Sono domande inusuali, talvolta molto specifiche, in altri casi bizzarre. Portano alla riflessione, ma anche al desiderio di agire per cambiare le cose. Spesso risultano scomode, addirittura impertinenti, ma sono necessarie per far emergere dal caos interiore uno spunto, una consapevolezza, un frammento appuntito di verità da maneggiare con cura.” In Quando inizia la felicità , Gianluca Gotto condivide le domande che lo hanno accompagnato nel corso della sua crescita personale per raccontare senza reticenze le esperienze vissute in questi ultimi anni. I momenti difficili e le fragilità, ma anche la sua rinascita, i sogni realizzati, la consapevolezza acquisita attraverso il buddhismo, i tanti incontri che hanno illuminato la sua strada, l’amore smisurato per Claudia e la gioia, immensa, della paternità. Un libro pieno di consigli e spunti per vivere al meglio la propria vita, ma anche rassicurante come una tazza di tè in un freddo pomeriggio di pioggia, il primo abbraccio dopo molto tempo, una chiacchierata con quell’amico che ti ascolta senza giudicare.

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Il castagno dei cento cavalli
Di Cristina Cassar Scalia

«La Boscaiola» era un tipo schivo, però non dava fastidio a nessuno: una di quelle persone che non sembrano avere amici e nemmeno nemici. Eppure qualcuno l’ha uccisa. Poi ha infierito sul suo cadavere come se avesse un intento preciso.

Un nuovo caso per Vanina Guarrasi.

Ai piedi del Castagno dei cento cavalli, un albero secolare che cresce sulle pendici dell’Etna, due guardie forestali ritrovano il corpo di una donna brutalmente assassinata. La scena del crimine è sconcertante. Per il vicequestore Guarrasi, della Mobile di Catania, l’indagine si presenta subito complessa, se non altro perché sulla vittima non esistono praticamente notizie, quasi non avesse un passato. L’esperienza e la memoria del commissario in pensione Biagio Patanè – il migliore quando si tratta di abbandonare le mavaríe tecnologiche e operare alla vecchia maniera – sono dunque più utili che mai, anche se l’anziano poliziotto appare un po’ distratto da un problema personale. Del resto, la stessa Vanina fatica a conciliare la vita privata con il lavoro: la prima la richiama sempre a Palermo, sua città natale; il secondo la porterà invece in un «luogo dell’anima» che appartiene alla sua infanzia.

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Pancetta
Di Paolo Nori

«Non preoccuparti, che adesso a te, ci penso io, avevo detto a Chlebnikov nel novantatré.»

Qui si parla di una città che si è chiamata nel tempo Pietroburgo, Pietrogrado, Leningrado e Pietroburgo. E di due ragazzi che c’erano arrivati nel 1912 per studiar matematica ma non gli interessava, la matematica, gli interessava diventar dei poeti, e in pochi mesi avevan fatto su una raccolta di poesie che, se fosse uscita qualche settimana prima, sarebbe stata rivoluzionaria e avrebbe cambiato la poesia russa del Novecento, e invece è uscita qualche settimana dopo e loro alla fine hanno rinunciato alla poesia son diventati oscuri funzionari di polizia e oscuri pope di provincia la cui gloria maggiore dicon sia stata essere entrati a volto coperto a casa di Majakovskij e avergli dato un fracco di legnate, ma chissà se è vero. E si parla poi di un poeta che, nel 1912, ha scritto una poesia che dice ‘Quando stanno morendo, i cavalli respirano / Quando stanno morendo, le erbe si seccano, / Quando stanno morendo, i soli si spengono, / Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni’.

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Il segno della croce
Di Glenn Cooper

Una storia la cui parola “fine” sarà scritta col sangue…

Intorno a loro, si apre l’infinito deserto di ghiaccio e vento dell’Antartide. Dopo ore di faticoso cammino, il gruppo di uomini raggiunge il punto segnato sulla mappa. E lo individuano: l’ingresso di una caverna scavata decenni prima da chi li ha preceduti in quel continente disabitato. Quando entrano, in religioso silenzio, si trovano davanti un museo ideato per conservare reperti che il mondo crede perduti per sempre. Ma quegli uomini sono arrivati lì per due oggetti soltanto. E adesso li stringono tra le mani. Ne manca ancora uno, poi l’alba di una nuova era sorgerà sul mondo. In un piccolo paese dell’Abruzzo, un giovane sacerdote si alza dal letto. Il dolore è lancinante. La fasciatura intorno ai polsi è intrisa di sangue. Con cautela, il preté scioglie le bende. Le sue suppliche non sono state esaudite, le piaghe sono ancora aperte. Il sacerdote chiude gli occhi e inizia a pregare. Prega che gli sia risparmiata quella sofferenza. Che gli sia data la forza di superare quella prova. E che nessuno venga mai a conoscenza del suo segreto. Una ricerca iniziata quasi 2000 anni fa e giunta solo oggi a compimento. Un’ossessione sopravvissuta alla guerra che segnerà il destino di tutti noi.

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Demon Copperhead
Di Barbara Kingsolver

Barbara Kingsolver si ispira all’opera iconica di Dickens con questo romanzo vincitore del Pulitzer, ambientato nel Sud degli Stati Uniti, per gettare luce sulle vite marginali di oggi, con la stessa rabbia, la stessa profonda compassione. La stessa fiducia nel potere di trasformazione di una bella storia.

«Un David Copperfield trapiantato negli Appalachi devastati dalla povertà e dalla droga. Un romanzo sfolgorante». – Times Literary Supplement

«Demon è una voce che risuonerà negli anni a venire, come quella di Huck Finn e Holden Caulfield, ma ancora più resiliente». – Beth Macy

«Ironica e toccante, questa è la storia di un ragazzo che nessuno vuole ma che i lettori adoreranno. La dimostrazione perfetta di come un romanzo possa divertire, straziare, reclamare a gran voce il cambiamento». – The Washington Post

«Straordinario. Come Shuggie Bain o David Copperfield, il monologo interiore di Demon, disgraziato dal cuore d’oro, è pieno di colpi di trama che si susseguono senza sosta». – San Francisco Chronicle

Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon Copperhead, un eroe dei nostri tempi. Un ragazzo che può contare solo sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere. Il suo esordio nell’universo – mamma di diciott’anni che partorisce sola con una bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi –, in una casa mobile sperduta negli Appalachi meridionali, dà il la a ciò che verrà dopo. Demon inizia la sua corsa a perdifiato attraverso la vita, sfreccia per le selve oscure dell’affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino al sogno, e poi all’ebbrezza del successo atletico, con la conseguente caduta nella dipendenza. Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della Marvel, si disegna i suoi fumetti riempiendoli di cattivi veri, si inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel dolore straziante della perdita. Attraverso tutto questo, Demon deve combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la propria invisibilità in un mondo dove persino i suoi amati supereroi hanno abbandonato le terre selvagge per la città. La sua voce è quella di una generazione di ragazzi perduti, nati in posti splendidi e maledetti che neanche per un istante concepiscono di abbandonare. Ma Demon è un combattente, un sopravvissuto, come era un sopravvissuto David Copperfield nella sua disgraziata Londra.

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